giovedì, dicembre 22, 2005

Punto interessante riguardo ai PACS

Raffaele Perna su ideazione.com esprime una obiezione liberale ai PACS che mi sembra degna di nota:

"In questo caso, però, oltre alla generale esigenza di garantire a ciascuna persona il libero sviluppo delle proprie relazioni sociali ed affettive (che si pone per le coppie omosessuali come per tutti gli altri soggetti: si pensi ai rapporti di amicizia o alle relazioni affettive delle persone singole), non sembra ricorrere nessuna delle specifiche ragioni che giustificano la tutela rafforzata propria dell’istituto matrimoniale (non vi è esigenza di procreazione ordinata, né di stabilità per i figli e nemmeno di tutela del coniuge debole). La compressione della sfera giuridica dei terzi che inevitabilmente deriverebbe dalla tutela rafforzata della coppia omosessuale sarebbe pertanto ingiustificata (basti pensare al proprietario di casa che affitta l’immobile ad un conduttore che successivamente avvia una relazione di coppia, al contribuente che dovrebbe sopportare l’onere di una pensione di reversibilità, allo stesso convivente che cessata la convivenza dovrebbe sopportare oneri per il sostentamento dell’altro). "

Perna prosegue esponendo quella che e' anche la mia soluzione preferita al problema dei diritti delle coppie di fatto: invece che cercare una soluzione statalista, perche' non adottare una soluzione liberale, aumentando la sfera di liberta' individuale e la possibilita' di creare contratti ed obbligazioni:

Sarebbe, cioè, assolutamente opportuno che ciascuno di noi potesse, indipendentemente dalla formalizzazione di rapporti di convivenza, indicare, ad esempio, una persona alla quale affidare alcune scelte in situazioni di emergenza, ovvero disporre liberamente in sede testamentaria di tutti i propri beni (come avviene ad esempio negli Stati Uniti). In un’ottica liberale, il problema non è quindi riconoscere giuridicamente le coppie di fatto, ma semmai rafforzare – in alcune specifiche situazioni – la tutela della volontà e dell’autonomia della persona, a prescindere che si tratti di convivente, omosessuale o eterosessuale. L’obiettivo deve cioè essere quello di un ampliamento della sfera delle libertà individuali, rispetto al quale è inutile, ed anzi controproducente, costruire simulacri o imitazioni della famiglia, laddove famiglia non vi è e non vi può essere.

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