giovedì, maggio 04, 2006

Cultura non collettivista: non siamo il "partito ignorante"

Tudap riprende la discussione (non dibattito, per carita') sulla strategia per far uscire la cultura non collettivista (preferisco questo termine a quello di "cultura di destra") dal cono d'ombra in cui si trova e lo fa attraverso alcuni interessanti suggerimenti pratici.
il problema in effetti non sembra essere quello della quantita' d'iniziative, quanto del loro coordinamento e della definizione di una prassi comune.
Esiste
anche un altro problema: come faceva notare un articolo su Libero, a
sinistra si comprano libri e si promuove la propria cultura; il sinistro medio non e' piu' intelligente e spesso non e' molto piu' colto della media; anzi, spesso non ha alcuna idea di quello che acquista e discute dopo aver letto le quarte di copertina o ripetuto a pappagallo le critiche apparse sui giornali d'area. A destra non
si compra e non si fa sfoggio di cultura, vergognandosi quasi di averne una. E' ora di cambiare questo atteggiamento.
Somigliamo un poco ai Tories del
passato pre-Tatcher, orgogliosi di essere lo "Stupid Party", il partito stupido.
Paradossalmente, ci servirebbe un po' dello snobismo culturale dell sx,
anche senza, anzi, possibilmente senza, Gramsci o il gramscismo; basterebbero un po' di libero mercato ed una maggiore stima del proprio millieu culturale.


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