lunedì, ottobre 09, 2006

Il Nobel per l'economia a Phelps, difensore della ragione.

Edmund Phelps ha vinto il Nobel per l'economia. Fra i numerosi contributi alla"scienza triste", ricordiamo l'introduzione delle aspettative individuali nella macroeconomia tramite i suoi studi sulla curva di Phillips e sul tasos naturale di disoccupazione (Marginal Revolution ha un ottimo post riassuntivo, che condivido in gran parte). In estrema sintesi, Phelps ricordo' a certi economisti keynesiani (lo stesso Keynes era molto piu' cuato al riguardo) che le persone non sono stupide: un continuo aumento dell'inflazione non porta ad alcun miglioramento delle condizioni economiche (al contrario di quanto postulato dalla scuola keynesiana fino agli anni '60) perche' gli individui arrivano ad attendersi un aumento dei prezzi e quindi non sono "ingannati" da aumenti semplicemente monetari. Impossibile che si possa pensare di basare una politica monetaria in questa maniera? Possibile, quando ci si definisce "keynesiani" , ma si ragiona come dei socialisti costruttivisti, convinti che il "popolo" sia bue fino in fondo. Phelps partiva dal presupposto che gli individui imparano e quindi i mercati funzionano: ebbe ragione.
In Italia, siamo rimasti alla versione obsoleta di Keynes, abbiamo soffocato il libero mercato e ogni comprensione economica al di fuori del contesto sociadlemocratico, cercando di riprodurre paradossalmente il beota "keynesiano".
Abbiamo ammirato i risultati nel passaggio all'Euro: l'ignoranza, soprattutto quella creata ad arte, si paga.

PS: Mar

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