domenica, marzo 04, 2007

Censura maschilista o censura "antifascista"?

Il sottoscritto non ha ancora capito bene cosa vi sarebbe da censurare nei nuovi spot di Dolce e Gabbana: sono volgari esattamente come buona parte dei precedente, maschilisti e mafiosetti come i precedenti, ma non certo peggio di alcune trovate di artisti e fotografi contemporanei (Toscani, per dirne uno). Allo stesso livello, tre quarti dell'hip hop americano andrebbe vietato. Come fanno notare i due stilisti , è più volgare il produttore o l'avido fruitore di certe immagini?

La risposta sarebbe semplice: se non vi piace, non guardatela, ma soprattutto non comprate i loro prodotti, tanto più che sino ad ora, ogni tentativo di censura ha oltretutto funzionato come un boomerang, funzionando da pubblicità gratuita per D&G.

Come mai allora la Cgil sfida il ridicolo? Camelot si chiede se la denuncia non sia dovuta al particolare che differenzia D&G da un Cattelan o da un Toscani qualsiasi: sono dichiaratamente di destra. Possibile che dopo tutte quelle pesanti dosi di politicamente corretto che è costretto a prendere, orfano dei capitalisti e dei borghesi con cui prendersela per qualsiasi cosa, il bravo progressista adesso ha bisogno di un terreno di caccia libero per chiunque sfogarsi con un bel linciaggio morale?

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