martedì, aprile 24, 2007

Il candidato John Edwards sputa nel piatto in cui mangia?

John Edwards è stato nel 2004 il candidato democratico alla vicepresidenza ed è ora in corsa per la nomination presidenziale; ha basato la propria carriera politica sulla propria immagine di paladino dei "poveri " contro i "ricchi", difensore dell'americano medio contro gli avidi predatori di Wall Street e George W. Bush.
Purtroppo per il novello Robin Hood, i media si stanno accorgendo come la sua ricchezza tragga origine dai servizi resi allo Sceriffo di Nottingham, adesso primo contribuente della sua campagna.

Nel 2004, Edwards si fece notare per una piattaforma frequentemente definita come populista: nel suo discorso sulle "due Americhe", ad esempio, accusò il Presidente Bush di presiedere un'America divisa fra "coloro che lavorano e coloro che se ne godono i frutti", un'America "che fatica ad arrivare a fine mese ed un'altra che può comprarsi ciò che vuole, persino la Presidenza".
Insomma, sostituendo "Bush" con "Berlusconi", avete capito da dove l'Unione potrebbe aver copiato gli slogan della campagna elettorale del 2006, con maggior fortuna dell'originale.

Quattro mesi dopo la sconfitta, l'avvocato John Edwards andava a lavorare per il tipo d'azienda che simboleggia l'America che il candidato John Edwards aveva crocifisso - il Fortress Investment Group, prima società di gestione di hedge fund e private equity ad essere quotata in Borsa e fino ad allora grande utilizzatore delle tecniche di elusione fiscale tanto stigmatizzate dal candidato alla vicepresidenza.
L'approccio del senatore della Carolina aveva già in passato suscitato un qualche scetticismo in coloro che conoscevano la sua storia personale: l'uomo è divenuto facoltoso promuovendo le famose class actions, cause contro aziende, ed intascandosi il 40% dei risarcimenti che di solito in questi casi vengono pagati, che l'azienda risulti colpevole o meno. Un Robin Hood da sempre abbastanza interessato, insomma.

Nel dicembre 2006 Edwards avrebbe teoricamente interrotto i propri rapporti con Fortress; nella pratica, i dipendenti di Fortress risultano i primi contribuenti della sua campagna elettorale. Un bel salto, partendo dalla difesa di chi non arriva a fine mese e dai rapporti strettissimi con i sindacati, indubbiamente.

Un luminoso esempio, per la sinistra italiana, che ci sembra si stia avviando sulla medesima strada: difensori dei poveri in campagna elettorale, promotori di merchant bank di Palazzo Chigi, statisti da "abbiamo una banca?" e neofeudatari tramite le coop, nella vita reale.



Washington Post, Dealbook

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