venerdì, maggio 25, 2007

Alitalia contro Air France

Mentre Alitalia affonda, il partner di cui abbiamo rifiutato le avances in più di un'occasione rifiorisce. Complimenti ai protezionisti nostrani ed al nostro serio governo.

Nel novembre 2006, la nostra compagnia di bandiera era per l'ennesima volta sull'orlo del fallimento, per esplicita ammissione del proprio amministratore delegato e dello stesso Romano Prodi e decise di avvicinare Air France KLM .
La logica reazione governativa sarebbe dovuta essere di interesse e supporto: da un lato, ecco la l'occasione di risanare o, nel peggiore dei casi, accollare a qualcun altro le voragini puntualmente scavate da Alitalia nei bilanci propri e del governo italiano; dall'altro, l'entrata nel mercato italiano di un operatore efficiente avrebbe stimolato la nascita di un mercato del trasporto aereo, di fatto strangolato dalla congerie di piccoli oligopoli sanzionati dal governo.
La logica economica, di fronte alla prospettiva di concorrenza differente dai "soliti noti", volò fuori dalla finestra. Prodi espresse fortissimi dubbi su di una eventuale operazione:
“ Ora ho molti dubbi. Vorrei conoscere le vere intenzioni di Air France”, ha detto. “Vuole creare un grande gruppo europeo per il trasporto aereo in cui l’Italia abbia un proprio spazio, o vuole semplicemente impadronirsi del mercato del trasporto aereo italiano, che è grande e molto ricco? ”

Air France, che non aveva fatot la prima mossa, comprese al volo, mantenne una piccola partecipazione ed un posto in consiglio, ma si guardò bene dal sollevare troppa polvere.
Parliamo davvero di barbari in cerca di preda, vili emissari della reazione capitalista franco-olandese? La società è nata dalla fusione di due compagnie di bandiera, che continuano ad operare in autonomia ed i risultati ottenuti negli ultimi anni ne danno una immagine ben diversa:
Secondo l'annuale report della rivista specializzata Air Transport World, Air France-Klm è la prima compagnia mondiale per "operating revenue", "net profit". Terza per "operating profit" e con i suoi 69 milioni di passeggeri è al sesto posto come numero di clienti. (Da Wikipedia)
A dicembre, la privatizzazione-farsa, costata di fatto altre centinaia di milioni; a gennaio, la conclusione della presenza di un rappresentante Air France in consiglio, con tanto di bugia finale del nostro amato premier.

In questi giorni, Alitalia è praticamente fallita a causa della necessità di svalutare il valore della propria flotta, mentre Air France-KLM sta acquistando 30 Airbus A320 ordinando altri 2 superjumbo A380, portando il totale a 12, dopo aver archiviato ottimi risultati economici.
Il contrasto è lampante; se questi sono i predatori che volevano impadronirsi del ricco mercato italiano, verrebbe quasi da esclamare "facciano pure!".

Purtroppo, invece, sembra che la cordata vincente sarà quella composta da AirOne e IntesaSanpaolo, banca presieduta da Giovanni Bazoli, legatissimo a Prodi e gestita da manager di sicurissima fede "democratica". Una vera soluzione all'italiana: la prima compagnia aerea a sfidare il monopolio viene cooptata a rafforzarlo, tramite un accordo con gli esponenti di un rapporto fra politica ed economia che sembra voler sostituire la concorrenza nel mercato con le logiche di potere e la spartizione fra bande come ai bei vecchi tempi della "economia mista" e del parastato.
Insomma, quello altrui è un conflitto d'interesse, quelle proprie sono "sinergie" e "difesa dell'italianità". Tanto c'è sempre Pantalone.

La domanda sorge spontanea: se la destra era protezionista ed interessata soltanto a fare gli interessi degli amici, questa sinistra come si definisce?


Fonti: The Telegraph,WSJ.com, Phastidio

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