venerdì, giugno 01, 2007

Il Consiglio dei Ministri delle Beffe. O dei buffoni?

Non arriverei a definirlo un Colpo di Stato, ma si tratta certamente di un nuovo nadir della vicenda politica italiana. Nello stesso Consiglio dei Ministri, viene revocata a Visco la delega sulla Guardia di Finanza ed il generale Speciale viene di fatto sollevato dall'incarico. Nello stesso momento, a prima vista il Governo getta la spugna ancora prima del dibattito in aula, riconoscendo come la posizione del viceministro fosse indifendibile; eppure, viene contemporaneamente dato il via libera alla vendetta di Visco sui finanzieri colpevoli di non aver chiuso gli occhi nella vicenda Unipol.
La revoca della delega a Visco potrebbe sembrare una vittoria ; purtroppo, Speciale ha pagato il prezzo per tutti ed insieme a lui lo ha pagato quel poco che resta delle istituzioni.
Questa doppia azione rende evidente come Prodi non abbia preso una decisione politica o strategica di un qualsiasi respiro, ma abbia semplicemente ceduto ad un doppio ricatto: da un lato, quello di Antonio Di Pietro, intenzionato ad apparire il campione del moralismo giustizialista; dall'altro, quello della fazione "aziendalista" DS , che esige l'esemplare punizione di coloro che scordano che i compagni sono uomini più uguali degli altri.
Non si punisce il torto, la violazione delle regole del gioco, neppure implicitamente. Nessuna considerazione per l'etica, il diritto o la serietà, di cui si riempiono la bocca.

La Legge rimane qualcosa che i compagni e gli amici, gli antropologicamente superiori applicano agi avversari, anzi, ai nemici, non certo a loro stessi. Parafrasando George Orwell, per gli Eletti dell'Unione La Legge è uguale per tutti, ma per qualcuno è più uguale che per altri.


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