domenica, settembre 09, 2007

Democrazia in svendita o soltanto in saldo?

Veltroni propone di abbassare ad un euro la quota per votare alle primarie. Sarà questo che s'intende quando si parla di svendere la democrazia? Giustissimo, comunque: è giusto che si faccia uno sconto, dato che i voti qui si comprano, pardon, si trovano all'ingrosso e non al dettaglio, come invece tocca fare ad un Mastella o ad un Bassolino qualsiasi, quando arriva il momento di votare in Campania.

Una cosa poco comprensibile, fr ale righe: Veltorni dice che
La quota dei 5 euro potrebbe tra l'altro dare la falsa impressione che con il voto si venga automaticamente iscritti al Partito Democratico mentre, come è noto, non è affatto così: chi andrà a votare aderirà al processo di costruzione del nuovo soggetto politico

Chiariamo subito un punto: queste ""primarie" sono una truffa lessicale, date che non scelgono affatto un candidato premier. Si tratta di una vera e propria elezione del segretario di un partito politico , la prima diretta e non mediata da congressi e delegati. Ottimo, ma perché non chiarirlo prima e dissipare ogni dubbio? E perché si vorrebbe partecipare alla costruzione di un partito e nello stesso tempo non aderirvi?

Per un partito che si chiama "democratico", l'elezione diretta del segretario sarebbe segno di grande coerenza al proprio nome ed ai propri principi . Impieghiamo il condizionale, perché alcuni piccoli particolari smentiscono questo slancio d'amore per la democrazia: il piccolo particolare della ricerca disperata di un candidato unico contornato da avversari di comodo, il pudore, anzi il terrore di chiarire se saranno le camorre, pardon gli apparati margheritini e diessini a controllare l'operazione, l'incertezza su chi possa votare e per che cosa si debba votare, rendono queste elezioni "democratiche" un po' troppo simili alle farse dell'Europa Orientale o al "listone" di Benito buonanima.


HT:Repubblica.it

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