martedì, ottobre 30, 2007

Con il sistema tedesco, Diliberto fuorilegge

Carlo Panella ben spiega perché In Italia il "sistema tedesco" sarebbe solo un pasticcio buono per evitare le urne o per reintrodurre il fallimentare sistema proporzionale fallimentare della Prima Repubblica.
Sicuramente il modello di legge elettorale tedesco può essere una soluzione per garantire una rappresentanza proporzionale ed è indubbiamente una soluzione migliore dello "scorporo" , per garantire insieme il diritto di tribuna. Le valutazioni positive, dal mio punto di vista, si fermano qui.

Adottare il modello tedesco significherebbe ben altro che modificare la legge elettorale, che di per sé non ha alcuna capacità di semplificazione: significherebbe riformare profondamente l'architettura politica italiana, sino alla modifica della Costituzione, ricorrendo forse a soluzioni drastiche riguardo la rappresentanza politica. Siamo pronti a farlo?
La stabilità del sistema è data da tre fattori, di cui due ricordati da Panella (la sfiducia costruttiva ed il Bundestrat). Il meccanismo della sfiducia costruttiva impedisce la caduta del governo sino a quando non sia presente una maggioranza alternativa; il Bundesrat è la camera alta, composta da rappresentanti nominati dai Lander, ossia le regioni, che non elegge il cancelliere ma è in grado di bloccare gran parte della normativa economica, garantendo così un contrappeso parziale al potere esecutivo centrale e imponendo spesso la moderazione alla coalizione vincitrice.
Il terzo è di origine storica: il sistema funziona anche grazie all'attività della Corte Costituzionale Federale , che non esitò a bandire il Partito Comunista e quello neonazista, privando di fatto il sistema di ali estreme destabilizzanti. In Italia, questo significherebbe mettere fuorilegge Storace, Mussolini, Diliberto, Cossutta, Bertinotti e compagnia: non tutto il male vien per nuocere, insomma, ma ne avremmo il coraggio?

Se la riforma deve riguardare soltanto la legge elettorale, se dobbiamo comunque rimanere all'interno di un sistema proporzionale e se vogliamo ridurre il numero di partiti, meglio allora una legge elettorale come quella spagnola. Soltanto un piccolo passo avanti, ma temo sia tutto quello che, al momento, possiamo permetterci.

fonte: L'Occidentale

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