sabato, dicembre 01, 2007

Citigroup: dopo la favorita, abbiamo un favorito?

Pessima battuta, lo so: a Wall Street, una donna perde il posto, ma un appartenente ad una minoranza guadagna posizioni. Sarà Ok per i contabili del politicamente corretto?
A Citigroup potrebbe essere arrivato il turno di Vikram Pandit, banchiere d'investimento assunto sette mesi fa. E' ancora un outsider, fuori dai veleni che intossicano il gigantesco conglomerato, ma allo stesso tempo è stato in Citigroup abbastanza a lungo per poter saltare la fase di inserimento e adattamento che ritarderebbe una ristrutturazione disperatamente necessaria. D'altro canto, Pandit è un tecnocrate, non un capo carismatico e la sua selezione dipenderà molto dalla percezione della natura del problema per Citi: uscire dalla palude dei SIV richiede un leader forte, profondo conoscitore del business bancario, o soprattutto un attento gestore dei rischi ed esperto di investimenti complessi?
Nota di colore: per assicurarsi i servigi di Pandit, Citi ha rilevato per 800 milioni di dollari Old Lane, la società di hedge fund fondata dall'indiano alla sua uscita da Morgan Stanley.

Una eventuale nomina di Pandit farebbe felice gli ossessionati dalla mancanza di "diversità" sul luogo di lavoro, compensando la caduta del vicepresidente donna di Morgan Stanley. Per Wall Street, sarebbe un guadagno netto: la dipartita di Zoe Cruz è stata deludente per le femministe, ma non è qualcosa per cui mi straccerei le vesti, data la performance come manager. Accettare che una donna debba rimanere al vertice solo in quanto donna mi parrebbe vagamente razzista e paternalistico nei confronti delle donne, roba da nuovi fan delle quote razziali e sessuali ad ogni costo. Quote rosa, anyone?

Fonte:New York Times

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