mercoledì, gennaio 02, 2008

Babbo Natale delle Mammane

La legge Merlin ci ha regalato strade invase da prostitute schiavizzate, le legislazione "antidroga" ha innalzato i profitti dei mercanti di morte; per questo Natale, Giuliano Ferrara vorrebbe regalare a medici senza scrupoli e aspiranti ostetriche la possibilità di scannare donne e bambini rimpinguandosi le tasche?

Il giorno di Santo Stefano, la proposta di "moratoria sull'aborto" ha raggiunto i dubbi onori del TG1 in prima serata. E' stato soltanto l'inizio: quella che mi pareva una posizione talmente fallace da non meritare quasi commenti ha rischiato di fungere da perno per una discussione della legge sull'aborto. Un regalo di Natale di cui avremmo volentieri fatto a meno e che mi spinge a ribadire alcune osservazioni, anche se probabilmente già esposte altrove.

Mammana, per chi fosse così fortunato da non saperlo, era uno dei termini con cui s'indicavano le donne che procuravano o assistevano gli aborti clandestini, prima che la pratica venisse regolamentata. Per intenderci, si tratta degli aborti dei bei tempi andati, quelli fatti con un ferro da calza infilato nelle viscere di una ragazza, con le probabilità di morte per la donna ed il bambino che si possono immaginare.

Non voglio dire che non si debba fare il possibile per dissuadere una donna dall'abortire, soprattutto fornendo valide alternative, a cominciare da una migliore disciplina dell'affidamento, per non parlare di una migliore contraccezione - sempre che anche gli anticoncezionali non possano essere definiti "strumenti di genocidio".
Tralascio poi l'evidente natura tendenziosa della definizione di "moratoria" sugli aborti, che non sono,come la pena di morte, atti generati da una legge, ma fenomeno che la legge cerca di regolamentare e che avvengono indipendentemente da essa.

Non voglio entrare neppure nel merito della diatriba teorica sulla natura dell'embrione, sul momento in cui diventerebbe persona, ma sto cercando di comprendere quali sarebbero le conseguenze pratiche di una legge che vietasse l'aborto: ammesso e non concesso che esista una ragione filosofica per un tale bando, una sua efficace applicazione porterebbe davvero alla eliminazione delle interruzioni di gravidanza? La storia lo nega: il Proibizionismo e la Legge Merlin sono lampanti dimostrazioni di come l'ingegneria sociale per via legislativa porti a dei mostri, a conseguenze spesso opposte a quelle immaginate: la strada per l'Inferno è lastricata di buone intenzioni, soprattutto quando è il governo ad averne.

L'errore di Ferrara e soci è proprio quello d'immaginare che basti vietare l'aborto per farlo scomparire, che il comando di una legge possa compiere un miracolo e fare scomparire, senza conseguenze, una pratica sgradita al legislatore; sono caduti in una trappola statalista e statolatrica, per impiegare un bel termine di origine schiettamente clericale. Chi blatera di "genocido", calcolando il numero di potenziali non-nati (potenziali, appunto), dimentica che in base alla stessa "logica" potremmo anche chiamare genocidio anche quello sulle donne che sarebbero inevitabilmente costrette all'aborto clandestino.

Io non dubito che si tratterebbe di una sgradevole conseguenza "unintended", non voluta, della proposta di moratoria, ma non venitemi a raccontare che sarebbe inattesa: le morte ed il loro sangue lo dovrete mettere in conto.



tag: , ,

Template Designed by Douglas Bowman - Updated to Beta by: Blogger Team
Modified for 3-Column Layout by Hoctro. Credits: Daryl Lau, Phydeaux3