lunedì, marzo 17, 2008

Bear Stearns: chi rompe paga ed i cocci sono suoi

Ossia, i cocci sono della Fed e di J.P.Morgan. Il sottoscritto e' sempre stato leggermente scettico sul modo "progressista" di gestire il sistema finanziario, ma non certo per critica nei confronti del "mercatismo", come certi ex socialisti chiamano le proprie illusioni sul funzionamento dell'economia di mercato.
Al contrario, ci si duole che la lezione "liberista" sia sempre stata applicata a metà: le parti utili ad una politica di stimolo sono state implementate, mentre il regolatore solitamente dimentica la parte dolorosa, quella della necessità di lasciar affondare coloro che non sono in grado di rimanere in piedi con le proprie forze. Questa dimenticanza non è casuale: sono le stesse banche centrali a spacciare la droga che porta molti, troppi manager bancari a prendere decisioni avventate e, quando arriva la crisi, è difficile assistere al disastro sapendo che si potrebbe venire accusati di averlo provocato.

Forse abbiamo davvero rischiato una "crisi di sistema" , ma le radici di quella crisi e soprattutto la sua portata sono una diretta conseguenza di errori nel disegno del sistema. Si potrebbe sostenere, anzi, che proprio il tentativo di gestire il sistema ha impedito l'evoluzione dei necessari contrappesi alle spinte generate dall'innovazione finanziaria. Perche' preoccuparsi, quando le banche centrali pensano a tutto?

La Fed ha dovuto salvare persino Bear Stearns, la piu' piccola e meno rilevante fra le banche d'affari, proprio per questo motivo. Forse si e' trattato di un male necessario, come persino il libertario Cato Institute ha ammesso, ma non possiamo rassegnarci ad assistere alla replica di una commedia vecchia di generazioni: il sistema bancario viene sottratto alla normale disciplina di mercato, sostituita da regolamentazioni dall'alto; il sistema entra in crisi a causa dei problemi derivanti dall'assenza di disciplina di mercato, le autorità intervengono pesantemente e in sgugito viene "regolamentato" dall'altro per ovviare ai danni che proprio l'intervento iniziale ha provocato. Un circolo vizioso, con ben pochi vantaggi nel lungo periodo.

E' inutile discutere, come si comincia a far,e di maggiore regolamentazione: elimineremmo ogni innovazione finanziaria, senza eliminare i problemi di azzardo morale che la implicita garanzia di salvataggio fornisce. Ciò che è veramente necessaria è , al contrario, una miscela di informazione e deregolamentazione che semplifichi il sistema e renda di nuovo chiaro, una volta per tutte, quali siano le eventuali garanzie a tutela dei depositanti e quali siano le modalità d'intervento della banca centrale in caso di problemi di liquidità che minaccino il sistema dei pagamenti; in questo modo, sarebbe ancor più esplicito il ruolo dei banchieri centrali: quello di pompieri, non quello di elemosinieri o di governanti il sistema.

Looking ahead, regulators need to anticipate these liquidity bank runs, not
merely react to them. The larger danger is that even this temporary Bear rescue
could set a precedent that the Fed will find hard to resist. Wall Street is
already demanding that the Fed do more in this crisis than its traditional duty
as a lender of last resort, and start buying up mortgage-backed securities and
other troubled paper as a way to entice more buyers into frozen credit markets.
This means the banks would be able to dump their worst paper on the Fed, which
ultimately means the taxpayer.
We'll have more to say about that idea at a
later date, but we trust the Fed understands the risks to its credibility that
such a decision would pose. Does the Federal Reserve want to become a buyer of
first resort?



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