venerdì, marzo 21, 2008

Il termometro della paura ricomincia a salire

Mentre le Borse festeggiano, il mercato monetario interbancario sembra segnalare nuove tensioni: sta ritornando ai massimi storici gli spread fra il tasso di rendimento dei titoli di stato ed il tasso LIBOR, ossia il tasso al quale le banche sono disposte a prestarsi reciprocamente denaro.
In passato, un ampliamento di tale spread ha segnalato un calo di fiducia nei mercati ed un ribasso più o meno generalizzato delle Borse e, soprattutto, del mercato del credito. Questa volta siamo di fronte a mere questioni tecniche, oppure vi sono ancora problemi sotto la coltre benevola delle iniezioni di liquidità e delle garanzie fornite dai governi?

In Europa, il differenziale fra Bund tedeschi e Libor è arrivato vicino ai massimi a 84, Sembra che molte banche sono ormai restie a prestarsi reciprocamente fondi per più di un paio di giorni, tanto da costringere la Banca Centrale Europea ad iniettare ulteriore liquidità per evitare il congelamento del mercato lungo il weekend.

Negli USA, il problema è altrettanto pesante anche se si esprime sotto una differente forma tecnica. Più che il LIBOR, è il tasso dei titoli di Stato ad essere spinto a livelli eccezionalmente bassi, ampliando il c.d. TED spread. Le banche richiedono normalmente il deposito di "collateral", ossia di titoli a garanzia delle operazioni compiute "a leva" , sia da parte di altre banche che, soprattutto, da parte di hedge fund ed operatori non bancari in generale. A causa della crisi di fiducia in corso, molte banche stanno stringendo i controlli, aumentando la quantità e qualità di collateral richiesto per continuare a lavorare: non solo is richiedono maggiori garanzie, ma vengono sempre più speso accettati esclusivamente titoli di stato a brevissima scadenza.

Questo ha portato ad una tale scarsità di titoli USA a 2 anni, da mandare i prezzi alle stelle ed i rendimenti nominali per le operazioni di pronti contro termine in negativo (prezzi e rendimenti si muovono in senso inverso), un evento assolutamente anomalo.
Per alleviare la situazione e per rendere disponibili più titoli di Stato, la Federal Reserve non solo ha ampliato le categorie di titoli che possono essere posti a garanzia dei propri prestiti, ma nelle ultime operazioni non ha accettato per nulla titoli di Stato a garanzia.

Potrebbe trattarsi degli ultimi strascichi della crisi del mercato monetario avvenuta negli ultimi mesi, una crisi curata o perlomeno tamponata dai recenti interventi della Federal Reserve della BCE e del Governo USA. Tuttavia, nel recente passato, i movimenti dello swap spread hanno funzionato come cinghia di trasmissione delle crisi nate in un angolo del mercato, e non come reazione ritardata: o siamo di fronte alle avvisaglie di una nuova turbolenza?

Fonti: WSJ.com

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