domenica, luglio 20, 2008

Demiurghi per legge

La critica che LF fa del kelsenismo vale per gran parte delle teorie del diritto continentale e per gran parte del diritto in generale, in una societa' semi-regredita al collettivismo. Purtroppo, Kelsen e' perfetto per una societa' burocratizzata: sufficiente ad evitare gli abissi totalitari, inutile per promuovere una societa' libera.
In una civilta' che non sopporta piu' il peso della piena liberta' e responsabilita' dell'individuo, Kelsen diviene il male minore, comparato alla sua razionale conclusione: Carl Schmitt e la motorizzazione del diritto, per la quale dopo tre secoli, si ritorna per necessita' a teorie assolutistiche, o peggio, all'elogio del dispotismo ammantato di forme tecniche razionali.
La vera alternativa e' costituita da teorie del diritto seriamente liberali, quali quelle esposte da Hayek (ed elaborate fra lgi altri da Leoni), ma costringerebbero i collettivisti a demolire le proprie illusioni ed accettare la realta`. Meglio l'oppio socialdemocratico..
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La cosa interessante è che solo se il secondo difetto non è stringente (e quindi il legislatore è effettivamente un demiurgo) il primo difetto si può trascurare. In tutti gli altri casi, cioè sempre, il kelsenismo è un ostacolo per l'analisi scientifica del diritto. Il diritto è l'unica disciplina delle scienze umane in cui si crede che la parola crei automaticamente una qualche entità effettivamente esistente. E' la filosofia giuridica del funzionario statale stipendiato. E' essenzialmente una superstizione, come la magia.
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