domenica, settembre 28, 2008

Bailout americano, mito collettivista e realtà oggettiva

Come previsto , l'accordo sull'acquisto governativo di bond strutturati per 700 miliardi è quasi giunto in porto. Il pacchetto non era strettamente necessario in primo luogo, se non ci si fosse lasciati prendere dal panico e si fosse stati realisti riguardo alla drastica correzione necessaria per riportare l'economia occidentale su di una traiettoria realistica e sostenibile.

Volendo proprio continuare a manipolare la situazione, esistevano probabilmente alternative meno peggiori; così com'è costruito , il piano appare un gran favore ad alcuni, mentre aiuta soltanto in maniera indiretta l'economia reale - uno degli obbiettivi ufficialmente dichiarati dai neosocialisti americani, che tanto vogliono essere populisti e popolari.
Invece di spendere 700 miliardi per togliere scorie tossiche dai bilanci bancari, ci si dovrebbe concentrare su segnali preoccupanti quali il calo del credito in termini assoluti del credito bancario: qualcosa di mai avvneuto prima, un fattore che non sarebbe devastante in uuna economialibera, ma che appare preoccupante in una come l'attuale, drogata dall'intervento statale: in questo contesto, la Fed svolge il suo lavoro, quando pompa liquidità nel sistema; dovrebbe farlo ancora di più in questi momenti ed evitare invece di farlo in tempi normali, lasciando che chi ha effettuato investimenti sbagliati ne paghi le conseguenze.

Barron's ha un bel dire che il contribuente americano ne verrà fuori guadagnandoci; un nuovo ed ampio studio del Fondo Monetario Internazionale dimostra come i salvataggi bancari siano di norma costosi per le pubbliche tasche. Se non lo fossero, d'altronde, ci si dovrebbe chiedere perché non siano i privati a fornire capitale, come infatti è avvenuto per numerose banche.

Lasciateli affondare, ripeto. I migliori si salveranno e gli altri finiranno liquidati, rendendo l'economia più efficiente ed eliminando gli eccessi degli ultimi anni; finchè i depositi sono assicurati ed esistono chiare e rigorose procedure di commissariamento e liquidazione, non esiste il rischio di ripetere gli errori che dettero origine alla Grande Depressione.
Tramite salvataggi e misure straordinarie, da un lato si istiga il panico, dall'altro si lanacia il chiaro messaggio che il governo aiuterà gli amici in ogni caso, quindi - nel lungo periodo - perchè preoccuparsi di investire, risparmiare e migliorare?
Rischiamo di ripetere gli errori giapponesi, con banche che si trascinano per anni inuno stato semicomatoso , mentre nessuno vuole ammettere la realtà; stiamo già cominciando a ripetere gli errori italiani delgi anni sessanta e settanta, con le nazionalizzazioni selettive e la trasformazione del boom in una grande sbronza collettivista, seguita da una crisi profonda, non soltanto economica.

Fonti + hat tip: Calculated Risk, WSJ, Naked Capitalism

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