lunedì, settembre 22, 2008

Banche, rientrare nei ranghi

Le banche italiane hanno fatto scuola: sfruttare i risparmi delle vecchiette rischia di essere la nuova frontiera della finanza anche in America.


Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno ottenuto lo status di Bank holding Companies, ossia di banche commerciali autorizzate a ricevere depositi a vista dal pubblico (i nostri conti correnti, insomma). Morgan Stanley ha apprezzato parecchio il cambio di status, che le permetterà d'impiegare la propria rete di promotori finanziari per raccogliere liquidità a tassi favorevoli dai singoli ripsarmiatori (un po' come Mediolanum in Italia) ; Goldman è quasi una sorpresa: priva com'e' di qualsiasi rete distributiva, dovrà comprare una banca commerciale per sfruttare la possibilità concessale. Si mormora tuttavia che "concessa " significhi, almeno per Goldman, "imposto dalla Fed"; una offerta che non si puo' rifiutare, insomma.

In cambio della possibilità di raccogliere depositi a vista, infatti, le autorità di reoglamentazione applicano reogle molto più stringenti e si arrogano poteri di ispezione molto più incisivi che per le banche d'affari.

Il guinzaglio, insomma, per Wall Street torna ad essere molto corto. Servirà ad evitare ulteriori crisi? Forse nel breve periodo. Nel medio e lungo, dubitiamo che servirà a molto: , se il carburante della bolla è stata la liquidità fornita dalla Fed e sfruttata da banche ed intermediari pienamente regolamentati e sorvegliati, che hannno a loro volta finanziato in maniera eccessiva quelli non regolamentati. Il guinzaglio corto non è servito la prima volta, insomma, dubitiamo che servirà la seconda.

L'esperienza italiana (ed in generale europea) dovrebbe proprio insegnarci ad essere scettici riguardo alla bontà e onniscenza del regolatore. Basta guardare verso casa per comprendere che una maggior intrusione delle burocrazie regolatrici nel mercato bancario finirà soprattutto per rafforzare un oligopolio collusivo, cementato adesso dalla maggiore omogeneità delle strutture organizzative delle varie banche e dalla comune fonte di guadagni: non più l'innovazione, ma la capacità di spingere tramite filiale qualsiasi prodotto abbastanza complesso da essere acquistato sulla fiducia da consumatori che poco ne sanno. Non è un caso, infatti, che la raccolta tramite filiale sia normalmente meno costosa di quella all'ingrosso, anche considerando i costi fissi del personale e delle filiali: la differenza sta spesso nei tassi con cui si remunerano i risparmiatori, spesso molto, molto inferiori a quelli di mercato.

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