martedì, ottobre 07, 2008

F*ck the banks , la Fed presta direttamente alle aziende

Il primato della produzione sulla finanza?
Detto fatto: la Fed, con l'assistenza del Tesoro, ha annunciato un programma di acquisto di commercial paper, ossia di cambiali a breve termine emesse direttamente dalle aziende.
Questo mercato è il principale metodo di finanziamento a breve termine per le grandi aziende USA (mentre in Italia si preferiscono strumenti bancari, come lo scoperto di conto corrente).

La Fed, insomma, si prepara a prestare direttamente alle aziende. In questa maniera spera di poter fornire ossigeno all'economia reale senza dover sovvenzionare in maniera ancora piu massiccia, ma tutto sommato inutile, una serie di banche commerciali troppo ossessionate dai propri investimenti andati a male per continuare a fare il proprio lavoro.
La soluzione riduce anche il problema annoso dell'effetto asimmetrico della fornitura di liquidità: se le banche commerciali non sono intenzionate a prestare alle aziende ed a lavorare l'una con l'altra, le iniezioni di liquidità servono a poco o nulla perché non vengono trasmesse all'economia reale.
La maggiore controindicazione è che adesso sarà la Fed, ossia una burocrazia statale, a decidere l'allocazione del credito; un genere di intervento e si è sempre rivelato totalmente disastroso, generando distorsioni e favoritismi immani, ma che stavolta si spera di poter gestire con prudenza applicandolo in maniera solo temporanea e solo a crediti di poche settimane o mesi emessi da primarie aziende.


Il paradosso e l'amara ironia è che non soltanto il sistema parabancario non regolamentato per ora sopravvive meglio di quello regolamentato, ma che persino la Fed, con questa mossa, lo riconosce implicitamente, scavalcando le "proprie" banche, sino ad ora protette e coccolate come indispensabili e rivolgendo le proprie attenzioni direttamente ad un mercato mobiliare.

In gran parte d'Europa l'architettura finanziaria è stata distorta e compressa sino a pochi anni fa, in modo da incentrare sulle banche commerciali ogni tipo di intermediazione finanziaria, a volte impedendo a lungo la nascita di mercati come quello della carta commerciale. Se fossimo nella stessa situazione, insomma, noi europei non avremmo un sistema "in presa diretta" per lo scambio di denaro, ma saremmo impantanati nei medesimi drammi descritti da Keynes e visti recentemente in Giappone. Alla faccia della "sicurezza" della regolamentazione.

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