sabato, maggio 31, 2008

Mutui, i conti senza l'oste?

Una elaborazione sul post precedente e' "capitata" su Giornalettismo ;-)

All’inizio ci avevano raccontato che a pagare sarebbero state le banche, ma si era intuito quasi da subito che c’era dietro un trucco. E invece ce ne sono due, perché qualcuno i vostri debiti se li è comprati convinto che in questo paese variabili fossero i tassi. E non le regole del gioco.

tremontiL’accordo fra ABI e governo non è ancora definitivo, ma nella sua versione attuale si presentano già due notevoli nodi da sciogliere. Il primo deriva dall’assenza di dettagli riguardo alle modalità di calcolo dell’entità del conto accessorio e del rientro al regime di tassi variabili. Una definizione di tali modalità sarebbe superflua nel caso si rimuovessero invece gli ostacoli alla surrogazione del mutuo, che porrebbe il consumatore nella posizione di compiere una scelta fra molteplici offerte, invece di una “ossimorica fidelizzazione della clientela“. Dato l’attuale approccio dirigistico, invece, si delineano due scenari egualmente indesiderabili.

NIENTE CONCORRENZA, PLEASE - Da un lato l’assenza di una normativa, unita all’assenza di concorrenza nella fase di rinegoziazione, offrirebbe alle banche l’ennesima opportunità di lauti profitti, ben nascosta agli occhi del pubblico. Dall’altro abbiamo la proposta di una normativa dirigistica e pauperistica del genere adombrato dalle associazioni di “tutela” dei consumatori che porterebbe a sussidiare i mutuatari. Una operazione iniqua nei confronti di coloro che hanno scelto la rata a tasso fisso quando hanno potuto, sobbarcandosene i maggiori costi iniziali; una soluzione che spegnerebbe definitivamente ogni spinta alla crescita dell’informazione finanziaria in Italia, garantendo che qualsiasi speculazione andata male possa trovare un’ancora di salvataggio nel dichiararsi fessi e appellandosi al Governo per far fessa la controparte in un contratto.

CARTOLARIZZAZIONE MON AMOUR - Il secondo problema è l’impatto che l’accordo avrà sulle cartolarizzazioni dei mutui. Potenzialmente, un impatto devastante su un segmento del mercato dei capitali che, al di là della bolla finanziaria, ha permesso la grande espansione del credito di questi anni e, di conseguenza, l’accesso alla proprietà della casa a molte famiglie di reddito medio e basso. Lomoney strumento delle cartolarizzazioni è stato demonizzato dalla stampa, ma nella realtà si tratta di una tecnologia finanziaria che ha migliorato l’efficienza del sistema creditizio e dell’allocazione del credito. Tale tecnologia si basa sulla possibilità di assemblare i mutui erogati in portafogli che vengono poi ceduti a società veicolo che ne finanziano l’acquisto tramite l’emissione di obbligazioni particolari, vendute ad investitori istituzionali. Tali obbligazioni possono essere costruite “su misura” in base al profilo rischio-rendimento desiderato dalle differenti categorie di investitori e forniscono, almeno in teoria, una maggiore diversificazione ed una maggiore trasparenza riguardo al genere di attivo nel quale si investe rispetto al semplice acquisto di azioni od obbligazioni bancarie. Il rischio in capo all’investitore, inoltre, è soltanto quello relativo all’insolvenza dei mutui in portafoglio, indipendentemente (o quasi) dall’andamento della banca che li ha originati. Una volta eseguita la cessione, la banca che ha originato i mutui ceduti ha di nuovo le risorse per procedere ad ulteriori erogazioni, mentre in precedenza avrebbe dovuto obbligatoriamente reperire nuovo capitale, di rischio e di debito, prima di poter espandere le proprie attività.

AH! NON LE AVEVO DETTO CHE… - La bozza di accordo, di fatto, minaccia di modificare i contratti di mutuo contenuti nei portafogli cartolarizzati, alterandone arbitrariamente il profilo finanziario e scardinando proprio la certezza e la trasparenza dell’attivo delle società-veicolo. L’agenzia di rating Fitch ha già espresso alcune considerazioni al riguardo e Governo ed ABI sembrano coscienti della questione, a giudicare dal testo della dichiarazione: si è stati bene attenti a chiarire che la ristrutturazione cappello del magoavverrà tramite l’aggiunta di un nuovo contratto e non la modifica del vecchio. Tale precauzione non mette tuttavia al riparo le cartolarizzazioni esistenti dall’aumento dei rischi dovuti alla nascita di discrepanze fra il nuovo profilo finanziario dei mutui e il “vecchio” profilo delle obbligazioni emesse per finanziarli. Se i mutui divengono a tasso fisso e durata variabile, e non più a rata variabile ma scadenza fissa, cosa accade alle obbligazioni garantite da tali mutui, costruite di solito basandosi sui flussi di cassa dei mutui sottostanti? Le banche potrebbero intervenire vendendo alle società veicolo dei derivati che assicurino da tale rischio, ma in questa maniera si passerebbe da un rischio di tasso e di liquidità ad un rischio di controparte: se la banca controparte finisse in cattive acque, saremmo di nuovo punto e a capo. In ogni caso, il profilo di rischio si modifica drasticamente dal punto di vista degli investitori fra i quali, giova ricordarlo, troviamo moltissimi fondi pensione, assicurazioni vita e fondi comuni detenuti dai risparmiatori.

CHI PAGA? - Ammesso e non concesso che nessuno si rivolga al Tribunale, quale credibilità avrebbe il mercato italiano delle cartolarizzazioni, dopo un evento di questo tipo? Quanti investitori comprerebbero le prossime emissioni? Ben pochi, chiudendo un importante canale di finanziamento per gli istituti di credito e quindi riducendo il credito disponibile alle famiglie.

mercoledì, maggio 28, 2008

Rinegoziazione dei mutui casa, qualche considerazione

A spiegare la trovata del governo, i suoi pregi, i suoi difetti e le migliori alternative che già esistevano ci pensano in maniera egregia Claudio Borghi sul Giornale del 23-05-2008, Nicola Porro nella sua Zuppa e Phastidio da par suo.
Che il Governo, invece di una soluzione geniale, abbia scoperto l'acqua calda non è novità: i casi nei quali un governo sia in grado di elaborare una novità che non abbia a che fare con la rapina a danno del contribuente o del proprio vicino sono decisamente rari. Meglio però un governo che scopre l'acqua calda di uno che ti lascia morire intirizzito, anche se meglio di tutto sarebbe che il popolo bue accendesse il cervello quando s'incatena mani e piedi ad un pesante fardello finanziario.
Speriamo che ritrovarsi un mutuo a 30 anni invece che a 10 impartisca una lezione sufficiente, anche se la ciliegina sulla torta della possibilità di ricominciare a pagare il tasso variabile in caso di calo dei tassi diminuirà di parecchio il dolore necessario a questo genere di apprendimento.

Che sia qualcosa di trito e ritrito ne deriva anche da un piccolo aneddoto personale: un paio di settimane fa ho discusso ferocemente con la mia anima gemella , molto sensibile alle ragioni con coloro che sognano un focolare domestico e quindi portata a cercare soluzioni che impedissero lo sfratto coatto delle famiglie povere sottoposte all'aumento delle rate dei mutui a tasso variabile. Il sottoscritto, ex-aspirante randagio di lusso, sosteneva invece ragioni simili a quelle di Nicola Porro. Dopo un numero lubrificante di bicchieri di vino, la quadratura del cerchio era stata proprio quella di trovare un modo per estendere la durata del mutuo a condizioni non eccessivamente punitive, pur senza arrivare all'eleganza della soluzione phastidiosa....

Restano due nodi da sciogliere: il primo deriva dall'assenza di dettagli riguardo alle modalità di calcolo dell'entità del conto accessorio e del rientro al regime di tassi variabili: si aprono praterie sconfinate per sussidiare i mutuatari (come vorrebbero le associazioni dei consumatori) oppure offrire un'altra opportunità di profitto bancario ben nascosta agli occhi del pubblico . Il secondo è l'impatto che l'accordo avrà sulle cartolarizzazioni dei mutui, un impatto potenzialmente devastante su di un segmento del mercato dei capitali che, al di là della bolla finanziaria, ha permesso la grande espansione del credito di questi anni e di conseguenza l'accesso alla proprietà della casa a molte famiglie di reddito medio e basso.

martedì, maggio 27, 2008

Da leggere per capire la guerra in Iraq

E' uscito in Aprile Moment of Truth in Iraq, di Michael Yon.
Michael Yon non è una cheerleader, ma un reporter di guerra che fa quello che troppi giornalisti evitano: invece di starsene nella hall di un albergo a farsi indottrinare, sta in mezzo alle truppe, raccontandone vita ed esperienze sino a farsi cacciare dagli alti ufficiali a causa della mancanza di peli sulla lingua nel descrivere l'inettitudine di alcuni comandanti. Questo testimone scomodo ha una verità scomoda, per i disfattisti occidentali: la nuova strategia americana in Iraq sta funzionando.
A proposito:è l'autore di una fotografia che ha fatto il giro dle mondo e che è stata travisata, distorta e manipolata da Michael Moore, che ne ha stravolto il significato.

Hat tip : Grendel

lunedì, maggio 26, 2008

Un sussulto di dignità, ma poco altro

L'amministrazione Bush ha posto il veto al farm bill di quest'anno. Si tratta di un'azione meritoria contro una legge che contiene sprechi e favoritismi scandalosi, ma purtroppo arriva troppo tardi per redimere otto anni di spese pazze da parte del Presidente e della ex-maggioranza repubblicana.

Il farm bill è la legge che garantisce ricchi sussidi e mercati protetti per numerose categorie di agricoltori americani, a spese del contribuente, del consumatore e degli agricoltori dei paesi poveri.
il presidente Bush si è giustamente opposto ad un aumento di tali sussidi in quiesto momento, quando i redditi agricoli sono ai massimi da decenni, ma mezzo partito Repubblicano ha rotto i ranghi e si è schierato con i democratici, garantendo alla proposta di legge una maggoranza sufficiente per superare il veto presidenziale. Il risultato era prevedubuke: negli ultimi anni sia la presidenza che i repubblicani al Congresso si sono privati di ogni credibilità in fatto di disciplina fiscale ed attenzione ai bisogni dei contriubenti, espandendo la spesa pubblica in maniera simile ai democratici, sebbene con obbiettivi differenti e spesso meritori.

Inutile stupirsi, a questo punto, che gli americani abbiano virato verso i democratici: hanno scelto gli originali piuttosto di una brutta copia. Goldwater e Reagan avevano chiaramente compreso che non potevano battere i democratici sulla spesa e l'assistenzialismo, Bush padre e figlio ci sono arrivati troppo tardi.

martedì, maggio 20, 2008

Nella Grande mela

Per i pochi interessati: il tenutario di codesto blog è in vacanza a New York e quindi posta poco.
E' troppo impegnato ad oscillare fra il turista dozzinale e l'aspirante snob, oltre che fra birre e Bloodz Mary, per aggiornarvi con qualche frequenza .

Due soli suggerimenti, per ora: The Rainbow Room e Schiller's Liquor Store.

lunedì, maggio 12, 2008

Libertà tramite l'esibizionismo ?

Sono più che propenso a vivere e lasciar vivere in tema di scelte sessuali: discriminare qualcuno soltanto perché gay è stupido, prima ancora che criminale. La polemica sul matrimonio gay mi è poi sempre sembrata un modo per portare acqua al proprio mulino, piuttosto che il tentativo di risolvere le limitazioni alla libertà individuale che il nostro ordinamento contiene - se non si fosse voluto segnare il punto dal punto di vista ideologico, da una parte e dall'altra, sarebbe bastato appoggiare il progetto di Alfredo Biondi, teso a togliere allo Stato la facoltà di discriminare in tema di eredità ed altri diritti e quindi lasciando libere le coppie omosessuali o quelle che non desiderano un matrimonio, di ricreare per via contrattuale e testamentaria le stesse garanzie alla libertà fornite dall'istituto definito "matrimonio".
Detto questo, il Gay Pride mi ha sempre lasciato alquanto perplesso; l'intento mi sembra lodevole, la sua applicazione pratica mi sembra controproducente rispetto all'obbiettivo dichiarato dalla manifestazione.
Il punto è che, come scrive A Conservative Mind, non esiste un diritto all'esibizionismo:

"Se qualcuno allestisse una manifestazione nella quale ragazzi eterosessuali si mostrassero come mamma li ha fatti, al pari dei simpatici omo che si sono fatti immortalare davanti al Colosseo, organizzatori ed esibizionisti finirebbero davanti al magistrato, processati per direttissima. [...] È una delle tante novità del politicamente corretto: se una donna mostra le tette in mezzo alla strada finisce al commissariato, ma se a sfoderarle (finte) è un travestito siamo davanti a un gesto profondo, di affermazione della propria libertà ed identità, e guai al fascista che si azzarda a dirgli qualcosa."
Siamo davvero sicuri che, nella sacrosanta ricerca della libertà e della rimozione degli ostacoli che il governo pone a tale ricerca, si debba ricorrere a certi eccessi? Siamo sicuri , soprattutto, che sia utile a convincere i propri concittadini?

PS: detto questo, A Conservative Mind non ha tutti i torti, almeno nel particolare. D'altro canto, Buraku ha invece del tutto ragione quanto ricorda come il "matrimonio" fra persone dello stesso sesso non si può discriminare per mere ragioni economiche. La soluzione , tuttavia, non sta certo nella estensione di un modello statolatrico di matrimonio, ma nella sua radicale delegificazione.

Felicità capezzoniana

Normalmente approvo a prescindere quello che si scrive su Snow Crash, anche perché un blog intitolato al mio libro preferito eccetto uno non può sbagliare di molto. Su Capezzone portavoce di Forza Italia non c'è molto altro da aggiungere, ringraziamo Jinzo per avermi permesso l'ennesimo colpo di pigrizia e aver scritto quello che avrei voluto scribacchiare io.

L'epifania di Mamet

David Mamet, intellettuale liberal, ha ha visto la luce. , grazie a Thomas Sowell. E' il benvenuto e speriamo porti parecchi amici; magari anche qualche radical-chic di casa nostra non si vergognerà più di leggere qualcosa di differente dalle veline del MinCulPop in tinta progressista.

Hat tip: Broncobilly

lunedì, maggio 05, 2008

Anche gli ebrei hanno scelto Alemanno?

Da A Conservative Mind: Sorpresa (si fa per dire): anche gli ebrei hanno scelto Alemanno:

"Non resta che misurare l’effetto dell’appello di Colombo, Lerner e compagni. Una quota importante di ebrei continua a risiedere nei dintorni della sinagoga. Costoro domenica e lunedì erano chiamati a votare nelle sezioni elettorali 1705 e 1706, in piazza del Collegio Romano. I risultati delle singole sezioni elettorali non sono ancora ufficiali, ma Libero ha potuto prenderne visione. Sono numeri sconfortanti per Francesco Rutelli e i suoi sponsor. In tutto, nelle due sezioni del ghetto ebraico, i voti validi sono stati 964, e 497 di questi, ovvero il 51,6%, sono andati al candidato sindaco del Popolo della Libertà, che ha battuto Rutelli per trenta voti, ovvero con tre punti percentuali abbondanti di scarto. Un risultato del tutto in linea con quelli registrati nel resto della capitale. Lo stesso è accaduto negli altri quartieri con una forte presenza di elettori ebrei, come Monteverde. Colpisce, semmai, il livello di astensionismo nelle due sezioni del ghetto, dove si è presentato al ballottaggio il 55,5% degli aventi diritto, contro il 63% registrato in tutta la città.Il significato sembra chiaro: gli ebrei che non nutrivano simpatie per Alemanno sono rimasti a casa, non ritenendo comunque il rischio tanto grave da dover andare al seggio per votare Rutelli."

Iniziative benemerite

Grazie a something in the way... delle tracce che vale la pena seguire

Sucker rally or bear trap?

Il rally di questi giorni fa naturalmente nascer euna domandA: siamo alla fine del tunnel della crisi dei mercati finanziari e quindi ogni debolezza dei corsi, d'ora in poi, sara' una "trappola per gli orsi", una occasione per comprare e lasciar perder denaro ai ribassisti? Oppure siamo semplicemente alla fine dell'inizio, della prima fase e questo e' soltanto un "Sucker's rally", un rally per gli sprovveduti, una falsa speranza?
Di sicuro e' soltanto ch enon siamo alla fine del mondo come lo conosciamo. Grande notizia, ma a credere al diluvio universale sono soltanto gli emotivi e gli invidiosi sociali che da ragazzini sognavano la rivoluzione e adesso sognano il crollo del capitalismo con altri mezzi. Per gli aaltri, e' soltanto un problema di cicli ed evoluzione del panorama economico.

Il peggio potrebbe essere davvero passato, o è quello che piace credere a buona parte dei partecipanti al mercato, almeno quello azionario. Tuttavia, Bloomberg riporta oggi una notizia che fornisce argomenti agli "orsi": il differenziale di volatilità prezzo dele opzioni put è al massimo storico dal 2005. In termini meno tecnici, significa che gli operatori sul mercato dei derivati sono molto più disposti a "puntare" su un ribasso, piuttosto che su un rialzo almeno nel breve periodo.
I dati dfondamentali, nel frattempo, continuano a peggiorare; se è vero che i mercati scontano con anticipo le informazioni, sembra eroico cominciare a pensare ad una ripresa immediata di un percorso di sviluppo, senza effetti sul settore industriale e soprattutto sulla domanda.

Nel mercato del credito, siamo tornati a livelli compatibili alla fine di una recessione che al suo inizio, laddove il mercato azionario sconta ormai una decisa ripresa degli utili aziendali, dopo le delusioni di questo trimestre. il peggio potrebbe davvero essere alle nostre spalle, ma questzi numeri implicano una ripresa a tempo di record e non lo scenario piùi probabile nei prossimi mesi: una lenta convalescenza dell'economia, non certo una fase di elevato sviluppo.

giovedì, maggio 01, 2008

Exit LIBOR, Enter NYFR?

SIamo vicini ad una soluzione di mercato per i problemi sulla veridicit della determinazione dei tassi interbancari? Il sistema attuale recentemente finito sotto i riflettori per i sospetti d inaffidablit ed additato da alcuni quali l ennesimo esempio della necessit di una maggiore regolamentazione del settore .
Peccato che la definizione del tasso Libor sia gestito dalla BAA, una associazione di categoria semistatale, mentre una possibile soluzione arriva proprio dal settore privato. ICAP, una grossa societ di brokerage, si prepara a lanciare un nuovo indice, allargando il numero di banche coinvolte nelle rilevazioni.
clipped from online.wsj.com

A major brokerage firm plans to launch a new measure of U.S. interest rates in response to concerns about the accuracy of the current benchmark, known as the London interbank offered rate, or Libor.

The rate system, which is being set up by ICAP PLC, a London broker-dealer with offices in New York, is aimed at giving banks and market participants a new gauge of what it costs banks to borrow money. ICAP intends to start publishing the rate, which will be called the New York Funding Rate, or NYFR, as soon as next week, said Lou Crandall, chief economist at Wrightson ICAP.

 blog it

Sorpresa (?)

Sorpresa: le classi politiche dell'europa orientale perdono interesse a riforme liberali, una volta che sono riuscite a portare la propria nazione all'interno del "club. Come ha notato l'Economist, il meccnaismo di ammissione all'Unione Europea garantisce ottimi risultati iniziali, perché i potenziali entranti hano incentivi tangibili, ma successivamente avrebbe poco mordente.
Neppure gli evidenti benefici delle riforme sembrano aiutare a mantenere un comportamento virtuoso; eppure non credo che dovrebbe essere per nulla una sorpresa: abbiamo a che fare, ad est come a ovest, con politici di sano stampo europeo, ossia normalmente socialisteggianti e quindi inclini a metodi di ragionamento più simili a quelli della criminalità organizzata che a quelli di una società civile.

Molte nazioni dell'Unione Europea si comportano peggio di quanto imponga ai potenziali membri, facendo sembrare le riforme un semplice esame da passare imparando "a pappagallo" qualche frasetta sulla libertà, ben sapendo che tanto, una volta dentro, si potrà tornare alle buone vecchie ricette socialistoidi, depredando i cittadini quando serve denaro e sperando che i pochi pezzi di società libera sopravvivano nonostante tutto, per continuare a mantenere la massa assistita o l'altra minoranza, quella rapinatrice "per il bene comune".




"It is often said that the EU s enlargement policy has been the most potent tool yet devised to entice its neighbours along the road to free-market democracy—far more effective than anything the United States has found to wield over its southern neighbours. But the corollary is a loss of influence after a country actually joins. The pattern of intensive reform to qualify, followed by a let-up in the process once membership is achieved, is too common to be mere happenstance.

Olli Rehn, the enlargement commissioner, concedes sadly that “after a country has a seat round the table, it is much harder to apply pressure to it.”"


Hat tip:Economist.com

Nient'altro da aggiungere

Sull'enorme divario fra realtà e percezione che affligge la sinistra italiana, Nient'altro da aggiungere a Destralab e a brodo primordiale.
Non so quanto il PdL e la causa della libertà abbiano vinto per propri meriti; di sicuro, a sinistra hanno perso per ragioni ben più profonde delle sparate di Bossi o di singole proposte politiche.

Template Designed by Douglas Bowman - Updated to Beta by: Blogger Team
Modified for 3-Column Layout by Hoctro. Credits: Daryl Lau, Phydeaux3