venerdì, marzo 20, 2009

Crosspost of the day

Mio, su Giornalettismo:

"E' veramente difficile comprendere perchè ai traders di AIG sia stato riconosciuto un premio. Come possono giustificare questo oltraggio ai contribuenti che si sono svenati per tenerli a galla? Ho incaricato il segretario Geitnner di esplorare ogni via legale per impedire che questa vergogna si compia". Eppure, fosse stato più attento, l'Uomo dei Sogni avrebbe potuto evitare di firmare la legge che li autorizzava cotta e servita dal suo partito. E ci sarebbe ancora qualcosina da spiegare...


Il presidente USA si è auto-definito "pieno di rabbia" di fronte allo scandalo dei bonus elargiti da AIG, il colosso assicurativo salvato dal governo e con la faccia tosta di distribuire 167 milioni di dollari di premi ai propri dirigenti, usando il denaro del contribuente. In questa storia, tuttavia, tutti mentono: i dirigenti di AIG e i parlamentari che ora s'indignano, ma una settimana fa accettavano donazioni di AIG in cambio di leggi e leggine in favore della compagnia. Forse, anche il Presidente stesso, che ha firmato due



settimane fa una legge che autorizzava espressamente quello per cui ora inorridisce a reti unificate. A questo punto sorge la domanda: ha firmato senza leggere, o ci prende tutti per i fondelli come un [[Casini]] qualsiasi quando parla di famiglia inviolabile, tenendo per mano la seconda moglie conosciuta quando lei era quasi adolescente e lui sposato e con figli?


WE CAN... -David Freddoso ne parla su The Corner, documentando le contraddizioni e le balle raccontate dall'establishment del Partito Democratico. I parlamentari ed i senatori democratici che si scagliano adesso contro i bonus milionari arrivati ai dirigenti di AIG si sono forse dimenticati di avere votato per un pacchetto di stimolo che includeva un codicillo che autorizzava esplicitamente il pagamento di bonus anche nelle aziende a di fatto nazionalizzate; alcuni possono sostenere di aver votato per pura disciplina di partito e di non averlo mai letto, ma questo sarebbe ancora più grave nel caso di personaggi come Barney Frank, che è presidente del sottocomitato della Camera sui servizi finanziari, o dei membri democratici di tale comitato: loro, in teoria, sapevano. Non potevano non sapere, visto che il deputato repubblicano Ed Royce si era preso la briga di leggere due volte l'articolo incriminato di fron


te al sottocomitato, proprio al fine di chiederne la cancellazione. Non siamo quindi di fronte all'eredità avvelenata del primo progetto di salvataggio, quello approvato da Bush Jr. L'articolo incriminato è stato inserito dal senatore democratico Chris Dodd, primo in lista come grande beneficiario dei contributi elettorali di AIG e Presidente del potentissimo Senate Banking Committe. Di più, i membri democratici del senate Finance Committee - presieduto da Max Baucus, numero cinque della lista - insieme ai loro colleghi di partito, hanno pensato bene di votare in massa contro un progetto di legge che avrebbe eliminato lo scandalo, mentre contemporaneamente esprimevano a parole tutto il proprio disgusto esattamente per la stessa pratica. Mentre il sottocomitato sui servizi finanziari stava ascoltando le testimonianze sul caso AIG, la Camera ha avuto l'occasione di votare su di una proposta di legge presentata dai repubblicani, che avrebbe vietato alle aziende che ricevono aiuti pubblici tramite il programma TARP di elargire bonus ai propri dirigenti senza un'autorizzazione preventiva del Tesoro.


... YOU CAN'T' - Ebbene, tutti i rappresentanti democratici nel sottocomitato, incluso il suo presidente, hanno votato contro il progetto di legge; poco dopo , si dava inizio dell'audizione di Edward Liddy, amministratore delegato di AIG. I rappresentanti democratici si sono lanciati in una lunga serie di accuse a Liddy, lamentando l'assenza di norme identiche a quelle contro cui avevano votato poco prima. Il Presidente Obama ha dichiarato di aver ordinato al Ministro del Tesoro Geithner di cercare ogni maniera legale per recuperare il denaro versato da AIG ai suoi manager. Avrebbe fatto meglio a leggersi il pacchetto legislativo che ha promosso in ogni maniera possibile, prestandosi ad un martellamento propagandistico senza precedenti per garantirne il passaggio in tempo record. Adesso si dice "pieno di rabbia" per l'ovvia conseguenza di un articolo scritto da uno dei maggiorenti del proprio stesso partito, fingendo di non avervi nulla a che fare. Un Presidente ha sicuramente poco tempo per leggere, ma avremmo preferito sapere che almeno qualche suo assistente legga e controlli la coerenza dei provvedimenti legislativi su cui Obama sta spendendo tanto capitale politico. Oltre l'apparenza, esiste una sostanza? O la sostanza è proprio quella che stiamo vedendo, con un establishment pronto a provarci sempre e comunque, salvo poi fingere indignazione per gli effetti prevedibili e scontati delle loro stesse azioni? Siamo a livelli degni della peggiore politica italiana. Il rimedio che alcuni propongono è infatti molto peggiore del male. Per limitare i casi di malversazione viene richiesta a gran voce l'adozione di una legge che renderà il governo libero di riscrivere, con un atto d'imperio, ogni contratto che non piace ai politici, violando così una delle norme fondamentali del vivere civile degli ultimi tre secoli, una delle prime e più importanti difese contro l'arbitrio governativo: il principio che i contratti, se siglati in maniera legittima, vanno rispettati e che possono essere rescissi e modificati soltanto tramite accordo fra le parti. Possiamo soltanto cominciare ad immaginare cosa succederà allo stato di diritto ed alla prosperità degli Stati Uniti, quando anche uno degli ultimi baluardi del liberalismo classico verrà pervertito in senso collettivista. Una rapida discesa verso il corporativismo ed il collettivismo, nelle sue varianti socialiste, clericali o fasciste. Benvenuti a Washington, provincia di Roma.

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