martedì, maggio 19, 2009

Sproloqui su laicità e Fini

Nel verso giusto sosterrebbe che il Presidente della Camera Gianfranco Fini si sarebbe comportato in maniera illiberale, sostenendo uno dei principi fondamentali della prassi liberale.

In realtà, Fini non ha negato l'utilità dell'istituzione religiosa, né ha proclamato la necessità di eliminarla. Ha soltanto omesso una sola parola dalla propria frase: "esclusivamente". Perché, siamo onesti, di leggi dettate esclusivamente dalla fede, prive di altri sostegni, ne abbiamo viste a bizzeffe, nonostante le ingenuità di certi commentatori papalini: vogliamo ricordare le pressioni e le argomentazioni puramente fideistiche, marxiste o cattoliche, legate alla legislazione di famiglia o medica e prive di una qualsiasi giustificazione razionale?

L'ha omessa perché, ingenuamente, pensava id avere a che fare con interlocutori avvezzi al liberalismo, non a convertiti dell'ultim'ora con letture liberali superficiali, ma molto avvezzi al pensiero totalitario, crociato, islamico o rosso che sia.

Il credente può avanzare proposte generate da credenze religiose, ma le deve poter argomentare in maniera razionale. Non può giustificarle urlando "Dio lo vuole", come fanno certi fondamentalisti islamici e cattolici; questo è un tipo di imposizione che un governo liberale deve avere la forza di ignorare. Perché è totalmente illiberale e qualunque liberale lo dovrebbe sapere.

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