giovedì, settembre 03, 2009

Se Bush non era keynesiano, non lo era neppure lo stesso Keynes

Probabilmente è vero che Bush Junior non era keynesiano, ma in base alla tassonomia economica prevalente,allora neppure Keynes era keynesiano.

"Uno dei capisaldi della dottrina keynesiana era il perseguimento del pareggio di bilancio entro un ciclo economico" , scrive l'ottimo socio. Verissimo, ma venne ignorato da chiunque seguì - ed in parte dallo stesso Keynes. Questo caposaldo non è tenuto in enorme evidenza neppure da Keynes stesso, probabilmente per ragioni storiche: Keynes scriveva in un mondo ossessionato dalla disciplina di bilancio ed alle prese con la Grande Depressione; la necessità dell'azzeramento del deficit veniva data per scontata ed andava reinterpretata per coprire il ciclo e non il mero budget annuale dello stato.
Il suo approccio ha tuttavia permesso alla scuola che proclama di averlo preso a modello, universalmente definita "keynesiana" di indebolire tale requisito sino a renderlo quasi ininfluente. Non cominciamo neppure a discutere della pletora di politici che vi hanno aderito per convenienza, ricordandosi soltanto della parte nel quale si discute di spesa pubblica illimitata e della corte di pseudoeconomisti che hanno fatto loro da coro.
E' questo il grande difetto di Keynes: aver legittimato sul piano intellettuale una pratica deleteria, senza preoccuparsi delle conseguenze. La sua iconoclastia ha messo in ombra anche quella parte della teoria economica che era essenziale anche per la propria stessa teoria, lasciando gioco libero ai suoi epigoni. Un altro esempio della legge delle conseguenze inattese.

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