mercoledì, ottobre 28, 2009

Città private, una realtà di successo per 40 milioni di americani

Il volume "Libertà e istituzioni nella città volontaria" parla delle città private, ossia di quelle comunità che si organizzano al di fuori dell'imposizione di regole di tipo statale. Recensiscono bene alla Libreria del Ponte:

Un grande successo di libertarismo applicato: l'esempio delle città private americane

Nelle nostre realtà urbane, le regole d'uso del suolo e le infrastrutture e i servizi territoriali sono stati tradizionalmente garantiti dall'amministrazione pubblica.
In tempi recenti stanno invece guadagnando sempre più spazio forme volontarie e private di organizzazione della convivenza e di fornitura autonoma di servizi comuni, che si fondano sull'accettazione volontaria di un insieme condiviso di regole per la cura del proprio ambiente di vita.Si tratta di piccoli quartieri o addirittura piccole cittadine residenziali, chiusi, all'interno dei quali l'organizzazione degli spazi, dei servizi, ecc. sono decisi dalla comunità che li abita, e non dall'amministrazione pubblica

Come è noto, questo tipo di forme associative volontarie a base territoriale si sta sviluppando soprattutto negli Stati Uniti, dove circa quaranta milioni di statunitensi vivono in comunità di questo genere.


E' ora di smetterla di fingere che lo stato sia l'unico modo per fornire beni pubblici. I privati, sia in forma cooperativa che aziendale, possono svolgere tali compiti come o meglio di una burocrazia governativa, protetta dalla politica. Esistono soluzioni migliori di quella classica, ossia abbandonare la scelta pubblica nelle mani delle decisioni di una maggioranza spesso poco informata, oppure di politici di fato irresponsabili.

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