lunedì, ottobre 19, 2009

Volete dire che Augias l'ha fatto gratis?

Credo che l'enigma non sia se Corrado Augias fosse una spia cecoslovacca. L'enigma è il motivo per cui Augias si sia bevuto e abbia propalato decenni di propaganda sovietica, se non ne ha avuto in cambio nulla. Salvo, probabilmente, lavoro e carriera da parte di coloro che volevano sentir suonare una certa musica da intellettuali e giornalisti. Troppa gente in Italia si è comportata, non da spia, ma da collaborazionista, in cambio di un piatto di lenticchie.

Corrado Augias si è indignato per le accuse rivoltegli a mezzo articolo del Giornale. Non voglio entrare nella presunta complicità di Augias con una nazione allora nemica e sottoposta alla dittatura sovietica, Vedere in fondo le sue dichiarazioni, in ogni caso si deve dire che le accuse ad Augias non provengono da fonti giornalistiche, ma da ex membri dei servizi di sicurezza cecoslovacchi...

Di sicuro molti membri del Pci furono cooptati dai sovietici. L'impero sovietico in quegli anni era potentissimo, soprattutto nel settore dei media. Vladimir Bukovskij nel suo saggio "Gli archivi segreti di Mosca" (Spirali) fornisce il verbale di una seduta del Politburo del 5 V 1974, intitolato Sull'aiuto speciale fornito al Pci.
Al punto 1 si riferisce:
Soddisfare la richiesta del Gruppo dirigente del Partito Comunista italiano e accogliere in URSS 19 comunisti italiani per la frequenza ai corsi di addestramento speciale, e in particolare 6 uomini al corso di addestramento nelle radiocomunicazioni presso la stazione radio BR-3u e nella cifratura (durata tre mesi); due istruttori per il corso di radiotelegrafisti e cifristi (durata tre mesi), 9 uomini ai corsi di tecnica di partito (2 mesi); due uomini ai corsi di tecnica di travestimento (2 settimane); uno specialista per la consulenza sulle questioni organizzative dei sistemi di comunicazione interna"... (p. 46).
Al punto 3 (p. 48) si parla della "...trasmissione radio unilaterale di telegrammi circolari ai centri regionali 13-16 del PCI, e di provvedere ai documenti cifrati per la decodificazione delle radiotrasmissioni bilaterali.

Al punto 4 si parla di
"Soddisfare la richiesta del Gruppo dirigente del PCI e approntare 500 passaporti italiani in bianco e 50 completi di dati (per i membri del direttivo del PCI) e altrettante carte di identità; approntare inoltre una scorta di 50 passaporti e carte di identità francesi e altrettanti svizzeri..."
Al punto 5 si conclude di
"Approvare il testo del telegramma al residente del KGB in Italia" (p. 48). N.B. Gli "uffici" del Kgb venivano definiti "residenture".

Nel saggio L'archivio Mitrokhin, di Christopher Andrew e Vasilij Mitrokhin, sono documentati centinaia di casi di soggezione involontaria, e magari non pagata, da parte di quotidiani e personaggi occidentali nei confronti del comunismo del Komintern. Ad esempio (p. 112) si ricorda che "nel 1976 il New York Times dedicò 66 articoli sulle violazioni di diritti umani in Cile, contro i 4 dedicati alla Cambogia. La difficoltà di trovare informazioni sulla Cambogia non basta a spiegare questa straordinaria diversità di trattamento". Si pensi a personaggi collegati col Kgb quasi geneticamente, come il terrorista Carlos lo Sciacallo. (p.297). Ilic Ramirez Sanchez, detto Carlos, fece irruzione con terroristi tedeschi e palestinesi nella sede viennese dell'Opec (dicembre 1975). "Era il viziatissimo figlio di un milionario comunista venezuelano che aveva dato ai suoi tre figli i nomi di Vladimir, Ilic e Lenin...". Il KGB di New York (p. 414) bombardò i diplomatici africani alle Nazioni Unite con "corrispondenza piena di insulti razziali che proveniva in apparenza da sostenitori americani della razza bianca".
Nell'aprile 1961 il KGB riuscì a piazzare sul quotidiano italiano filo-sovietico "Paese Sera" un articolo che suggeriva il coinvolgimento della CIA nel fallito colpo di Stato organizzato da quattro generali francesi contro i tentativi di pace di De Gaulle con l'FNL (p. 411).

Anche la fondazione de L'Espresso sarebbe avvenuta col contributo diretto (in denaro) della residentura del Kgb di Roma. Il dossier Mitrokhin riporta infatti: "La rivista politica l'Espresso era stata pubblicata e finanziata dal Kgb in Italia dal giugno del 1962".
Un numero molto alto di giornalisti italiani è risultato a libro paga dei sovietici, in seguito alla pubblicazione degli archivi, alcuni di loro hanno ammesso i rapporti.


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