domenica, novembre 08, 2009

Michael Moore dall'Annunziata: la fiera dell'assurdo

Lucia Annunziata oggi intervista Michael Moore. Per mezz'ora,  si fanno al regista americano le stesse domande che si porrebbero al presidente della Camera, ad un ambasciatore o ad un rispettato esperto d'economia e politica internazionali.
 Al pubblico di Raitre, ovviamente, viene presentato come un guru in possesso di una conoscenza perfetta delle condizioni degli USA e dei rapporti fra Italia ed USA. Peccato che Michael Moore sia un incrocio fra Di Pietro e Nanni Moretti, senza i (pochi) pregi di entrambi, ma con buona parte dei loro difetti: un regista di mezza tacca, che produce documentari infarciti di propaganda e falsità. Lucia Annunziata, un vero mastino e di norma una brava giornalista, ha improvvisamente un punto cieco e si mette in ginocchio di fronte ad un incompetente, che si diverte a definire gli avversari della riforma sanitaria come dei razzisti nostalgici della schiavitù, pronti ad uccidere  Obama in nome della supremazia razziale. L'unico momento in cui l'Annunziata si adombra è quello in cui Michael Moore fa notare che FIAT non ha  esattamente una grande reputazione negli USA; Marchionne o non Marchionne, i dati sull'affidabilità sono quelli che sono. E' un vero peccato che Moore non applichi gli stessi standard di rigore, quando si diverte a trinciare giudizi su ciò che non conosce e non vuole conoscere. 

Il canone RAI serve anche a questo: lasciare campo libero ai pregiudizi di un'altrimenti valida giornalista, prestandole l'autorità dell'imprimatur governativo e i soldi di ogni contribuente.

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