lunedì, aprile 12, 2010

Fannie Mae e Freddie Mac, l'eredità di Clinton avvelena Obama

Le cattive politicihe di Bill Clinton nascevano forse dalle migliori intenzioni, ma questo non ha evitato una politica di favoritismi che ha posto degli incompetenti al cuore della bolla immobiliare americana, con conseguenze che rischiano di impedire all'amministrazione Obama ogni seria riforma di due dei pilastri finanziari dell'industria immobiliare americana.

Due delle vittime più illustri, ma in un certo senso più prevedibili , della crisi finanziaria sono state Fannie Mae e Freddie Mac, i due giganti parastatali dei mutui, affondati sotto il peso delle perdite accumulate; la garanzia governativa implicita ha permesso per anni alle due agenzie di finanziarsi a tassi simili a quelli governativi ed impiegare questi fondi per acquistare mutui, distorcendo in maniera rilevante il mercato e fornendo un sussidio implicito che ha giocato un ruolo rilevante nella bolla immobiliare.

Su Pajamas Media è uscito oggi un pezzo interessante sulle modalità con cui l'amministrazione Clinton utilizzò il consiglio d'amministrazione di Fannie Mae e Freddie Mac come parcheggio per amici e sostenitori. Il problema è che alcuni di questi sono attualmente alle dipendenze di Barack Obama, a partire da Rahm Emanuel, capo di gabinetto del Presidente. Il risultato è che ogni driforma delle due GSE incontra un muro di gomma.

Per fare un breve elenco:

- Rahm Emanuel, capo di gabinetto di Obama, ex responsabile della raccolta fondi della campagna elettorale di Clinton, poi suo senior adviser. Fu fra i principali sostenitori del progetot di riforma sanitaria che quasi affondò la prima presidenza Clinton. Ha ricevuto 320mila dollari per essere stato consigliere d'amministrazione di Fannie Mae per 14 mesi.

– Dennis DeConcini, ex senatore degli Stati Uniti, accusato di corruzione in relazione allo scandalo bancario delle Savings and Loans nel 1989; il comitato etico del Senato stabilì ch esi era comportaot in maniera impropria ed avevano abusato della propria posizione per interferire nelle operazioni della Federal Home Loan Bank Board, l'autorità di vigilanza; non venne mai tuttavia deferito al tirbunale ordinario. Bill Clinton lo ricompensò per il suo appoggio nominandolo consigliere d'amministrazione di Freddie Mac.

– Jamie Gorelick, amica intima di Hillary Clinton. Gorelick, avvocatoo venne nominata nel consiglio di Fannie Mae, e si licenziò nel 2003 , per essere assunta lo steso giorno da WilmerHale, lo studio legale che rappresentava la società.

– Harold Ickes, definito “l'uomo della spazzatura di Bill Clinton” perisno dalle pagine del progressista New York Times. Vicecapo di gabinetto, implicato nello scandalo in cui Clinton venne accusato di avere illegalmento accettato denaro da stranieri e di aver venduto l'accesso alla Casa Bianca al miglior offerente. Ickes si assunse tutta la responsabilità.

– Jack Quinn , il capo di gabinetto di Al Gore.

- Neil Hartigan, ex proocuratore generale dell'Illinois.

– Maynard Jackson, il sindaco democratico di Atlanta.

– Jose Villarreal, vicedirettore della campagna presidenziale del 1992 di Bill Clinton e "sneior adviser" di Hillary Clinton nella sua campagna per l anomination presidenziale del 2008.

– Garry Mauro, il fedelissimo dei Clinton in Texas , nominato dopo aver perso le elezioni a governatore dello Stato contor George W. Bush.

– William Daley, fratello del chiaccherato sindaco di Chicago Richard Daley Jr. e figlio del famigerato Richard Daley Senior; presidente della campagna presidenziale di Al Gore , segretario al commercio di Clinton , consigliere del team di transizione del President eObama.

Nessuno di loro ha alcuna competenza specifica in materia finanziaria. Nessuno di loro ha mai avuto alcun sentoore del marcio che si annidava nelle GSE, ma tutti hanno compreso i vantaggi, elettorali ed assistenziali , del programma.

Non si vuole qui negare la responsabilità enorme del partito repubblicano: per otto anni, Bush ed il leader parlamentari hanno permesso che le proposte di riforma rimanessero lettera morta e , soprattutto, non hanno mai toccato il feudo deocratico che le GSE erano diventate. Le centinaia di milioni di dollari che Fannie Mae e Freddie Mac hanno generosamente versato nelle casse della classe politica sono andate quasi completamente al partito democratico, ma sospettiamo che qualche rivolo abbia trovato la via dei repubblicani che hanno insabbiato i ripetuti tentativi di cambiare lo statu quo prima che fosse troppo tardi.

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