giovedì, aprile 22, 2010

Liquefazione greca

Finale di partita per la Grecia? I tassi a due anni toccano il 9.75% , il nuovo bond a 5 anni greco rende ormai sopra al 9% sulle notizie delle ultime rivelazioni sul baratro fiscale greco. Si avvicina il momento in cui i governi europei dovranno decidere: gettare altro denaro nella fornace ellenica, o accettare finalmente che la manipolazione delle regole di Maastricht e dei mercati non può più nascondere la realtà dell'insolvenza greca, diretta conseguenza di scelte politiche.




In tutto questo, ci preme ricordare che nelle scorse settimane gli speculatori e i malefici trader di CDS non hanno scommesso su una crisi, ma al contrario hanno chiuso le posizioni corte, rivelando una volta di più la futilità delle teorie del complotto tanto amate dai socialisti di destra e di sinistra. Il grafico sottostante indica l'ammontare di posizioni corte chiuse fra il 5 ed il 9 di aprile:


In realtà , non ci sarebbe neppure stato bisogno di monitorare i dati di DTCC. Uno studio del BaFin, l'autorità di vigilanza tedesca, aveva già evidenziato come sia i volumi che le posizioni aperte sui CDS fossero una percentuale trascurabile, rispetto a ai movimenti sul tradizionale mercato dei titoli di Stato.
Allora come oggi, il crollo attuale è tutto attribuibile a chi ha titoli greci in portafoglio e deisdera disfarsene. Speriamo che nessun eurocrate francese si faccia venire in mente di vietare di vendere quello che si è comprato da un governo: oltre al danno, anche la beffa no, per favore.

Qui si è convinti che non si prenderanno iniziative chiare: se dovessimo scommettere, lo faremmo su di un piano di salvataggio che metta una toppa  temporanea ai problemi di liquidità di Atene, rimandando alle calende greche ogni soluzione politicamente fastidiosa. Il calendario elettorale tedesco potrebbe creare complicazioni, ma Francia e Germania non vogliono assumersi la responsabilità di scoperchiare il verminaio delle propprie responsabilità passate.  L'attuale innalzamento dei tassi sta paradossalmente facendo il gioco di Atene, che può sostenere la favoletta di una crisi di cui sarebbe vittima e chiedere l'aiuto europeo, che in teoria potrebbe scattare soltanto di fronte all'impossibilità greca di finanziarsi sul mercato. Et voilà.

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