giovedì, giugno 17, 2010

Per Obama i sindacalisti sono più importanti del disastro nel Golfo

Barack Obama  ha recentemente sostenuto che "non accetterà di non fare nulla" riguardo al disastro del Golfo. Eppure si è rifiutato di sospendere una norma protezionista  per non irritare i sindacati, impedendo così l'impiego di tecnologie e mezzi vitali per ridurre il disastro ambientale. L'amministrazione Bush non esitò a sospendere la legge nel 2005, per permettere agli aiuti internazionali di arrivare dopo l'uragano Katrina, ma evidentemente era più interessato al benessere degli elettori rispetto a quello dei sindacalisti. La stessa cosa non si può dire per questo Presidente.

Il Jones Act  è una norma degli anni '20  che vieta la navigazione interna negli USA a navi che non siano costruite e possedute da statunitensi ed impone che l'intero equipaggio sia composto di cittadini e di residenti USA. Per colpa di questa legge, le società che stanno cercando di contenere il disastro hanno dovuto rifiutare le offerte d'aiuto prvenienti dall'Olanda, che avrebbe potuto fornire  vascelli in grado di stendere barriere protettive e pompare petrolio dalla superifice. 
E' una legge che viene difesa dai sindacati, i maggiori finanziatori della campagna elettorale di Obama e le organizzazioni che hanno fornito il maggior numero degli pseudo-volontari a pagamento che i telegiornali italiani hanno sempre finto di non vedere; se durante l'emergenza Katrina l'0amministrazione Bush non ebbe alcun problema ad ottenere una sospensione della legge, non si vede perché l'amministrazione Obama dovrebbe averne, se non per motivi puramente politici: meglio ritardare gli aiuti e trovare un capro espiatorio, piuttosto che irritare i propri compagni di merende, pardon, di "hope and change".

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