mercoledì, dicembre 01, 2010

Nuovi piani europei per il debito: un salvagente americano per l'Europa e una pietra al collo per i produttori di entrambe le sponde dell'Atlantico

Giornata di ottimismo e recuperi per il debito dei paesi periferici europei. La scintilla è arrivata dalle voci di vari interventi e da un'ondata di acquisti da parte della BCE. Questi interventi rischiano di essere deleteri nel lungo periodo, ma nel breve hanno spezzato (a caro prezzo, se attuati) il circolo vizioso e hanno ala fine ottenuto un forte rialzo dell'euro, oltre a un rimbalzo feroce dei mercati.


Le prime voci sono state quelle di un maggiore impegno della BCE, con un nuovo programma di acquisto di titoli di Stato fino a 2 triliardi di euro. Insieme sono arrivate altre dichiarazioni riguardo ad un consolidamento e rafforzamento del ruolo del fondo EFSF, che emetterebbe bond garantiti da tutti gli stati - e quindi da quelli più forti - per raccogliere risorse da distribuire agli stati meno virtuosi, evitando loro di emettere separatamente.
Questo ha scatenato le ricoperture sui mercati, scatenando gli acquisti su buona parte del mercato.

A fine giornata, sono arrivate voci anonime secondo le quali il Tesoro USA sarebbe disponibile a finanziare gli aiuti del FMI con una nuova infusione di dollari verso il fondo. Gli effetti sul cambio sono stati immediati, come si può vedere da questo grafico




Se davvero gli USA vogliono aumentare le risorse del FMI internazionale, si otterrebbe un risultato paradossale: la classe media americana, già sofferente, dovrebbe pagare non soltanto per il salvataggio di chi ha speculato e sbagliato negli USA, ma anche per chi lo ha fatto in Europa. Nessuno dei colpevoli paga, tutti gli altri soffrono.



Per quanto riguarda le altre due linee d'intervento, i rischi di medio periodo sarebbero elevati. UN piano di acquisti della dimensione prevista sarebbe una droga per il mercaot, ma aumenterebbe i rischi d'inflazione ed esporrebbe la BCE ad enormi perdite, nel caso più che probabile che banche e nazioni inefficienti od imprudenti dovessero ristrutturare il proprio debito. La Grecia è già di fatto insolvente, come il sistema bancario irlandese; comprare miliardi di obbligazioni di queste entità ne ridurrebbe gli incentivi a ristrutturare e creerebbe degli zombie, divoratori di risorse altrimenti produttive, senza alcuna garanzia di successo. Come già detto in altre occasioni, economie ed imprese malate andrebbero ristrutturate, anche dolorosamente, per farle ripartire e lasciare spazio a coloro che si sono comportati prudentemente, innescando un circolo virtuoso. Così facendo, si rischia di buttare denaro in una causa persa.

Il piano di centralizzazione dell'emissione di debito nasconderebbe le debolezze dei paesi problematici dietro al copertura delle nazioni più forti, facendo pagare ai contribuenti francesi, olandesi e soprattutto tedeschi i vizi mediterranei e le intemperanze dei banchieri tedeschi in Irlanda e Grecia, ma risolleverebbe il mercato almeno nel breve periodo. E' uno schema analogo a quello che ha dato vita a Fannie Mae e Freddie Mac, garantite dal governo e in grado di sussidiare il mercato immobiliare americano senza pesare ufficialmente sui conti pubblici, salvo implodere in maniera spettacolare con perdite per centinaia di miliardi di dollari. Analogamente, pensiamo a quanto accade nelle Regioni italiane: il governo centrale s'indebita, poi gira le risorse raccolte alle regioni in deficit, coprendone i problemi e pagando interessi e capitale con il denaro prelevato nelle aree virtuose.
In teoria, il controllo centrale dovrebbe disciplinare gli enti viziosi. In pratica, vediamo quanto male questo funzioni in Italia: pensiamo davvero che funzionerebbe meglio questo sistema, se venisse gestito dall'euroburocrazia di Bruxelles?

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