lunedì, gennaio 10, 2011

Portogallo, salvagente BCE

Secondo Reuters, la BCE starebbe comprando a man bassa debito portoghese, greco e irlandese, per stabilizzare la situazione. Se non siamo alla disperazione, poco ci manca. Il problema di queste tre nazioni, lo ripeteremo fino alla nausea, non è di temporanea assenza di liquidità, anche se Lisbona è la nazione si avvicina di più a questa definizione.

E' un problema di lungo periodo, di insolvenza: quella del governo greco, prigioniero di una politica vorace e di un pubblico drogato a colpi di panem et circenses elargiti a spese di una classe superiore più simile ad una plutocrazia preindustriale che ad una borghesia moderna. O del sistema bancario irlandese, colpevole di aver pervertito miracolo celtico, con la complicità di una politica monetaria eccessivamente lasca e di una regolamentazione criminogena e dannosa ancor prima che inutile.

Il Portogallo non è particolarmente sprecone, ma cresce troppo poco: è arrivato troppo tardi alllo sviluppo per poter imitare il miracolo economico tramite bassi salari, data la concorrenza asiatica ed ha ben poco a parte il turismo; rischia il fallimento per aver creduto al miraggio della bolla finanziaria, non per averne attivamente approfittato. Può evitarlo tramite austerità e, soprattutto, radicali riforme economiche liberali, le stesse che ha evitato quando ha cercato di ottenere i vantaggi dell'Unione, senza pagarne il costo (come molti, troppi altri stati europei).

Tutto questo poco importa, tuttavia, se verrà trasformato nell'ennesimo sistema economico-zombie dalla necessità della classe politica tedesca e francese di nascondere i propri errori e quelli dei propri protetti nelle banche statali delle due nazioni-guida.

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