lunedì, gennaio 10, 2011

Repetita iuvat: Studenti, ricerca e spese militari

Dal recentissimo passato, un bel pezzo di Andrea Gilli su Studenti, ricerca e spese militari (grazie a Epistemes.org):

"La recente riforma dell’istruzione targata Gelmini ha scatenato scontri e proteste. In questa sede, non è mio interesse schierarmi. Piuttosto mi interessa un argomento avanzato da più parti per modificare la riforma. Sia durante alcune trasmissioni televisive che in questo video, gli “studenti italiani” si dicono a favore di tagliare le spese militari (definite sempre in aumento) per ricalibrare la spesa in istruzione. Hanno ragione?

L’idea di fondo degli studenti è che le spese militari siano uno spreco di risorse e che utilizzando quei fondi, la ricerca italiana potrebbe essere rafforzata sensibilmente. A mio modo di vedere ci sono almeno tre problemi con questa affermazione.

In primo luogo, bisogna capire in Italia quanto si spende in difesa. La risposta è presto detta. Il bilancio della difesa ammonta a circa l’1% del Pil (si va dallo 0,87% all’1,1% a seconda delle stime). Per fare un paragone, la spesa in istruzione in Italia è pari al 4,7% del Pil. Il rapporto è di circa 1 a 5. Gli studenti dunque chiedono ad una delle voci più piccole del bilancio statale di sobbarcarsi il peso dei tagli alla ricerca. Singolare, come minimo, specie quando ci sono parti del bilancio statale (pensioni [14% del Pil], sanità [8% circa Pil], amministrazione dello stato [politici, saltimbanchi et simila]) che fanno impallidire sia per il valore delle loro poste di bilancio che per gli sprechi che le caratterizzano.

Cari sinistri, smettetela di truffare gli studenti. Cari studenti, vedete di studiare, prima di aprire bocca. Altrimenti potreste sembrare utili idioti per i vecchi collettivisti che vi usano come marionette .

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