martedì, giugno 14, 2011

Svolta sociale a destra: come se non lo fossimo già troppo

E adesso Alemanno e Storace prendono fischi per fiaschi e pretendono una svolta "sociale" . Chiedo scusa, ma stiamo vivendo da anni sotto un governo gonfio di socialisti e che pratica il socialismo ad ogni livello, salvo quello della retorica. Vogliamo ricordare le misure populistiche, la controriforma dell'avvocatura, i piani-casa, la mancata riforma del fisco, le manipolazioni del mercato con i salvataggi di vario ordine grado, i favori alle municipalizzate?

La Lega, che adesso sostiene di non voler più prendere sberle, dovrebbe fare un'autocritica altrettanto profonda: ha buona parte della responsabilità ricade anche sulle sue spalle; dopo aver abbandonato l'originale carica antistatalista, il movimento di Bossi si è trasformato in un partito degli assessori, che ha bloccato la riforma delle aziende comunali, si è opposto alla trasparenza nelgi appalti ed ha sposato, per miopia elettorale e identico humus pseudoscientifico e complottista, le peggiori cause reazionarie in campo agricolo ed industriale. Nell'immediato, i leghisti hanno invitato a votare Sì, almeno con l'esempio pratico. Poco hanno,quindi, da lamentarsi; dovrebbero invece porsi le stesse domande dei piani alti del PdL.

La disaffezione del popolo di centrodestra è dovuto anche a questo, all'enorme distanza fra la retorica liberale ed una pratica che pare una versione clericale del centrosinistra.
Quale controprova, si ricordi il periodo di maggior successo per le componenti del PdL e per la Lega: coincidono con i momenti più liberali e meno statalisti. I cedimenti alle oligarchie sindacali e corporative, invece, si sono sempre rivelati fallimentari, appena al di là dell'immediato.Come si era già scritto tempo fa e come sta avvenendo infine, se ci si comporta come la brutta copia, si rischia che il popolo bue se ne accorga e voti l'originale.

La rinascita del centrodestra non può certo ricominciare da una nuova dose del veleno che rischia di ridurre in polvere il cuore produttivo italiano e quel poco di libertà che ha permesso, ma una ripresa del vero, unico tratto distintivo del centrodestra rispetto ai collettivisti a sinistra: la libertà responsabile, ad ogni livello.

Senza questo, meritiamo l'oblio, sostituiti dalla falsa sinistra dei Bossi e degli Alemanno.

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