martedì, dicembre 20, 2011

Romney Gekko


Se non vi piace farvi fotografare, ecco un buon modo per far apparire razionale la vostra scelta.
Siamo sicuri che il candidato alla nomination repubblicana Mitt Romney si sta pentendo di questa foto alla Gordon Gekko, scattata ngli anni'80.

Il mistero spagnolo?

Phastidio s'interroga sul mistero spagnolo : i mercati hanno reagito meglio alla manovra spagnola che a quella italiana, nonostante (aggiungo io) le prospettive iberiche sembrino più problematiche di quelle italiane.


In parte è comprensibile. A parità di magnitudine dell'aggiustamento fiscale, gli investitori vogliono vedere soprattutto tagli alla spesa, considerati più certi dal lato del risparmio, meno recessivi se accompagnati da misure strutturali e non suscettibili di essere annullati da successivi aumenti di spesa una volta passata l'emergenza. Il governo italiano ha presentato una manovra che è composta, almeno per il primo periodo, soprattutto di nuove tasse; la Spagna, da quello che ho capito, soprattutto di tagli. A questo si deve aggiungere un fattore di natura tecnica: il supporto ai Bonos ed alle obbligazioni di emittenti domestico che le banche spagnole sono ancora in grado di fornire. Quanto tale supporto possa durare è opinabile, in vista della paventata necessità di disfarsi dell'enorme patrimonio immobiliare finito in mano alle banche e, sospettiamo, valutato a prezzi non propriamente conservativi. Come già nota il nostro, auguri...

lunedì, novembre 21, 2011

Tea Party Italia - Il 26 Novembre tutti a Milano

Sabato 26 novembre dalle ore 14.30 il Tea Party Italia – referente ufficiale per l'Europa dei Tea Party Patriots USA - darà vita ad una importante manifestazione a Milano in P.za S. Babila a cui aderiscono moltissimi movimenti e associazioni liberali italiane. E’ la prima manifestazione nazionale di tutti i Tea Party del nostro paese contro l'invasione dello stato nella vita dei cittadini, contro un fisco oppressivo e una politica incapace di agire per il bene del paese. Un'occasione importante per per dire no a gran voce ad ulteriori tasse: no ad ulteriori aumenti dell'IVA, no all'ICI e no alle patrimoniali. Sì a riforme coraggiose in senso liberale, sì ai tagli alla spesa pubblica, sì alle liberalizzazioni e alla riduzione del carico fiscale.

Monti si è insediato al Governo e non ha ancora chiarito questo punto determinante: vuole rilanciare il paese tagliando la spesa, le tasse e liberalizzando o lo vuole fare prosciugando i risparmi degli italiani?
Il governo tecnico si insedia per fare riforme impopolari che avrebbero scontentato l’elettorato di una parte o dell’altra, chiediamo a gran voce che queste riforme siano autenticamente liberali e non si traducano nella via più facile da percorrere: l'ennesimo salasso fiscale, dipinto come risolutivo, che darebbe però il colpo di grazia ad imprese, famiglie e ceto medio.

Tea Party Italia, da P.za S.Babila vuole lanciare un messaggio forte: la battaglia contro un fisco oppressivo è la chiave di volta per un vero rilancio del paese. Tantissimi gli ospiti importanti che interverranno durante la manifestazione.

Saranno con noi numerosi ospiti autorevoli, fra cui: Carlo Lottieri, Adriano Teso, Alessandro De Nicola, Giancarlo Pagliarini, Marco Respinti, Annalisa Chirico e molti altri ancora.

Info:
Portavoce Nazionale: Giacomo Zucco
giacomo.zucco@teapartyitalia.it, 329.7717158

Segreteria Organizzativa: Saba Giulia Zecchi
saba.zecchi@teapartyitalia.it, 377.4178051



Tea Party ITALIA - IL 26 NOVEMBRE TUTTI A MILANO!


martedì, settembre 27, 2011

downgrade bancari: l''ultimo dei problemi

Standard &Poor’s ha declassato tre delle maggiori banche italiane e cambiato l’outlook per altre 15; quasi contemporaneamente Moody’s ha ridotto il rating di tre delle maggiori banche USA, CItigroup, Wells Fargo e BAnk of America, che insieme raccolgono un quarto di tutti i depositi negli Stati Uniti. Le Borse di tutto il mondo sono crollate, nonostante la Fed avesse annunciato nelle stesse ore nuove misure straordinarie per sostenere i mercati.
La reazione istintiva è stata, per molti, quella di ricorrere alla teoria del complotto: le agenzie di rating hanno inferto, per oscuri scopi, una improvvisa pugnalata alle spalle alle banche. La vera tragedia è invece che le decisioni delle agenzie di rating sono solo l’ultimo dei problemi per i sistemi bancari di entrambe la nazioni, .

Dal punto di vista meramente tecnico, l’azione di declassamento delle banche italiane era soltanto questione di tempo. I rating di una banca non possono essere superiori, in linea generale, al rating della nazione nella quale ha sede; una volta declassato il merito di credito dell’Italia, il processo di revisione al ribasso si è messo in moto e non poteva avere conclusioni molto differenti. Intesa, Mediobanca e BNL non sono peggiori delle altre, ma al contrario erano fra le poche banche rimaste ad avere un merito di credito così alto da essere sensibili al “tetto” costituito dal rating della Repubblica Italiana. Le altre avevano già rating inferiori e quindi non sono state toccate.
Il declassamento delle tre grandi banche americane è fondamentalmente avvenuto per lo stesso motivo: Moody’s aveva inizialmente risparmiato loro un taglio di rating profondo quanto quello di altri giganti bancari come Goldman Sachs o JPMorgan, ritenendo che avessero unlivello di supporto governativo implicito superiore quello di queste ultime. Visti i recenti sviluppi politici, invece, l’agenzia ritiene ora che non vi siano più particolari differenze.

Perché questa importanza sul supporto statale per un settore economico particolare all’interno di un’economia di mercato che si proclama essere ormai libera, anzi troppo libera? Perché tale libertà dai diktat politici nella realtà non esiste, persino in Occidente, per ampi settori della vita economica. Le banche non sono aziende come la altre, ma vivono all’interno di un “patto col diavolo” che sospende almeno parzialmente il funzionamento del sistema di mercato: per cui da un lato sono sottoposte ad una vigilanza che decide aspetti essenziali della gestione; dall’altro, godono di una forte limitazione della concorrenza, di un accesso privilegiato alla BCE e della presunzione che, in caso di problemi seri, il governo interverrà salvando non soltanto i depositanti, ma tutti i creditori e forse anche gli azionisti. Le agenzie di rating tengono conto di tale situazione, come lo fa l’intero mercato, anche se raramente viene esplicitata chiaramente; laddove il credito del potere politico cala, così deve seguire quello dei propri protetti e si è semplicemente certificato ciò che era già reso evidente dal crollo delle quotazioni. Il problema, semmai, è il rilievo dato ad istituzioni che non sono più in grado di fornire nuove informazini od analisi pregnanti, anticipando i mercati. Le agenzie di rating si sono trasformate da istituti di ricerca a meri certificatori dell’ovvio, burocrazie operative con tempistiche talmente lunghe da arrivare regolarmente in ritardo, esattamente ad immagine delle burocrazie ministeriali che le hanno plasmate, trasformandole nel tempo in monopoli garantiti per legge e sottraendole alla disciplina della concorrenza. Fato comune, d’altronde, alle banche che dovrebbero analizzare.

Crossposted su notapolitica.it

martedì, giugno 14, 2011

Svolta sociale a destra: come se non lo fossimo già troppo

E adesso Alemanno e Storace prendono fischi per fiaschi e pretendono una svolta "sociale" . Chiedo scusa, ma stiamo vivendo da anni sotto un governo gonfio di socialisti e che pratica il socialismo ad ogni livello, salvo quello della retorica. Vogliamo ricordare le misure populistiche, la controriforma dell'avvocatura, i piani-casa, la mancata riforma del fisco, le manipolazioni del mercato con i salvataggi di vario ordine grado, i favori alle municipalizzate?

La Lega, che adesso sostiene di non voler più prendere sberle, dovrebbe fare un'autocritica altrettanto profonda: ha buona parte della responsabilità ricade anche sulle sue spalle; dopo aver abbandonato l'originale carica antistatalista, il movimento di Bossi si è trasformato in un partito degli assessori, che ha bloccato la riforma delle aziende comunali, si è opposto alla trasparenza nelgi appalti ed ha sposato, per miopia elettorale e identico humus pseudoscientifico e complottista, le peggiori cause reazionarie in campo agricolo ed industriale. Nell'immediato, i leghisti hanno invitato a votare Sì, almeno con l'esempio pratico. Poco hanno,quindi, da lamentarsi; dovrebbero invece porsi le stesse domande dei piani alti del PdL.

La disaffezione del popolo di centrodestra è dovuto anche a questo, all'enorme distanza fra la retorica liberale ed una pratica che pare una versione clericale del centrosinistra.
Quale controprova, si ricordi il periodo di maggior successo per le componenti del PdL e per la Lega: coincidono con i momenti più liberali e meno statalisti. I cedimenti alle oligarchie sindacali e corporative, invece, si sono sempre rivelati fallimentari, appena al di là dell'immediato.Come si era già scritto tempo fa e come sta avvenendo infine, se ci si comporta come la brutta copia, si rischia che il popolo bue se ne accorga e voti l'originale.

La rinascita del centrodestra non può certo ricominciare da una nuova dose del veleno che rischia di ridurre in polvere il cuore produttivo italiano e quel poco di libertà che ha permesso, ma una ripresa del vero, unico tratto distintivo del centrodestra rispetto ai collettivisti a sinistra: la libertà responsabile, ad ogni livello.

Senza questo, meritiamo l'oblio, sostituiti dalla falsa sinistra dei Bossi e degli Alemanno.

lunedì, giugno 13, 2011

Il Sì è un voto per la partitocrazia e per il vero regime mediatico

Carlo Stagnaro spiega molto bene perché il "Sì" al referendum sull'acqua è in realtà un Sì alla partitocrazia ed ai Carrozzoni pubblici.
Mi fa quasi tenerezza vedere orde di indignati mettersi in fila ai seggi per votare un'iniziativa che ci riporta ai tepi più bui della partitocrazia, quando assessori e ministri affidavano agli amici degli amici il potere di sperperare risorse del contribuente in nome del "bene comune". Adesso votano compatti per permettere alla classe politica di continuare a depredarli in maniera occulta, invece di essere costretti ad ammettere la bancarotta del sistema; il quesito, infatti, renderà più difficile affidare tramite gara la gestione degli acquedotti, con il risultato che continuerà ad essere gestito da burocrazie buone soltanto a devastare gli acquedotti .
Il bello è che si tratta di persone in perfetta buona fede , che si scandalizza per molto meno, quando appare sugli organi di stampa di centrosinistra.
E questo ci porta all'altro punto dolente: il successo questi referendum è costruito su di una valanga di mistificazioni , bugie e distorsioni tendenziose della realtà, al cui confronto Minzolini appare quale un dilettante di belle speranze e Silvio Berlusconi un principiante alle prime armi.
SI tratta, temo, della prova generale per la restaurazione del regime orwelliano dei media che ha afflitto l'Italia per decenni. SE il Caimano vi pareva onnipresente, vedrete quando lorsignori si riprenderanno il tubo catodico.


Hat tip: IBL

mercoledì, aprile 20, 2011

Ricordando Ayn Rand

Un bell'articolo di Donald L. Luskin ci ricorda la vare Ayn Rand. Detestata ai suoi tmepi dai conservatori "ufficiali", perché atea; ben cosciente di quanto i "cpiatalisti", quando di Stato, potessero rivelarsi i principali nemici del capitalismo

"But it's a misreading of "Atlas" to claim that it is simply an antigovernment tract or an uncritical celebration of big business. In fact, the real villain of "Atlas" is a big businessman, railroad CEO James Taggart, whose crony capitalism does more to bring down the economy than all of Mouch's regulations"

martedì, aprile 19, 2011

Vai Hugh Hendry






YouTube - Hedge Fund Manager Hugh Hendry

giovedì, aprile 14, 2011

Mercato drogato, mercato allucinato?

Deutsche Bank analizza il meccanismo di trasmissione dello stimolo della Fed - e scopre alcuni dati interessanti. Il meccanismo di trasmissione non è il sistema bancario, che paradossalmente rifiuta di prestare e quindi non inietta davvero contanti nell'economia. Questo , per inciso, è il motivo per cui l'enorme aumento di massa monetaria non sta causando impennate inflazionistiche- è come se le banconote appena stampate non lasciassero mai i magazzini della Fed.

La Fed sta di fatto operando tramite una forma di manipolazione di mercato più sottile, che di fatto ha persuaso gli investitori a marcare al rialzo il valore dei propri investimenti, senza tuttavia avere modificato di molto quanto vi è al di sotto. Non si tratta di una buona notizia: il sistema bancario non è apparentemente in grado di ricominciare a lavorar,e neppure sotto stimolanti ed i mercati finanziari possono rimanere in questo stato soltanto sino a quando credono che la liquidità della Fed possa effettivamente arrivare a salvarli ogni singola volta in cui vi sono problemi. Con il sistema bancario incapace di muoversi, il canale di trasmissione è di fatto chiuso e l'effetto annuncio non sarà in grado di nascondere per sempre la realtà.

Il mercato non è drogato di liquidità, insomma. E' in uno stato di allucinazione permanente, il che è persino peggio. O le banche ricomonciano a prestare, creando inflazione e rischiando tuttavia un'orgia di malinvestimenti, o il mercato dovrà riprezzarsi al ribasso, tornando a valutazioni coerenti con un'economia non più in caduta libera, ma almeno in una seria convalescenza.


Government

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Hat tip - The Diamond Age

mercoledì, aprile 13, 2011

Crisi economiche, beta-bloccanti e teoria Austriaca

La massiccia interferenza della Federal Reserve durante la crisi economica è stata spesso spiegata (anche dallo stesso Bernanke) impiegando l'analogia dell medico che deve intervenire drasticamente per salvare un paziente durante un attacco di cuore.
Dimentichiamo per un attimo le azioni della Fed e del governo americano nel periodo precedente, che hanno contribuito enormemente all'esplosione della crisi stessa: il cardiologo è anche lo spacciatore che ha fornito droga mal tagliata e poi farmaci controproducenti al paziente.

Anche se ci limitassimo al periodo che viene spesso descritto con metafore mediche, The Daily Capitalist ci fa notare oggi come tale metafora, propriamente intesa, fornisca supporto non tanto alla tesi interventista , quanto alla ricetta liberale esposta dagli economisti austriaci:

It’s past time for beta blockers rather than stimulants for the economy, based on the following analogy.


Let’s take Ben Bernanke as the doctor on the case of the U. S. economy, having succeeded Alan Greenspan while the mid-decade “boom” was beginning to arise from the tech wreck of 2000-2002. Let’s further posit that Dr. Bernanke committed economic malpractice. He failed to properly diagnose the patient as suffering from a surfeit of poor lending practices, with massive misallocation of capital and an amazingly leveraged set of financial companies betting their entire shareholder capital on the chance that housing would avoid a collapse.


Let us segue to a more directly medical analogy. Come 2007, when small finance companies had been blowing up and then Bear Stearns developed problems with some of its deals, Dr. B made a small therapeutic step of cutting the cost of “discount window” rate of credit allocation a bit. But the patient worsened and by the following year, Bear Stearns itself was in critical condition. Nonetheless, the good doctor insisted that the housing market was in solid enough condition that any recession that might be underway would follow an ordinary course. Conservative therapy was continued.


But instead the patient developed worsening chest pains. Rather than order a high-tech treadmill stress test or an angiogram, the doctor continued on course. Finally, in late summer/early fall 2008, the patient suffered a massive myocardial infarction (i.e. a “heart attack”).


Now was the time for heroics. Indeed, the Bernank rose to that occasion. He defibrillated the patient and brought in specialists from around the world to get the patient over the crisis. In medicine, very weak hearts may need their pumping function supported by providing intravenous adrenaline. This was done for the financial system. Nonetheless, so much damage was done that a case of congestive heart failure (i. e., a severe economic downturn) occurred. Extensive economic adrenaline was administered in late 2008 and 2009.


The problem is the following. Adrenaline and its analogues are only beneficial during the acute phase. Paradoxically, the way the heart heals best and improves its pumping function is by giving, as soon as possible, medicine that initially weakens the pumping function of the heart.


The pharmaceutical industry spent a good deal of time in the 1980s and 1990s developing phosphodiesterase inhibitors to treat congestive heart failure. These stimulants indeed strengthened the heart as a pump, and most patients on them had more energy and felt better.


Truly unfortunately, treated patients tended to die sooner than patients on placebo. What was happening was that the same medicine that stimulated the heart to pump harder also overstimulated the “electrical” system of the heart that controls the timing of the heartbeat. This led to an unacceptable incidence of sudden cardiac death from irregularities of the heart rhythm (ventricular fibrillation).


This is about as direct an analogy to the current practice of treating a crisis caused by too much cheap credit with even more and even cheaper credit that I can find. It feels good, but it introduces tons of risk. The risk is now on the sovereign, not merely on corporations that could have been liquidated without the sovereign or society as a whole being greatly impaired for very long.


It also turns out that the treatment of weak hearts following myocardial infarctions may point to a better method of recovering from the crisis.


A type of medicine called a beta blocker was developed decades ago to treat a variety of cardiovascular problems including high blood pressure, coronary artery disease, and rapid heart beats. Beta blockers tend to slow the heart rate and weaken the force of contraction of the heartbeat. Therefore it was against all principles of American medicine to give a beta blocker to treat a weak heart.


In Scandinavia, however, physicians had a different point of view. As early as the 1970s, they had reasons to think that beta blockers were beneficial for weak hearts. Lo and behold, they persisted and by the late 1990s, with numerous setbacks along the way, they began to pick up adherents and organized clinical trials to prove their case.


As it happens, beta blocker treatment of weak hearts and the clinical syndrome of congestive heart failure both decreases the incidence of sudden cardiac death and allows the heart to heal and actually increase its pumping function over time. Slow and steady wins this race, not the short-term fix of stimulants except as the latter are needed during the acute crisis.


The economic analogy that I see supports the Austrian view of credit collapses. If credit is allowed to get scarce following a credit boom, the economy will tend to heal by handling the prior malinvestments appropriately. New expenditures will have to meet a high hurdle rate to go forward. Those new capital and other expenditures will therefore tend to succeed and by the standard miracles of capitalism, will tend to allow additional capital to be created, which so long as capital is kept scarce enough, will then also be handled with care.


As with the proper use of capital after the collapse of a credit boom, this is how beta blockers in fact work in heart failure. They are given in mini doses initially. As the heart recovers, the dose is gradually increased, always blocking the effects of adrenalines (our naturally-produced stimulants). The cardiac cells learn to function more efficiently as they are freed from the adrenergic stimulation that in healthy hearts is normal but in weakened hearts has deleterious effects. The heart ends up both stronger and more resistant to ventricular arrhythmias.


Eventually the Scandinavian view of the proper treatment of weak hearts won. It took a while, but all doctors were united in their desire to do right for their patients, and most thought leaders knew enough to be open to new approaches. Also, the pharmaceutical companies were looking for new uses for old drugs and were willing participants in searching for a new paradigm to treat heart failure.


The challenges for Austrian-oriented thinkers in the field of national economic policy are profound, but there is reason for hope. Outmoded intellectual paradigms such as pre-Copernican astronomy tend to fail due to their inability to explain newer, contradictory data without excessive complexity. We have just been through a decade in which the financial system has lurched from the extremes of record-high stock valuations (a false “new paradigm) to record-high money valuations (i. e. global money yields near zero). None of this wildness makes sense, just as the bizarre paths that astronomical bodies had to follow for the earth-centric view of the solar system to be followed also came to look ridiculous.


I believe that a growing number of people are therefore deciding that something is fundamentally rotten in the state of Keynesianism, as the real world refuses to follow the predictions of the money-printers.


As ideas that were proposed to solve the economic crisis of eight decades ago are twisted and mutated into more and more bizarre forms and work less and less well, I become more and more hopeful that economic common sense will eventually prevail. Per Gandhi:


First they ignore you, then they laugh at you, then they fight you, then you win.

lunedì, aprile 11, 2011

Delta One - un altro siluro sul modello di CDO e subprime?

Il linguaggio con cui
FT Alphaville descrive i prodotti Delta One mi ricorda, anche troppo da vicino, le descrizioni non-specialistiche di prodotti che hanno alla fine scavato crateri nei bilanci di banche ed aziende: CDOs, cartolarizzazioni subprime, PIKs.

Intendiamoci, non me la prendo con la tecnologia finanziaria: sarebbe luddismo. Inoltre, per devastare un sistema finanziario non servono certo prodotti complessi: anche in Italia il disastro delle .com e più di un ciclo di bolle e disastri immobiliari dimostra quanto bravi siano i nostri pseudobanchieri e pseudogestori a perdere soldi.
Quello che rende pericolosi questi prodotti sono i compratori ignoranti, che vi investono i risparmi di investitori finali ignari dell'incompetenza dei propri gestori. Incompetenza perpetuata da una struttura solo formalmente simile ad un mercato, dove invece banche centrali, governi e caste professionali fanno a gara per erigere barriere all'entrata e cartelli sanzionati dallo Stato.

Ma Silvio è davvero Zarathustra?

L'Elefantino Giuliano Ferrara sogna un Berlusconi che ci piace:

«Di tanto in tanto dovreste ricor­darvi il sale di questa nostra av­ventura: iniettare dosi massicce di libertà in un paese che era bloc­cato, che non conosceva l'alter­nanza di forze diverse al governo dello Stato, un paese in cui piano piano alla dittatura morbida del­le ideologie nazional-popolari in declino si andava sostituendo quella, ancora più tignosa e illibe­rale, delle burocrazie giudiziarie d'assalto e di poteri economici senza inventiva e senza capitali ma con molte immodeste ambi­zioni di dominio»




Il mio timore è che questo Berlusconi ormai esista soltanto nei sogni di Ferrara e di alcuni fra noi liberali. Spero , come sempre, di sbagliarmi.

Se lo riconoscono al Politico.com, se lo riconoscessimo a Roma

Persino il lato sinistro di POLITICO.com riconosce quanto i Repubblicani siano in ascesa, non solo nei sondaggi ma soprattutto nella capacità di imporre la propria agenda. L'unico pericolo è una replica del 1994 e del 2006: che il partito perda concentrazione sull'economia e ricominci a corteggiare gli elettori della destra religiosa con misure illiberali che costerebbero care.
Una doppia lezione anche per la nostra destra, che nonostante tre lustri di successi elettorali non è mai riuscita ad imporre la propria tabella di marcia in nessun campo , né quello delle riforme, né soprattutto quello culturale. Il tono del dibattito e le proposte intorno a cui si dibatte sono tutte di matrice sinistra; lo stesso linguaggio è storpiato dalla pregiudiziale collettivista. La destra, che stia al potere o stia all'opposizione, soffre di tali e tanti complessi d'inferiorità da non ricordare né la propria gloriosa storia, né le proprie vittorie intellettuali oltre che politiche nel presente. Nonostante fondazioni, case editrici, riviste, ogni volta che si deve presentare il proprio punto di vista alla cittadinanza, si arruola un transfuga della casta totalitaria, ignorando chi magari ha studiato, praticato e propagandato la via libertà per una vita .

In Italia, siamo riusciti a dimenticarci che il collettivismo ha creato disastri ovunque abbia dominato. Siamo talmente succubi dei nostri complessi d'inferiorità da ritenere inferiore chiunque non si sia formato a sinistra, fra i sacri testi degli ammiratori di genocidi.
Il giorno in cui smetteremo di affidarci a socialcomunisti neppure tanto ex, disprezzando per principio gli intellettuali liberali e conservatori sia nella storia che fra le nuove leve, sarà il giorno in cui la destra italiana avrà finalmente la speranza di cambiare davvero qualcosa. Sino ad allora, sino a quando non ci toglieremo questa reverenza istintiva verso le mitologie fallaci della sinistra, non importerà quanto spesso si vinca; rimarremo soltanto dei portatori d'acqua per i transfughi dell'altra parte, dei servi a casa nostra, condannando l'Italia a proseguire sulla via della schiavitù

venerdì, marzo 11, 2011

Roma, Uganda

E poi si chiedono perché qualcuno di noi sogna il Wisconsin, che ha stracciato l'obbligo di contrattazione collettiva dei dipendenti pubblici fra sindacati e governo statale.
A Roma, lo sciopero è stato revocato ma la metropolitana si ferma comunque. Il migliore dei mondi possibili per i sindacati: niente taglio di stipendio, niente lavoro, disagi garantiti. I nostri complimenti ai burocrati comunali ed alla magistratura, che certamente non troverà nulla da obiettare di fronte a questo genere di comportamenti: i contratti, in Italia, sono tutelati soltanto quando il tutelando è tinto di rosso fuoco.

sabato, febbraio 26, 2011

invidia

Avrei voluto scriverlo io. Grande Pietro. Sporcarsi le mani: un appello ai liberali

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Motorola Atrix 4G- Slurp

Non è davvero un 4G , ma le specifiche sono impressionanti anche in confonto a quelle dell'iPhone. Speriamo in un rapido arrivo in Italia? Motorola Atrix 4G review -- Engadget

principi e applicazioni

Lo sloga di Stefano è una magistrale sintesi della soluzione di Einaudi per l'estensione ottimale del governo. È tuttora valida, basta non affidarsi a un Fanfani per l'applicazione altrimenti persino i panettoni ci diventano di Stato Facebook Status forwarded by John Christian Falkenberg

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venerdì, febbraio 25, 2011

Buone notizie da Giuliano

Buone notizie : Giuliano Ferrara torna su Raiuno con Radio Londra. Un motivo per tornare a guardare la TV?

AIG, ancora problemi

I risultati del colosso assicurativo nascondono problemi operativi dietro agglomerato utili straordinari generati vendendo le divisioni migliori.
AIG Swings to Profit as Asset Sales Offset Big Charge - WSJ.com

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mercoledì, febbraio 23, 2011

Razzismo sindacale

Alla faccia di MartinLuther King e del mito dei sindacati di sinistra "naturalmente" progressisti ed aperti alle minoranze. Alla faccia dei politicamente corretto, i sindacalisti di Denver diventano razzisti quando i "neri" non fanno quello che dicono loro: GAY BLACK TEA PARTYER Attacked By Racist SEIU Activists at Denver Tea Party (Videos) | The Gateway Pundit

domenica, febbraio 20, 2011

Quando avremo un Paul Ryan in Italia?

Non pretendiamo neppure la Thatcher o Reagan. Ci basterebbe avere come presidente della Commissione Bilancio uno come il pragmatico Paul Ryan, intervistato oggi dal WSJ, con la sua dettagliata "road map" per dimostrare che un futuro dove il governo sia meno invadente è possibile.
Per ora dobbiamo accontentarci di Giulio Tremonti, che scrisse bene una volta, nel 1994, e razzola male da una generazione. Ed è il meno peggio, oltretutto, ci dicono. La realtà non potrebbe essere più differente, ma la classe politica attuale è cieca e sorda a chiunque sia una minaccia anche minima ad una riduzione del proprio strapotere sulla vita e sulle tasche del singolo: il PD per programma, il PdL nella prassi mettono la museruola o il bavaglio a chiunque parli di mercato. L'unica "libertà" che piace è in realtà il privilegio ottenuto violentando il contribuente.

giovedì, febbraio 17, 2011

Ecco la Rai di Berlusconi: solo sinistra

Ci raccontano che la RAI sarebbe ormai un deserto, dominato dai nuovi barbari berlusconiani. Come no. Nel frattempo, il festival di Sanremo è presentato da un ex filoterrorista e da due comici che riescono a far satira antiberlusconiana anche in uno sketch in teoria satirico verso la sinistra. Benigni sta usando il festival della canzone per frecciate contro il premier. Su rai2, il solito Santoro.
Già, Berlusconi è davvero il padrone assoluto dell'etere. Si vede.
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lunedì, febbraio 14, 2011

Il budget della guerra all'America di Obama

Secondo l'ultimo annuncio la Casa Bianca si attende un deficit di bilancio di 1650 miliardi di dollari, il 10.9% del PIL. Numeri da brivido, per ogni nazione. Ogni commento parrebbe superfluo, se non temessimo le difese d'ufficio degli obamiani nostrani.

La presidenza Obama non è la responsabile della situazione ereditata, ma lo è della sua gestione ideologica. E' vero che G.W. Bush ha sprecato otto anni prima dell'arrivo di Obama in un programma statalista anche se conservatore, ma aveva almeno all'inizio l'attenuante di un'emergenza geopolitica; è vero che gli unici compromessi politicamente possibili con i repubblicani sono quelli relativi al taglio delle imposte, ma tale realtà politica deriva soltanto dalle necessità elettorali e dall'ideologia collettivista dei democratici, che rende loro impensabile accettare tagli ai programmi assistenziali che stanno affondando gli USA anche dopo la batosta subita grazie.
Rimane il fatto che il presidente non ha quasi fornito alcuna ricetta per risolvere i problemi fondamentali che affliggono la società americana, se si esclude un timido tentativo di riforma scolastica rimasto sinora lettera morta a causa dell'opposizione dei sindacati, grandi finanziatori e lobbisti dell'Amministrazione. Si aggiunga inoltre l'inquietante sospetto che l'entourage del Presidente, di estrazione radicalmente sinistrorsa, si sia rallegrato della crisi per poter infliggere alla nazione un'agenda di riforme stataliste apporifttando dell'emergenza e giocando sul panico, come accadde durante il New Deal. Il famigerato commento di Rahm Emanuel, per cui "non si può sprecare una crisi" per poter plasmare una società, volente o nolente, non è di certo servito a fugare i sospetti sulla duplicità delle ricette economiche di un Presidente già molto più a sinistra del suo elettorato.

Tutta benzina sul fuoco dei TEA Party, da qui al 2012. Se il tasso di disoccupazione non scende, fosse anche a colpi di sussidi, Barack Obama comincerà a sembrare più Jimmy Carter che F.D. Roosevelt.
Con una differenza: Carter , perlomeno, ha lasciato che un uomo come Alfred Kahn inventasse la deregulation. Barack Obama, rischia di essere ricordato per aver importato i modi e metodi dell'IRI negli USA.

Hat tip: WSJ.com

Atlas Shrugged - La Rivolta di Atlante finalmente al cinema

La prima parte del capolavoro di Ayn Rand arriverà finalmente su grande schermo il 15 aprile, Tax Day, ossia il giorno in cui vengono venivano tradizionalmente pagate le tasse negli Stati Uniti. Non è un film ad alto budget, non ci sono le star che avevano espresso interesse, ma finalmente potremo vedere quello che è stato definito "il primo film anti-bailout di Hollywood". Tutti a vederlo, sperando che non sia l'ultimo.


Cosa Tasserano Dopo? Non è satira, è la triste realtà

Da Animal Farm, un bel video per ironizzare sull'eccesso di tassazione nella nostra vita: Cosa Tasserano Dopo?


La tragedia è che buona parte di quanto descritto non è fantascienza, né un aspetto la realtà spinto all'assurdo: è la pura verità. Noi già paghiamo tasse ogni volta in cui apriamo il rubinetto dell'acqua, accendiamo il gas o facciamo benzina. Il fisco è tuttavia abbastanza furbo da non dover chiedere neppure il nostro consenso, come avviene nel video: si limita a inserirle nel prezzo dei beni che acquistiamo ogni giorno. Salvo poi prendersi di nuovo altro denaro ogni volta che siamo noi a ricevere un pagamento, sempre senza chiedere permesso a nessuno, tramite l'odiosa servitù del sostituto d'imposta, con cui obbliga il cittadino a farsi alternativamente vittima o carnefice dei propri simili.
E' ora di dire basta.

FLI a Nord?

Con tutta la stima per le aspirazioni di FLI, a Bergamo qualcuno ha fatto un passo falso. Diciamo che se vuoi rubare voti alla Lega, dovresti evitare di farti pubblicità con due perosnalità come Granata e Buonfiglio: meridionalissimi e decisamente non allineati con il sentire conservatore e moderato di una città come Bergamo.
La strada dovrebbe essere quella di un centrodestra che vuol tornare ad essere una vera forza liberale e moderata, il mix rautian-grillino di Granata non ha molto spazio sopra al Po. La prossima volta, suggerirei caldamente la presenza di qualcuno più politicamente affine al contesto lombardo, come Benedetto Della Vedova.

Quando al Nord Fli voleva rubare voti alla Lega | Linkiesta.it:[...] E da Roma erano saliti a festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia (in quella che rimane pur sempre «la città dei mille di Garibaldi») «tre big»: i deputati Fabio Granata e Antonio Buonfiglio e il senatore Giuseppe Valditara. La manifestazione, con circa trenta presenti, si era tenuta provocatoriamente in piazza Pontida.

venerdì, febbraio 11, 2011

Quanto Citigroup e Morgan Stanley Teetered sono state sulll'orlo del baratro nel 20080?

Dai documenti emersi dalla commissione d'inchiesta sul salvataggoi del sistema bancario emergono notizie sempre più inquietanti. Gli articoli di stampa enfatizzano quanto Citi e Morgan Stanley avessero visto enormi riduzioni dei propri livelli di liquidità: quattro miliardi solo nella giornata del 21 Novembre 2008, per Citigroup; in questo modo, si glorificano i regolatori e i sostenitori dell'intervento .

La vera notizia, tuttavia, sta altrove: ossia che Citi e Morgan Stanley qualificavano come "liquidità" anche somme che in teoria avrebbero dovuto essere detenute in custodia. Nessuno se ne cura, purtroppo non stiamo parlando di depositi dei clienti, ma di contanti e titoli che i clienti avevano lasciato a margine, ossia in garanzia per operazioni su derivati. La differenza non è piccola: i margini di garanzia servono per tutelarsi dal rischio d'insolvenza dei clienti e dovrebbero essere sempre tenuti a disposizione, al contrario dei depositi da clientela.

giovedì, febbraio 10, 2011

A sinistra desecrano le foibe e a destra nessuno fiata

A Firenze la sinistra inneggia al massacro degli italiani da parte di Tito e nessuno, a destra, pensa di replicare. Non è soltanto un atto di vigliaccheria e di tragica miopia, è anche l'ennesima dimostrazione della ragione per cui la destra italiana, pur tendenzialmente maggioritaria, non riesce a realizzare i propri programmi: l'incapacità di dettare i termini del discorso pubblico. Siamo, sempre e comunque, a rimorchio dell'agenda dettata dalla sinistra, un pericoloso atteggiamento di inferiorità. Se non possiamo neppure difendere i martiri delle foibe, come possiamo contrastare una casta che è riuscita a far dimenticare il genocidio e la brutalizzazione di interi continenti?

Sabato scorso, a Firenze, la manifestazione ufficiale in ricordo dei martiri delle foibe, presente la Ministro Meloni, è stata turbata da un controcorteo, organizzato dai centri sociali e dal movimento degli studenti di sinistra, sfociato in un lancio di petardi contro le forze dell’ordine, tra urla inneggianti a Tito e ai massacratori degli italiani.


Hat tip Il Culturista

giovedì, gennaio 20, 2011

Spagna, atto secondo

Visto che il primo tentativo di salvare le banche senza ammettere l'insolvenza del sistema è andato male, il governo Zapatero ha avuto un'idea geniale: riprovarci. Almeno secondo indiscrezioni arrivate al Wall Street Journal.
Il copione è identico: miliardi di euro preis in prestito per ricapitalizzar ele banche ed obbligo, per queste, di sottoporsi a degli stress test.
Il problema è anche peggio dell'ultima puntata: cosa garantisce che le banche non aggireranno i test, come è evidentemente accaduto un anno fa? E soprattutto: in quale modo emettere altri trenta miliardi di debito risolverà una crisi di fiducia acusata da eccesso di debito? La soluzione sta nel sospetto che si tratti di un consolidamento: spostare la crisi sul debito sovrano spagnolo, in modo da costringere Francia e Germania ad intervenire, per evitar e gli imbarazzi politici.

Gli irlandesi avevano almeno preso in considerazione l'ipotesi di lasciar funzionare il mercato, intervenendo per modernizzare le procedure di amministrazione straordinaria e lasciare che a pagare fossero gli incauti investitori, invece degli innocenti contribuenti. Ovviamente le cose sono andate diversamente, condannando l'Irlanda alla medesima stagnazione del resto d'Europa per evitare figuracce alla classe politica tedesca.
Non abbiamo dubbi, tuttavia, che il governo socialista del premier Zapatero non abbia neppure per un attimo preso in considerazione una soluzione che non sia nel pieno alveo socialcorporativo che contraddistingue il nostro sciagurato continente. Avanti così, verso il Sol dell'Avvenire.

Spain to Ramp Up Bank Bailouts: "Spain plans to pour billions more euros into its troubled savings banks and force them to be more open about their lending practices, an acknowledgment that previous efforts to fix the banks have fallen flat.

mercoledì, gennaio 19, 2011

100% sottoscritto . Loreto, la zuppa e i nonberlusconiani

SOno felice che qualcuno abbia trovato il momento qualcosa che penso, ma non ho fatto in tmepo a scrivere.

Che se in questo paese un'intera generazione di ex niente, né ex democristiani, né ex socialisti, né ex comunisti, ha creduto di poter fare politica è perché un bel giorno un signore è andato in tv a pronunciare le parole "rivoluzione liberale". C'abbiamo creduto, e pazienza se siamo a lungo passati per illusi o, peggio, per servi di qualcuno.

C'abbiamo creduto, e ci crediamo oltre Silvio Berlusconi. Ma è giusto dire che ci è stata data la possibilità, concretamente, di crederci perché c'è stato Silvio Berlusconi. E non staremo qui a citare il rapporto con gli Stati Uniti, l'appoggio alle missioni in Afghanistan e Iraq, la Legge Biagi, il tentativo (almeno quello) di riformare la scuola e l'università, il coraggio di dire la verità su una piccola minoranza di giudici militanti o l'intuizione di non mettersi in mezzo mentre Marchionne salvava Mirafiori e Pomigliano dal virus italico del sindacalismo fine a sé stesso.

Secondo,
Nicola Porro sul bungabunga: "

"Il cuoco ritiene più grave che il Cav non abbia abbassato le tasse, stia facendo un orrenda riforma dell’avvocatura, non abbia liberalizzato le professioni del fatto che il medesimo Cav faccia baldoria (e qualcosa di più a casa sua)"



Terzo, un pensierino personale. Non so se rimpiangeremo Berlusconi. Ma di certo non rimpiangeremo i suoi avversari e molti dei suoi alleati. Perché Silvio Berlusconi ha avuto il successo che ha avuto anche grazie al fatto, innegabile, allo spettacolo desolante dei suoi avversari.

martedì, gennaio 11, 2011

Come la Fed regala i soldi

Al cuore della seconda ondata di Quantitative easing della Fed c'è il cosiddetto POMO, il programma di acquisto periodico di titoli di Stato. Il programma è gestito in maniera talmente banale da poter essere tranquillamente anticipato, come ribadisce anche ZeroHedge, che gentilmente fornisce una lista dei titoli da comprare appena prima dell'operazione e rivendere poi. Sinora ha funzionato, provare per credere. E non sentitevi in imbarazzo: Non preoccupatevi, non farete mai i soldi che fanno i primary dealers, le poche banche autorizzate a gestire gli ordini della Banca Centrale americana. Per non sbagliare, pare che l'operatività per il programma d'intervento sul mercato più importante degli ultimi anni sia affidata anche a neoassunti privi persino di terminali Bloomberg , ossia dello strumento base per il trading sul reddito fisso. Più o meno come affidare ad un cieco una Ferrari al Gran Premio di Monza.

I complottisti avranno sicuramente una serie di oscure ragioni per dimostrare quanto tutto questo faccia parte di un complotto ai danni del popolo. Personalmente, sono più propenso (per fatti capitati a miei conoscenti) a dare la colpa alla tipica mentalità burocratica di una banca centrale: 1000 dollari a terminale al mese sembrano un'enormità ad un ufficio acquisti governativi, anche quando questo permetterebbe milioni in risparmi. Per i burocrati la massima di Schiller è sempre valida : "Contro la stupidaggine, neanche gli Dei possono nulla"

Senza contare, ovviamente, il poco velato desiderio di sussidiare le banche che aiutano la Fed nella propria attività caratteristica: manipolare i tassi d'interesse per facilitare il ciclo politico.

Cina (e Giappone) al capezzale portoghese?

Il Portogallo ha appena collocato 1 miliardo di euro in BOT biennali ad uno sconosciuto benefattore. L'operazione è avvenuta sul mercato dei cosiddetti "private placement" , non sul mercato pubblico; di conseguenza non sono disponibili informazioni sui tassi pagati e sull'identità dell'acquirente. Alphaville suppone, in maniera estremamente ragionevole, che la struttura dell'operazione suggerisca una banca centrale e non un hedge fund. La mossa potrebbe essere un geniale colpo di mano oppure un azzardo dettato dalla disperazione: il mercato dei piazzamenti privati offre maggiori capacità di personalizzare le operazioni secondo i gusti degli investitori, ma questo vantaggio viene pagato caro, sia in termini di facilità di rifinanziamento di queste operazioni sia, spesso, in termini di rendimenti. Questo fa sì che soltanto nazioni con una gestione del debito molto sofisticata (come l'Italia) oppure con problemi decisamente seri vi facciano ricorso, invece di passare dal tradizionale, liquido ed efficiente meccanismo delle aste.

Quello che è certo è che le autorità monetarie stanno dando fondo all'arsenale per impedire ulteriori peggioramenti della situazione: la BCE compra direttamente titoli periferici, oltre a fornire liquidità a chiunque altro voglia farlo.

Anche il Giappone sta facendo la sua parte, almeno a parole, dichiarando di voler sottoscrivere un quinto delle emissioni del fondo europeo che sta organizzando il "salvataggio" irlandese. Oltre a guadagnare punti dal punto di vista politico, l'investimento aiuterebbe a deprimere il valore dello yen e a rafforzare l'euro: un ottimo risultato dal punto di vista mercantilista che ispira la politica finanziaria giapponese, ma anche una mossa che perpetua la spirale di manipolazioni valutarie che è una delle radici profonde della crisi.

lunedì, gennaio 10, 2011

La Lega interronisce il Nord

Impeccabile Falasca. Il dramma del settentrione italiano è che si è scelto, anche per mancanza d'alternative, una versione lombarda del sistema di Totò Cuffaro. Potevano essere credibili 10 anni fa; adesso la distanza fra loro e certe cleptocrazie meridionali che sfregiano l'immagine del Meridione è solo una questione di tempo e di un certo residuo di buone maniere, destinate a scomparire se l'andazzo prosegue.


Del “sacco del nord” la Lega – che governa Veneto e Lombardia da quindici anni e l’Italia, quasi ininterrottamente, da dieci – non è stata vendicatrice, ma partecipe. Ha riscritto spudoratamente la questione settentrionale rimasticando il repertorio della destra e della sinistra peggiore e rimuovendo il nodo da cui il nord è invece strangolato, che è lo sfruttamento fiscale, cioè il livello abnorme di imposizione e di spesa, da cui le regioni italiane più competitive sono irrimediabilmente appesantite e quelle meridionali incentivate ad un “economia di rapina”.

[...]

Al nord che voleva meno tasse, meno vincoli, meno spesa pubblica e meno intermediazione politica la Lega promette meno immigrati e meno competizione. La sfida riformista è stata soppiantata dalla retorica vittimista.

Bossi non va sfidato sul tricolore, ma sulla questione settentrionale | Libertiamo.it: "

Portogallo, salvagente BCE

Secondo Reuters, la BCE starebbe comprando a man bassa debito portoghese, greco e irlandese, per stabilizzare la situazione. Se non siamo alla disperazione, poco ci manca. Il problema di queste tre nazioni, lo ripeteremo fino alla nausea, non è di temporanea assenza di liquidità, anche se Lisbona è la nazione si avvicina di più a questa definizione.

E' un problema di lungo periodo, di insolvenza: quella del governo greco, prigioniero di una politica vorace e di un pubblico drogato a colpi di panem et circenses elargiti a spese di una classe superiore più simile ad una plutocrazia preindustriale che ad una borghesia moderna. O del sistema bancario irlandese, colpevole di aver pervertito miracolo celtico, con la complicità di una politica monetaria eccessivamente lasca e di una regolamentazione criminogena e dannosa ancor prima che inutile.

Il Portogallo non è particolarmente sprecone, ma cresce troppo poco: è arrivato troppo tardi alllo sviluppo per poter imitare il miracolo economico tramite bassi salari, data la concorrenza asiatica ed ha ben poco a parte il turismo; rischia il fallimento per aver creduto al miraggio della bolla finanziaria, non per averne attivamente approfittato. Può evitarlo tramite austerità e, soprattutto, radicali riforme economiche liberali, le stesse che ha evitato quando ha cercato di ottenere i vantaggi dell'Unione, senza pagarne il costo (come molti, troppi altri stati europei).

Tutto questo poco importa, tuttavia, se verrà trasformato nell'ennesimo sistema economico-zombie dalla necessità della classe politica tedesca e francese di nascondere i propri errori e quelli dei propri protetti nelle banche statali delle due nazioni-guida.

CIna, il dilemma del creditore

Quanto conviene essere i maggiori creditori di qualcuno armato e pericoloso? I cinesi lo scopriranno a breve.
Factbox: China leads list of biggest U.S. creditors | Reuters:

Reuters) - President Barack Obama will host Chinese President Hu Jintao for a state visit on January 19, and the leaders of the two economic powerhouses are expected to discuss thorny issues such as China's trade surplus and its currency policies.

The United States will tread carefully as Beijing is the country's largest creditor, holding more than $900 billion worth of U.S. Treasury bonds.

Below are the top 10 largest holders of U.S. debt as of the end of October.

-- China, mainland: $906.8 billion

-- Japan: $877.4 billion

-- United Kingdom: $477.6 billion*

-- Oil exporters, which include Ecuador, Venezuela, Indonesia, Bahrain, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Saudi Arabia, the United Arab Emirates, Algeria, Gabon, Libya, and Nigeria: $213.9 billion.

-- Brazil: $177.6 billion

-- Hong Kong: $139.2 billion

-- Caribbean banking centers, which include Bahamas, Bermuda, Cayman Islands, Netherlands Antilles and Panama: $133.7 billion

-- Russia: $131.6 billion

-- Taiwan: $131.2 billion

-- Canada: $125.2 billion

Repetita iuvat: Studenti, ricerca e spese militari

Dal recentissimo passato, un bel pezzo di Andrea Gilli su Studenti, ricerca e spese militari (grazie a Epistemes.org):

"La recente riforma dell’istruzione targata Gelmini ha scatenato scontri e proteste. In questa sede, non è mio interesse schierarmi. Piuttosto mi interessa un argomento avanzato da più parti per modificare la riforma. Sia durante alcune trasmissioni televisive che in questo video, gli “studenti italiani” si dicono a favore di tagliare le spese militari (definite sempre in aumento) per ricalibrare la spesa in istruzione. Hanno ragione?

L’idea di fondo degli studenti è che le spese militari siano uno spreco di risorse e che utilizzando quei fondi, la ricerca italiana potrebbe essere rafforzata sensibilmente. A mio modo di vedere ci sono almeno tre problemi con questa affermazione.

In primo luogo, bisogna capire in Italia quanto si spende in difesa. La risposta è presto detta. Il bilancio della difesa ammonta a circa l’1% del Pil (si va dallo 0,87% all’1,1% a seconda delle stime). Per fare un paragone, la spesa in istruzione in Italia è pari al 4,7% del Pil. Il rapporto è di circa 1 a 5. Gli studenti dunque chiedono ad una delle voci più piccole del bilancio statale di sobbarcarsi il peso dei tagli alla ricerca. Singolare, come minimo, specie quando ci sono parti del bilancio statale (pensioni [14% del Pil], sanità [8% circa Pil], amministrazione dello stato [politici, saltimbanchi et simila]) che fanno impallidire sia per il valore delle loro poste di bilancio che per gli sprechi che le caratterizzano.

Cari sinistri, smettetela di truffare gli studenti. Cari studenti, vedete di studiare, prima di aprire bocca. Altrimenti potreste sembrare utili idioti per i vecchi collettivisti che vi usano come marionette .

e adesso tocca al Portogallo

C'è chi la chiama the Gipsi way, inventando un nuovo acronimo pure descrivere la sequenza nella quale i PIIGS rischiano di finire sotto attacco, giocando sull'assonanza con gipsy, zingaro.

Su stanno moltiplicando i segnali per cui l'asta portoghese potrebbe andare deserta o quasi, spingendo Lisbona a chiedere aiuto alla UE come Grecia e Irlanda. L'ultimo esempio lo trovate sul Wall Street Journal: Portugal's Test of Debt Market Looms This Week.

Comunque vada, sarà un insuccesso. I politici vogliono applicare il metodo già impiegato, inefficiente per tutti salvo che per loro stessi e per i banchieri statali nel breve periodo.

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mercoledì, gennaio 05, 2011

Enti locali americani, il default in arrivo?

Meredith Whitney è diventata famosa per aver messo a nudo la bolla bancaria americana. Adesso ha suonato l'allarme per gli enti locali americani (di cui si è già parlato qualche mese fa in questo umilissimo blog)
Nelel parole del Financial Times : "Tutti guardano la periferia europea, ma le brutte sorprese del 2011 potrebbero arrivare da Dublin nell'Ohio, Atene in California, Madrid nello stato di New York, o Lisbona, nell'Illinois"

All eyes are on Europe’s periphery. But 2011’s debt surprise may be more likely to come from the likes of Dublin, Ohio; Madrid, New York; Athens, California; or Lisbon, Illinois

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