giovedì, settembre 29, 2005

IL FOGLIO

IL FOGLIO traccia un paragone interessante fra i risultati della strategia europea in Algeria e quelli degli alleati in Iraq

Roma. La Vecchia Europa, Francia in testa, vede in questi giorni maturare i frutti avvelenati della sua strategia di contrasto al terrorismo islamico, concretizzata in un appoggio incondizionato al governo algerino. Questa strategia è iniziata nel 1991 con l’annullamento delle prime elezioni democratiche (vinte dagli islamici), che ha innescato una guerra civile con ben 200 mila morti: è un modo di operare contrapposto a quello adottato dalla “Coalition of the willing” in Iraq. Così, mentre il governo di Baghdad, democraticamente eletto, chiama al voto per l’approvazione di una Costituzione liberale e democratica, il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika (eletto con un voto non democratico con l’83,9 per cento dei suffragi) chiama gli algerini a un referendum sulla “Carta per la riconciliazione nazionale”, in un contesto in cui il terrorismo islamico non è stato sconfitto, ma cronicizzato: 44 morti nel settembre 2005 e una media di 400-500 persone uccise l’anno.

In quest'ottica, l'atteggiamento di superiorita' e le critiche alla "pessima" gestione dell'intervento iracheno , fanno sorridere: la Francia ha creato qualcosa di ben pegigore dell'Iraq, in temrini di vite e danno d'immagine, ma in qualche modo la stampa se ne dimentica continuamente, grazie al silenzio di lorsignori. Quando il neocolonialista che sbaglia non e' americano, non interessa...

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