domenica, ottobre 29, 2006

Starwood e Reuters colonizzano la realtà virtuale

L'agenzia stampa Reuters ha aperto un proprio ufficio, con tanto di sito Internet dedicato, all'interno di Second Life, la cosa più vicina ad un universo parallelo che Internet possa offrire. Vedere per credere. La società alberghiera Starwood Hotels ha programmato l'apertura di una nuova catena di hotel, che verrà chiamata Aloft. Il primo esempio è stato costruito... a Second Life (qui il blog dell'albergo) .
Il futuro è già qui: Snow Crash, il meraviglioso terzo romanzo di Neal Stephenson sa, descrive il Metaverso, successore di Internet, nel quale condurre una vera e propria vita parallela.
Adesso ci servono soltanto le privatopie. Nell'attesa , ci accontenteremmo degli USA, impegnati nella rincorsa al midterm.


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sabato, ottobre 28, 2006

Profumi

Kkassandra si preoccupa della valutazione irrealisticamente ottimistica delle gesta del Governo Prodi. D'altronde, chiedere a Profumo, prodiano e "liberal" di ferro come sia il Governo Prodi è come chiedere all'oste come sia il proprio vino. Non dimentichiamo come l'ex braccio destro di Profumo, Piero Modiano, attuale D.G. del SanPaolo, sia la "dolce metà" di Barbara Pollastrini, ministro della Repubblica in quota D'Alema.
D'altronde, un comportamento simile a destra è stato definito definito nepotismo, regime, per i progressisti si userebbero invece termini come "meritocrazia" e "modernizzazione", immagino; impiego il condizionale, visto che parlarne è cattivo gusto,per lorsignori.


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venerdì, ottobre 27, 2006

Al contadino fai sapere: stai uccidendo il Terzo Mondo, insieme ai tuoi amici equi e solidali.

Calamity Jane dipinge un ritratto impeccabile e spietato dei radical-chic intenti a cementare una curiosa edi innaturale alleanza fra agricoltori e amanti dello sviluppo equo e solidale, una contraddizione in termini cementata dall'assalto al trogolo della spesa pubblica: i sussidi e i dazi protettivi che protegogno gli agricoltori europei impediscono proprio ai poveri contadini dei paesi del Terzo Mondo di esportare i loro prodotti in Europa, dove venderebbero bene se non fosse per la concorrenza sleale e sovvenizonata del contadino finotequo e fintosolidale.
i sussidi all'epsortazione, nati per eliminare le eccedenze europee create dagli stessi incentivi erogati dalla stessa Unone Europea, vanno poi a rovinare il piccolo contadino africano in loco, inondando il suo mercato di prodotti alimentari falsamente economici; ridotti in miseria e alla fame, i contadini e le loro famiglie vengono poi sfamati ed "aiutati " dall'elemosina inviata dagli stessi socialdemocratici che hanno approvato le politiche causa della loro rovina.

Delle migliori intenzioni è lastricata la strada per l'inferno, ma non lo vogliamo vedere.

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giovedì, ottobre 26, 2006

E se ne vanta pure!

CDL: CASINI, BERLUSCONI VIENE DAL NULLA, IO DALLA DC

   (ANSA) - ROMA, 26 OTT - ''Non andremo in piazza assieme ma gli riconosco di interpretare una parte d'Italia. Ma abbiamo Dna diversi. Lui e' la novita', io sono la tradizione, lui e' venuto dal nulla, io dalla Democrazia Cristiana e credo che le storie politiche siano importanti per costruire il futuro''. Lo afferma Pier Ferdinando Casini, nel corso della presentazione del libro di Claudio Velardi ''L'anno che doveva cambiare l'Italia''.(ANSA).

Pizzini persiani

Non so voi, ma a me sembra che queste dichiarazioni tradiscano il + puro stile mafioso.

(Hat tip: ilsignoredeglianelli.ilcannocchiale.it)


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martedì, ottobre 24, 2006

nuove coppie. Griso cambia piattaforma...

Grazie al Griso . Fenomenale.  Peccato il permalink funzioni quanto la correttezza politica di Putin od il coraggio di     qualcuno a Reporter Senza Frontiere


Volete congiungervi ad una bambina di 11 anni, legalmente, senza uscire dai confini dell'Unione Europea?
Niente di più semplice: convertitevi all'islam, poi andate in Tracia (una regione a nordest della Grecia, al confine con la Turchia) e chiedete dei tre muftì. Dite che vi mando io.


Come? No, non voglio la provvigione, macché scherziamo? Ma neanche
grazie, figuratevi: questo e altro, pur di favorire il dialogo
interculturale.



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Desideri di autodistruzione fra i Reporter senza Frontiere

Signori di Reporter senza frontiere, se volete suicidarvi, fate pure. Se volete abdicare a tutto ciò che credete, prego. Ma senza di me, se non vi spiace.
La Danimarca ha perso il primo posto nella classifica di Reporter senza Frontiere sulla libertà di stampa a CAUSA delle "vignette sataniche " . Lo hanno capito persino i talebani di tutto il mondo, quando inclusero tutti i danesi e l'intera Danimarca, senza distinzioni, fra gli oggetti del loro sdegno, in quanto coplevoli di permettere, per amor di libertà, quella che certi islamici ritenevano bestemmia. A non volerlo capire sono proprio colo che sbraitano maggiormente per una tutela, evidentemente teorica, della libertà di stampa.

Dice megli di me Le guerre civili :
Mi meraviglia assai invece che la Danimarca abbia perso il primo posto per colpa, a causa, del caso delle vignette satiriche su Maometto. Pensavo che quel caso meritasse un ulteriore encomio alla Danimarca, pensavo che non si desse ragione ai ringhi (legittimi nella protesta, ma anticoranici nella violenza) di Al Qaeda e dei Fratelli musulmani. Invece i Reporter senza Frontiere hanno tenuto chiusa la frontiera della decenza e si sono sottomessi. Chiamiamoli Reporter senza Faccia, allora.


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lunedì, ottobre 23, 2006

I DS, apprendisti stregoni post-comunisti

Per gli apprendisti stregoni postcomunisti (i DS) la scelta di andare allo scontro frontale scatenando l'odio personale ed estremo contro SIlvio Berlusconi ha avuto effetti deleteri, avvantaggiando gli estremisti comunisti, inopinatamente alleati con il "moderato" Prodi per ridurre l'influenza diessina sull'Ulivo. Ne parla anche Schegge di vetro, che osserva anche una certa consonanza fra la storia le strategie politiche sinistre e quelle islamiche; data la penetrazione della propaganda marxista fra le classi colte dei paesi arabi, non mi stupirei molto che il radiclaismo islamico e quello nostrano condividessero le medesime distorsioni mentali.

Io più modestamente mi limito a notare un paragone storico strettamente nazionale: in fondo, Prodi non fa che proseguire ed adeguare la politica del compromesso storico, l'atmosfera mefitica nella quale e' cresciuto ed e' andato in metastasi il sistema di potere cattocomunista, del quale il bolognese Prodi rappresenta l'apice : allora, sinistra DC e PCI, uniti dall'ostilità al capitalismo ed alla modernità, s'allearono per schiacciare il PSI ed i partiti laici. Oggi, Prodi s'allea con Bertinotti ai danni dei DS.
Chi di porcata ferisce, di Mortadella perisce.


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domenica, ottobre 22, 2006

Indipendenza e libertà! Caprotti Resisti

Romano Prodi, massimo esponente della cultura catocomunista che ha
perfezionato lo Stato Corporativo di fascista memoria, si e' preso due banche, fra le altre cose. Adesso come premio di consolazione ha promesso
agli amici diessini un supermercato?

 Leggere Krillix per saperne di piu' . Quando avrete fatto,  scendete sotto :)



Personalmente ritengo Caprotti, patron della Esselunga, uno dei più grandi imprenditori italiani, una persona ch ein un altra nazione sarebbe stato un Sam Walton (il fondatore di Wal-Mart).
Ovvio che non voglia vendere alle coop: a parte la propria simpatia politica, e' probabile che senza la concorrenza sleale ed i privilegi politici ed economici di cui ha goduto la Coop, forse l'Italia avrebbe il "campione nazionale" nella grande distribuzione di cui socialisti neri e rossi sentono tanto la mancanza. Infatti ci si lamenta spesso di come la grande distribuzione sia in mano a francesi e tedeschi, ma non ci si vuole accorgere del motivo per cui questo e' avvenuto: i lacci e lacciuoli al commercio, le assurdita' di regolamenti desueti ed una tassazione punitiva hanno da sempre impedito la concentrazione aziendale, nel settore della grande ditstribuzione come in altri. Salvo rarissime eccezioni, la possibliita' di espandersi, anche se in maniera sempre insufficiente, e' stata di fatto concessa ai favoriti del potente di turno, coloro che potevano permettersi d'ignorarsi le regole, o di scriverle. Non e' un caso che fra i big del settore si trovino il movimento cooperativo, di cui sappiamo lo status di privilegio giuridico ed economico; e, fino alla vendita ad Auchan, il gruppo Città Mercato / Rinascente, di proprietà della famiglia Agnelli.

Phastidio si preoccupa se ora Esselunga riceverà più attenzioni da parte della Guardia di FInanza; temo proprio di si' e saranno visite di quella minoranza di finanzieri che vuole essere pagata col sangue e non con l'oro, anche a costo di inventarsi infrazioni.
Ma saremo  soltanto all'inizio: aspettiamoci una bella campagna stampa terroristica da parte di giornali e televisioni "progressiste", una esplosione d'inchieste su quanto cari sono i prodotti Esselunga e quanto scadente ne sia la qualita', sulle condizioni inquietanti del trasporto e della conservazione dei prodotti e sulle pratiche schiavistiche di Esselunga nei confronti dei lavoratori. 
Essleunga serve all'Ulivo per regolare qualche appetito interno alla coalizione; il fattoi che non sia di loro proprietà non ha molta rilavanza, date le opinoini sulla proprietà privata che hanno lorsignori. Prodi ha avuto ragione aparlare del conflitto d'interessi berlusconiano: il nostro attuale premier non ha conflitti di alcun tipo, cio' che gli serve se lo prende, quando gli pare e come gli pare.





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Teheran come Pyongyang: la Russia si schiera con l'Iran, niente sanzioni.

Il viaggio moscovita di Condoleezza Rice non e' servito a molto: secondo il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov, La Russia non permetterà al Consiglio di Sicurezza di punire l'Iran (Fonte: WSJ) in alcun modo:

"We won't be able to support and will oppose any attempts to use the Security Council to punish Iran [...]"

Bel risultato dei diplomatici occidentali: arrivati al dunque, la Russia si schiera con l'Iran, cercando di mantenere il suo status di grande potenza tramite l'alleanza con gli avversari dell'Occidente, con gli Stati Uniti visti quale potere imperiale dicui avversare qualsiasi mossa. Per Mosca, si tratta della continuazione di una politica atica, per la quale l'ONU esiste quale strumento di potere egemonico, il cui funzionamento non e' interessante se non come cassa di risonanza della propria politica estera.
A questo punto smettiamola di fingere: non e' più realistico aspettarci che Teheran rispetterà mai un qualsiasi accordo con l'ONU, venendo a mancare una qualsiasi possibilità di conseguenze negative, grazie al veto di Mosca in Consiglio di Sicurezza.

Il comportamento russo mi sembra velleitario, ma soprattutto controproducente, se davvero l’interesse del governo moscovita fosse rivolto a stabilità e pace: pur non essendo in grado di fornire una soluzione alternativa, minaccia d'impiegare un relitto del proprio passato imperiale, negando alla comunità occidentale uno dei pochi strumenti pacifici per risolvere la questione iraniana (che va risolta e non se ne andrà da sola), rendendo quindi più probabile l’impiego di procedure e strumenti esterni alle nazioni unite o addirittura, in caso estremo, il ricorso alla forza.
Dato che molto probabilmente ai russi interessa invece soltanto mantenere il più ampio margine possibile di autonomia per continuare a (mal)governare quel che resta del proprio impero, la mossa assume ben altro significato.

Nel frattempo, veidamo forse il futuro persiano nel presente del Nord-Est asiatico: La Corea del Nord annuncia che compirà ulteriori test nucleari se verra' "molestata" ulteriormente. Quali "molestie" ? Il rifiuto dei suoi vicini di continuare a subire il ricatto nucleare, lo sciagurato accordo secondo il quale in cambio della rinuncia alla bomba Giappone Corea del Sud e USA rifornivano la Corea del Nord di beni di prima necessita'. Il governo nordcoreano ha ragione, in un certo senso: soltanto chi scambia la sindrome di Monaco per realismo poteva credere che un ladro preferisca minacciare con un pistola scarica. Anche li', una potenza con diritto di veto , la Cina, impedi' a lungo che l'ONU imponesse sanzioni. Adesso Kim ha il suo fucile e pretende il pizzo.

Con questi esempi di funzionamento della diplomazia multinazionale, quanto tempo il governo russo s'illude che passerà, dall'inaugurazione del primo reattore in Iran, prima che Teheran metta i propri vicini e l'Occcidente di fronte a ricatti anche peggiori - invece che grano e petrolio, chiedendo per cominciare di abbandonare prima gli stati arabi moderati e poi Israele?

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Asia, motore sia della produzione che del consumo mondiale

Sino a questo punto, l’espansione economica mondiale negli ultimi cinque anni si e’ basata su due fattori: la rapida crescita industriale asiatica e la conferma della propensione al consumo statunitense: in Asia si produceva sempre più, il consumatore americano consumava sempre più, che ne avesse i mezzi o meno. Ora, tuttavia, il calo del mercato immobiliare sta indebolendo gli istinti al consumo dei cittadini USA, con la conseguenza di un evidente rallentamento economico, che fortunatamente sembrerebbe profilarsi come una lenta decelerazione, invece del crollo tanto temuto.In ogni caso, uno dei grandi motori della crescita economica sta venendo a mancare. Le altre due grandi “locomotive” tradizionali , Europa e Giappone, non sembrano essere in grado di sostituire il consumatore americano. Siamo alla fine di questo ciclo espansivo?

Non necessariamente: anche l’Economist nota come l’Asia abbia tutti i numeri per divenire un importante centro del consumo, oltre che della produzione mondiale ed anzi, che lo e’ già diventato: ad esempio le esportazioni europee verso l’Asia sono nettamente maggiori di quelle verso gli USA. Uno sviluppo del genere sarebbe positivo: una crescita mondiale più equilibrata, sarebbe in generale positiva: una correzione di alcuni degli squilibri strutturali USA potrebbe finalmente avvenire tramite una riduzione della crescita, senza timori di una recessione globale ed anzi con qualche possibile aiuto da parte della domanda esterna durante un aggiustamento che promette di non essere indolore ; d’altro canto, il calo dei tassi di risparmio in Asia avrebbe conseguenze a larghissimo raggio sulle condizioni del sistema finanziario.

Anche l’effetto politico potrebbe essere rilevante: una bilancia commerciale più equilibrata dovrebbe portare ad una diminuzione dell’isteria protezionista, da sempre endemica in Europa e che purtroppo si sta diffondendo anche negli Stati Uniti, i candidati democratici al Senato Usa sono spesso protezionisti e populisti, generando il rischio della fine del consenso trasversale favorevole al libero commercio.





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Torsello - got what he wanted

Torsello, appello della mamma ai rapitori "Liberatelo, Gabriele ama anche voi"

Cari talebani, ama soprattutto voi, molto meno l'Italia e l'Occidente. CHe bisogno c'era di rapirlo, visto che si era gia' convertito, viveva fra voi e tifava per voi? Tenetevelo, ma fategli salutare la mamma....


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Comunicazione di servizio

Causa collasso integrale del mio feed xml, mi sono deciso a passare a Feedburner: ecco l'indirizzo del nuovo feed.

http://feeds.feedburner.com/TheMoteInGodsEye

Incrociamo le dita.

sabato, ottobre 21, 2006

Intermezzo: let's talk about sex, let's talk about freedom

David Letterman in questo video sembra parlare del primo trapianto di una parte del corpo estremamente intima....





In realta', si parla di tutt'altro, finendo per sbeffeggiare Joe McGreevy, governatore del New Jersey noto per essere il primo Governatore apertamente gay di uno Stato dell'Unione - oltre che per un numero imbarazzante di casi di corruzione.
Guardatelo fino in fondo e chiedetevi: cosa sarebbe successo in Italia, a seguito di un filmato del genere?
Vero, negli USA esistono anche leggi figlie di tradizioni differenti da quella liberale. "Anche": la differenza sta tutta li'. La liberta', coniugata con la responsabilita', permette di esprimersi a liberali e conservatori, tradizionalisti e alternativi, manenendo in salute la societa' nella quale tutti vivono .

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PS: Da un blog amerikano, qualche lettura per agigornarsi su quello che succede negli States

Il Low-Cost arriva nello spazio

Basso costo per gli standard NASA, che finalmente cerca di passare dal socialismo statalista-corporativo ad un approccio piu' orientato al mercato -  probabilmente dopo aver notato che la promessa 10 milioni di dollari di premio aveva portato alla vittoria un mezzo in grado di arrivare in orbita e rientrare senza problemi, laddove con le stessa cifre alla NASA non si comincia nemmeno  a disegnare un prototipo.
Invece di progettare, costruire e gestire una nuova generazione di veicoli per il trasporto merci e passeggeri da e per la stazione spaziale internazionale, la NASA ha inaugurato il COTS, Commercial Orbital Transportation Services program, nel  quale tale compito viene demandato a due societa'del settore, SpaceX e Kistler Aerospace, che si spartiranno i quasi 500 milioni  stanziati per il progetto.
La nascita di una industria di trasporti spaziali e' vitale per la prosecuzione del programma spaziale, dati i risparmi e  l'aumento d'efficienza che la concorrenza porterebbe nel settore, nonche' la possibilita' che la nascita di un ecosistema d'aziende legate allo spazio ponga le basi per una evoluzione della presenza umana nel cosmo: dopo gli esploratori, i coloni.

SPACEBLOGGER MARK WHITTINGTON has a column in the Washington Post today:
"A new type of space race ended this summer when NASA picked two
winners for the innovative Commercial Orbital Transportation Systems
program. . . . If the Commercial Orbital Transportation Systems program
works, NASA will have a low-cost way to service the space station,
freeing up money for exploration of the moon and Mars. Companies will
get a lot of help developing the space vehicles of the future, which
promise to lower the cost and increase the reliability of space travel.
The help will consist of not just dollars but also the kind of
expertise and access to facilities that only NASA can offer."



(HT: Instapundit)



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Iraq come il Vietnam? L'opinione di John Keegan

John Keegan, celebre storico militare, da La Stampa del 21 Ottobre, mette in dubbio il paragone fra Iraq e Vietnam.

Nel gennaio 1968, il totale delle perdite americane in Vietnam - militari uccisi, feriti o scomparsi - aveva raggiunto la cifra di 80 mila, e continuava a salire. I morti in combattimento e per altre cause erano più di 50 mila, di cui 36 mila erano stati uccisi durante azioni belliche. Le perdite in Iraq non raggiungono nemmeno lontanamente questi livelli. In una brutta settimana di Viernam gli Usa potevano perdere 2 mila uomini. Dal 2003 le forze americane in Iraq non hanno mai subito più di 500 perdite al mese. D’altra parte, il numero delle vittime irachene del conflitto non è mai stato stabilito con certezza, ma non supera le 50 mila persone. In Vietnam in un qualunque anno di guerra il partito comunista del Nord mandava in battaglia nel Sud 200 mila giovani, di cui la maggioranza non tornava indietro. Quella del Vietnam è stata una delle guerre più vaste e costose della storia. La rivolta irachena assomiglia a uno dei tanti disordini coloniali delle storie degli imperi.


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Google-YouTube: il segnale di una nuova bolla o una pietra miliare per lo sviluppo di Internet?

Entrambe le cose, secondo Richard Siklos sul New York Times .
Visto da un punto di vista industriale, il prezzo d'acquisto e' folle e le giustificazioni addotte per l'acquisto sembrano anche troppo simili a quelle addotte a cavallo del 2000 per giustificare valutazioni folli: indicatori tecnici o numeri di audience che non e' facile comprendere come possano tradursi in fattori economici.
Tuttavia, si potrebbe arguire che Google non ha acquistato YouTube, con denaro contante, ma con "Google dollars", quasi soldi del monopoli: Google non ha certo versato 1650 milioni di dollari in biglietti di banca, ma ha pagato in azioni proprie, senza scucire un dollaro. Gli unici che potrebbero preoccuparsene sono gli azionisti di Google, che al momento sono troppo occupati ad ammirare le performance stellari del titolo per preoccuparsi di una diluizione delle proprie quote di meno dell' uno per cento ( Google aveva ieri una capitalizzazione di 141 miliardi di dollari) e gli ex proprietari di YouTube, nel caso i corsi azionari crollassero.

Forse non e' un caso che l'ultima ondata di acquisti clamorosi sia stata una corsa fra sole aziende della New Economy , senza scambi di contante o quasi e senza partecipazione da parte delle aziende che gstiscono i media "tradizionali"; durante la mania a cavallo del secolo, invece, erano stati proprio i conglomerati media tradizionali ad essere i grandi cacciatori di prede attive su Internet - ed i protagonisti dei peggiori affari. Questa volta sembrerebbe,insomma, che soltanto gli investitori in Borsa siano disposti a cambiare le chip azionarie in denaro sonante.
L'unica eccezione e' stata l'acquisizione di MySpace da parte di NewsCorp, ma MySpace offriva metodi abbastanza lineari per far fruttare il proprio business; inoltre, Rupert Murdoch fu il grande assente al delirio Internet precedente ed e' un po' il "cavallo pazzo" nel panorama dei media tradizionali. Media che al momento vengono derisi come dinosauri; senza ricordare che i dinosauri sono campati 150 milioni di anni e che, in una loro diretta evoluzione (uccelli e coccodrilli), sono ancora fra noi.


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venerdì, ottobre 20, 2006

Lenzuola bollenti fra Cindy Sheenan e Lew Rockwell ? La vita imita l'arte

Cindy Sheehan (pdf, mi spiace) avrebbe avuto una relazione extraconiugale con Lew Rockwell , uno dei leader libertarian che si e' maggiormente opposto  alla guerra in Iraq (e che sembra avere qualche problemino con Digg). 
Cavoli loro, verissimo. Ma chi, come la Sheehan, giunge alla notorieta' cavalcando la protesta in nome del figlio morto, in un misto di moralismo e familismo,  opppure chi, come Rockwell, sposa in pieno i valori cattolici, dovrebbe evitare certe cadute di stile.

(Hat tip: MetaFilter )

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USA: E' andata cosi' male?

Da Pajamas Media: l'orrendo lavoro dell'amministrazione Bush ;) secondo certa stampa americana

“Republicans have staggered in recent weeks under a barrage of painful publicity ranging from plunging fuel prices, to record stock market closes, to the Bush administration’s failure to produce inflation despite growing employment, reduced tax rates and soaring tax revenues.” (Scrappleface)



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"La Chiesa non e' e non intende essere un agente politico". Da scolpire nella pietra.

Qualcuno ricordi al Santo Padre che esiste anche l'illuminismo scozzese e magari gli tenga una lezione sulla distinzione fra le due correnti di pensiero interne all'Illuminismo, che gia' Hayek e Popper avevano chiarito tanto bene. Impiegare il nome di una parte per il tutto e' un interessante artificio retorico che puo' avere pessimi effetti.
Dopodiche', spero che della frase nel titolo se ne ricordino tutti. Laici(sti), cattolici, prelati ed atei devoti.
Cosi' la smettiamo di fare i polli di Renzo e ci concentriamo sul vero avversario di tutti noi: la premiata ditta del Tassa & spendi Prodi-Visco-Epifani, altrimenti ci ritroveremo socialisti, relativisti e ridotti al silenzio dalla Macchina della felicita'.



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giovedì, ottobre 19, 2006

Downgrade italiano: Corriere o Pravda?

Il Corriere della sera, nel riportare che Fitch e S&P abbassano il rating dell'Italia - Corriere della Sera, comincia cosi':

Piccolo declassamento del debito pubblico italiano da parte dell'agenzia di rating internazionale Fitch.
Lo stesso quotidiano riporta, poche righe piu' sotto, il titolo del rappoto di Standard & Poor's: «Finanziaria italiana 2007: si chiude la porta su un'altra possibilità di risanamento»

Per quanto riguarda Fitch, l'analista responsabile per l'italia, Brian Coulton, in un'intervista al Daily Telegraph aveva dichiarato: «E' molto difficile trovare veri tagli alle spese nella Finanziaria- ha detto Coulton al quotidiano britannico - non c'è molto a livello di tasse straordinarie. [...] Questo tipo di misure ci lascia piuttosto scettici come agenzia di rating»"

Bazzecole, secondo il governo. Miliardi di euro in maggiori spese per interessi, secondo chiunque sappia far di conto.
Dubbio: si chiama ancora Corriere della Sera, o lo possiamo cominciare a chiamare "Pravda"?

Post Scriptum: L'agenzia di rating S&P nota nel suo rapporto che la spesa pubblica e' in realta' cresciuta ancora, sia in valore assoluto che in rapporto al GDP . Si tratta della definitiva smentita delle menzogne prodiane rigurado ad una Finanziaria "rigorosa" e "redistributiva".
Una redistribuzione si ottiene a partia' di gettito o di spese e non aumentando le uscite; una finanziaria all'insegna del rigore a dei sacrifici, con un aumento della imposizione fiscale, avrebbe dovuto dimostrare di pari passo un minimo di contegno nell'aumento delle spese, o perlomeno una loro staiblizzazione in rapporto al reddito nazionale, in modo da distribuire i sacrifici necessari fra i contribuenti ed i consumatori di spesa pubblica. Qui invece si rapina chi lavora e risparmia, per continuare ad elargire panem et circenses.
Siamo, di nuovo, al piu' bieco dei "tassa e spendi", eseguito tra l'altro in maniera talmente poco profesisonale da farci declassare.
Complimenti, Professor Prodi.

Update: da non perdere l' anarcronologia del downgrade


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Russia brutale, vittima dell'illusione della democrazia senza liberalismo

Piero Ostellino, sul Corriere di oggi, si chiede quanto sia possibile fingere che la Russia sia sulla strada di una societa' liberale o democratica e non la riedizione soft dello zarismo.
Dal mio punto di vista si tratta dell'eennesima dimostrazione della "illusione democratica", ossia dell'opinione per la quale libere elezioni sarebbero un fine e non un mezzo per restituire la liberta' agli individui. La fede nelle potenzialita' taumaturgiche del processo democratico, disgiunto da un percorso in senso liberale delle istituzioni statali, e' una fede malriposta. Il vero nemico di una sana societa' civile e' lo strapotere dello Stato: il problema non e' "chi deve governare" , ma come limitare i l'autorita' di chi ci governa .

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mercoledì, ottobre 18, 2006

Questo Centro-Destra, libertario per necessita'

Puo' il centrodestra sopravvivere, nella sua forma attuale, senza una visibile presenza liberale e addirittura libertaria? Probabilmente no. E non per semplici ragioni matematiche, di pura addizione degli scarni voti della pattuglia libertarian alla coalizione della Casa delle Liberta', ma perche' l'antistatalismo libertario, la visione di uno Stato finalmente minimo e al servizio degli individui e delle comunita' da essi liberamente create, costituisce l'unico elemento totalmente originale dello schieramento di centrodestra ed insieme un minimo comune denominatore che potrebbe impedirne la frammentazione lungo linee di faglia identitarie.

In questo concordo con Mauro Mellini, che nel suo intervento all'incontro di presentazione del manifesto "Diamo un'anima libertaria al centro destra" proposto dai Riformatori Liberali, mi ha impressionato per lucidita': le idee fortemente antistataliste dei libertari forse non sono molto diffuse nella Casa delle Liberta', ma si tratta dell'unico elemento che possa marcare la differenza fra la CdL ed il centrosinistra, data la presenza di cattolici e tradizionalisti anche nel centrosinistra, senza restirngere eccessivamente l'appeal della coalizione .

Tali idee sono anche le uniche in grado da creare un "minimo comun denominatore" che impedisca alle varie anime del centrodestra di scannarsi fra loro. Una piattaforma di riduzione dello Stato ad un ruolo minimo permetterebbe di decentrare una serie di scelte, senza necessita' di guerreggiare in continuazione sulla determinazione di scelte statali valide in maniera coercitiva per ciascuno. Una riduzione del peso dello Stato permetterebbe soprattutto di aumentare gli spazi di autonomia e le risorse a disposizione dei cittadini, che potrebbero a questo punto scegliere liberamente come organizzare la propria vita: su base individualistica per alcuni, su base comunitaria o confessionale per altri - Comunione e Liberazione costituisce un esempio di tale approccio, affine a quello paleo-libertarian negli USA.

Se il centrodestra non riesce ad impostare questa piattaforma e ad includerla nellla base di una coalizione che abbia come scopo quello di ampliare gli spazi nei quali lo Stato lascia in pace l'individuo, allora rischia di sfasciarsi e divenire una pallida replica cristiano-sociale o corporativa della socialdemocrazia, magari con una tinta di valori identitari o religiosi. Ben poco per sfidare una coalizione di sinistra con velleita' da partito unico, di lotta e di governo, che gia a cominciato a mimare contemporaneamente ruoli da maggioranza e ruoli di opposizione - ad esempio con il tavolo dei volonterosi.

Riguardo alla compatiblita' di Conservatori e Libertari all'interno dello stesso schieramento, Abr ha compiuto (partendo dal pezzo di Cristiano Desiderio) un'analisi lucida, con conclusioni che mi trovano pienamente d'accordo una prospettiva libertarian "pura", . Vorrei pero' specificare due punti.

In primis, e' necessario spazzare il campo da un equivoco espresso anche da blogger per cui ho rispetto: libertario non significa non significa necessariamente ex-radicale. E' indubbio che per un certo periodo, il partito radicale si e' definito liberale, liberista, libertario; tuttavia i radicali hanno aggiunto alla ricetta libertaria un anticlericalismo che sembra travalicare in un una sorta di fenomeno religioso, tanto da averli trascinati nel delirio statalista della difesa ad oltranza delal scuola statale e quindi fuori dalla famiglia libertaria. L'atteggiamento permissivo e' un elemento sicuramente presente in alcune correnti del movimento libertarian americano, ma non si tratta di un elemento ne' necessario ne' sufficiente per definirsi libertarian.

Infatti vi sono numerosi libertari che non sono mai stati radicali; nulla, nell'antistatalismo, nel rifiuto dell'impiego della coercizione per imporre i propri valori, cardine del pensiero libertario, impone scelte dichiaratamente anticlericali. Vi sono libertari che possono condividere, a livello personale, valori religiosi, conservative o comunitari, ma che pensano che non sia possibile imporre tali valori ope legis, dato l'elevato rischio che altri poi cerchino d'imporre i propri tramite lo Stato.

All'interno della destra maggiormente "identitaria", vi e' chi ritiene di essere portatore di valori condivisi dalla maggioranza nella nazione, senza necessita' di ulteriori alleanze che diluirebbero il proprio messaggio. A chi pensa che si possa fare a meno dell'apporto liberale e libertarian (non solo "radicale"), si potrebbe rispondere che la maggioranza degli italiani si riconosce almeno in alcuni fra i valori tradizionali ed "occidentali"; tuttavia tali valori, se considerati come un blocco unico, sono al momento condivisi nella loro totalita' soltanto da una minoranza dell'elettorato. Un approccio aperto permette di cercare di fare appello a questa maggioranza, non soltanto alla pattuglia libertaria, invece di trincerarsi in una posizione di oggettiva minoranza e sperare in tempi migliori. Un approccio basato sulla prospettiva libertarian, puo' svolgere un ruolo di collante fra le differenze istanze etiche e le diverse coniugazioni e gradazioni di adesione alle differenti componenti della tradizione e dell'identita' occidentale.

Update: LibertyFirst su 29 Settembre e Jinzo hanno continuato la discussione iniziata da Abr dal punto di vista libertarian. Personalmente, quoto in pieno LibertyFirst (come se fosse una novita'...)

lunedì, ottobre 16, 2006

Ri-Animiamo il centrodestra, cominciamo con una firma

Ripubblico e linko volentieri. Firmate e fate firmare, ricordando che i libertari non sono soltanto radicali ed ex-radicali. Molti di loro sono conservatives in quanto a valori morali, ma sanno che cercare di piegare lo Stato a supporto delle proprie convinzioni etiche e religiose e' l'equivalente di un patto col Diavolo: alle elezioni successive, potrebbero essere laicisti e relativisti ad avere il coltello statale dalla parte del manico e loro lo sanno impiegare con molta più crudelta'.
Il vero collante ed il vero contributo, non solo sul piano economico, dei libertarian e' l'opposizione contraria all'ingerenza statale nella vita degli individui e delle associazioni volontarie e naturali che gli individui formano.

Se volete saperne di piu' sul motivo per cui anche un "conservatore" dovrebbe sperare di avere dei vicini di casa (della Liberta') libertari, leggete Abr ( e Jinzo a far da contrappunto)
Per una cronaca condita da interessanti considerazioni, ci pensa invece Chiamami Brontolo

Se per la politica non è più il tempo delle ideologie, è di nuovo il tempo delle idee. Ciò che distingue il centrodestra dal centrosinistra è l’idea di una società in cui a prevalere siano gli individui, le persone, con le loro libertà, le loro responsabilità e i loro meriti; dove il mercato, dei beni come delle idee, prevalga sullo Stato. L’idea di una società basata sul rifiuto di ogni costruzione sociale che imponga dall’alto uno schema di valori e di soluzioni. L’idea di un paese ancorato, anche nelle scelte politiche internazionali, ai valori della propria identità “occidentale” di cui sono parte integrante e costitutiva quelle conquiste civili, eredità dell’umanesimo liberale e cristiano, che oggi marcano la distanza rispetto alle culture teocratiche e autoritarie.

Ci riconosciamo in un centrodestra che è liberale innanzitutto perché è antistatalista. Sulle questioni “eticamente sensibili”, concordiamo sulla necessità di una seria riflessione sui limiti della scienza applicata. Ma non pensiamo che, su questi temi, la politica liberale possa assegnare ogni potere allo Stato, senza riconoscere alcun diritto alla libertà dell’individuo.

Il centrodestra non può contrapporsi allo statalismo economico e civile, e costruire allo stesso tempo un fronte compatto a difesa dello “statalismo etico”. Questo sarebbe un errore di carattere culturale, storico, politico ed elettorale. Il rapporto fra tradizione e innovazione, anche nel campo delle convinzioni morali e dei comportamenti privati, può meglio svilupparsi sul piano del conflitto delle idee e del mercato delle soluzioni e non su quello della “conquista dello Stato”. Tutto ciò non pregiudica, anzi esalta, il ruolo pubblico e attivo della tradizione, anche religiosa, proprio perché non la priva di occasioni di verifica reale, e non ne affida una artificiosa immutabilità alla tutela della legge.

Scelgono Forza Italia e la Cdl milioni di antistatalisti, “cattolici” o “laici”, che sulle questioni etiche hanno idee e posizioni che incontrano sempre, salvo eccezioni, l’ostilità del centrodestra. Milioni di persone che, come noi, sono favorevoli, o non ostili a priori, alle unioni civili omosessuali, alla ricerca scientifica sugli embrioni soprannumerari destinati comunque alla distruzione, al testamento biologico o a una regolamentazione dell’eutanasia, a una legislazione sulla droga che non alimenti la mafia e la violenza. E che lo sono, come noi lo siamo, per ragioni quasi sempre diverse da quelle genericamente e scontatamente “di sinistra”.

A tutti loro una coalizione compattamente schierata su politiche d’ispirazione confessionale per i temi etici finirebbe per chiudere la porta in faccia. Un centrodestra, moderato ma liberale, senza un’anima libertaria finisce per essere zoppo politicamente ed elettoralmente. Diamo un’anima libertaria al centrodestra.

Vittorio Feltri, Giordano Bruno Guerri, Alessandro Cecchi Paone, Tiziana Maiolo, Luca Barbareschi, Roberta Tatafiore, Mauro Mellini, Sofia Ventura, Andrea Marcenaro, Francesca Scopelliti, Mauro Suttora, Emilia Rossi, Raimondo Cubeddu, Dario Fertilio, Filippo Facci, Arturo Gismondi, Maria Luisa Rossi Hawkins, Nicholas Farrel, Ivan Maravigna, Sandra Fei, Ernesto Caccavale, Arturo Diaconale

(Grazie all'Opinone e a Marco Taradash per il testo)

domenica, ottobre 15, 2006

Saviano minacciato dalla camorra

Roberto Saviano e' il ventottenne autore di Gomorra, reportage scioccante e meraviglioso su cosa siano oggi Napoli e dintorni. Nella quasi indifferenza generale, e' stato minacciato dalla camorra, fino ad esssere ridotto a vivere sotto scorta lontano dalla propria città.
Ora nasce una iniziativa per sostenere lo scrittore. Per conoscere meglio il contesto ed ottenere maggiori informazioni, leggete Aquilante .


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sabato, ottobre 14, 2006

Evasione, elusione, illusione dirigista: il governo sbaglia bersaglio e sbaglia strumenti.

Parlando di evasione fiscale, vorrei ricordare due punti sui quali il governo, nella sua manovra, sbaglia bersaglio e sbaglia strumenti. A meno che lo scopo dell’esercizio sia differente da quello, dichiarato, di massimizzare il gettito.

Il primo e' una semplice costatazione: la gran parte del mancato gettito in Italia non deriva dai demonizzati e mitizzati piccoli imprenditori, nella maggior parte artigiani o consulenti, che compongono il variegato "popolo delle partite IVA". La maggior parte dell'evasione deriva daun lato e dalle aziende totalmente abusive ed illegali che operano soprattutto in alcune zone dell’Italia Meridionale, spesso “coperte” dalle attività della criminalità organizzata, dove non si perde soltanto il reddito netto dell’imprenditore, ma anche tutte le tasse, imposte, accise e i contributi a carico dell’azienda e dei lavoratori, oltre a continuare spesso ad erogare sussidi a persone in realtà pienamente occupate.. Colpire nella direzione indicata dal governo e’ quindi poco efficiente; paradossalmente, e’ possibile che il governo Berlusconi abbia fatto di più nella lotta all’evasone, incentivando l’emersione del sommerso e quindi allargando per questa via la base imponibile, che l’attuale velleità vampiresca di Visco & Co.

Il secondo punto e’ che per un lavoratore autonomo o per una piccola azienda la pressione fiscale marginale e' di fatto del 59% . Per una azienda medio-grande, l’attività di elusione fiscale abbatte l’imposizione fiscale media ad aliquote fra il 20 ed il 35 per cento, a cui andrebbe ulteriormente detratta la messe di sussidi mirati alle grandi imprese. Non prendiamo in considerazione ora se il 59% sia un livello di tassazione ragionevole. Chiediamoci soltanto perchè una categoria di aziende debba in teoria pagare il 59% altrimenti si parla di furto, mentre un’altra possa legalmente abbattere la propria imposizione fiscale tramite consulenze riccamente retribuite e venga premiata con sussidi ed agevolazioni. Perchè quando si parla di tax planning, si tratta, in sintesi, di evasione, pardon, elusione, accettata e sanzionata dallo Stato che favorisce in maniera iniqua una classe dimensionale di aziende rispetto ad un’altra.

Ne consegue che anche se il Governo Prodi dovesse riuscire ad imporre l’azzeramento della parziale evasione, senza modificare le aliquote fiscali e senza causare un collasso immediato del gettito, infliggerebbe un colpo mortale alla competitività di una parte della nostra economia, quella delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi; a tutto favore di un comparto che non solo garantirebbe gettito minore, in quanto meno tassato, ma che non si e’ mai distinto per efficienza o crescita, ossia quello della grande impresa, peraltro già abbondantemente favorita e protetta. Caso o preciso piano per favorire, ancora una volta, la concentrazione in grandi imprese del nostro tessuto economico? Si tratterebbe di una soluzione che non ha mai dato risultati entusiasmanti e che non credo possa darne, almeno finché le grandi imprese sembrano più feudatari del Sovrano, legati ai privilegi concessi dal potente di turno, invece che entità frutto di una crescita di mercato e quindi meritocratica. Ma forse proprio per questo il nostro premier le apprezza, vedendosi già nella veste di Gran Visir.

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PS:

#TrackBack : Right Nation

#TrackBack : Phastidio.net

Iraq: 600mila morti? Lancet ci riprova

QUello che in pochi vi raccontano riguardo allo studio medico riportato dalla rivista Lancet, lo comincia a fare Buroggu: i dubbi sulla roubstezza scientifica del risultato non sono pochi; quelli sulle motivaizoni politiche, neppure.


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venerdì, ottobre 13, 2006

Mi consolo: l'Italia non ha il primo posto nel numero dli economisti pronti ad affermare il falso per ragioni politiche. Pero' diciamo che il prco-cpaite e' ottimo.

(Hat tip: Cafe Hayek)

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giovedì, ottobre 12, 2006

Mercati obbligazionari USA, una speranza per i Repubblicani?

Il blog Crossing Wall Street ritiene che l'attuale ambiente di tassi (probabilmente) in salita siano in realtà favorevoli al GOP, il partito Repubblicano USA. La spiegaizone? In tempi d'inflazione e quindi tassi d'interesse crescenti, l'elettorato tenderebbe a spostarsi verso destra. Il cambiamento del livello dei tassi a breve sarebbe quindi un segnale (non una causa) riguardo ad un elemento che influenza l'umore pre-elettorale.

Here's the GOP gain in the House in each of those cycles:

1966........................47
1978........................15
1980........................34
1984........................16
1994........................54


Personalmente, spero caldamente che i Democratici restino all'opposizione; vedo tuttavia alcuni problemi riguardo all'impiego del mercato dei titoli a breve quale sostituto di un vero e proprio prediction market. Al momento, la Fed sembra essere molto cauta nell'innalzare i tassi; in secondo luogo, lo scenario inflazionistico rimane alquanto moderato, rispetto ai cicli presi in esame.
Soprattutto, nei cicli precedenti, i repubblicani erano all'opposizione al Congresso e quindi hanno potuto cavalcare la "protesta". In questo momento, si tratta del partito al potere, quindi potrebbero essere accusati di aver malgestito l'economia, specialmente dopo aver assistito all'aumento di dimensioni del Governo da parte del partito che dovrebbe identificarsi con le tematiche antistataliste.

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Vayner e Vaynerismi

Chi e' Aleksei Vayner? Si tratta di uno studente di Yale, che ha avuto la brillante idea di girare un video invece di allegare una lettera di presentazione al proprio curriculum, quando lo ha spedito all'ufficio personale di una grande banca d'affari (UBS, si dice). Ha fatto il giro della comunità finanziaria in un crescendo di risate ed e' finito prima sulla stampa e poi su Youtube.

Il video e' un vero delirio di onnipotenza e di arroganza, un capolavoro di satira involontaria. Involontaria, dati altri exploit del personaggio.
Il egali di Vayner hanno poi ingiunto a Youtube di eliminare il video. IvyGateBlog al momento ha deciso di accettare la sfida legale e di tenere il video online. E' un vero spasso.


Quando avrete finito di ridere, considerate una triste realtà: come ricorda David Weidner di MarketBeat, a Wall Strett ci sono anche troppi Vayner, che campano a spese degli investitori.


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mercoledì, ottobre 11, 2006

In effetti, una citazioncina...

Al momento, sei Nobel 2006 su sette sono statunitensi. Le Universita' americane funzioneranno male, ma non credo funzionino peggio di quelle che sfornano certi "opinonisti" italioti.

"qualche settimana fa la Repubblica ci spiegava come l'America di Bush si stesse trasformando in un Paese senza più nemmeno università capaci di produrre grandi menti e altrettanto grandi scoperte, qualche giorno fa, qualcosa di molto simile ha fatto il Riformista, sostenendo che il livello delle Università inglesi è superiore a quello americano." (dal blog de Il solitario)

Ovviamente, Repubblica o il riformista non hanno notato nulla, sinora....

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Tutti a firmrare per un'anima libertaria al centrodestra

Ripubblico e linko volentieri. Firmate e fate firmare, ricordando una cosa che i libertari non sono soltanto radicali ed ex-radicali, ma sono tutti contrari all'ingerenza statale nella vita di coloro che sono in grado di raigonare. Molti di loro sono conservatives, per quanto riguarda la propria sfera privata. , ma sanno che cercare di piegare lo Stato a supporto delle proprie convinzioni etiche e religiose e' l'equivalente di un patto col Diavolo: alle elezioni successive, potrebbero essere laicisti e relativisti ad avere il coltello statale dalla parte del manico e loro lo sanno impiegare con molta pù crudelta'

Se volete saperne di piu' sul motivo per cui anche un "conservatore" dovrebbe sperare di avere dei vicini di casa (della Liberta') libertari, leggete Abr.


Se per la politica non è più il tempo delle ideologie, è di nuovo il tempo delle idee. Ciò che distingue il centrodestra dal centrosinistra è l’idea di una società in cui a prevalere siano gli individui, le persone, con le loro libertà, le loro responsabilità e i loro meriti; dove il mercato, dei beni come delle idee, prevalga sullo Stato. L’idea di una società basata sul rifiuto di ogni costruzione sociale che imponga dall’alto uno schema di valori e di soluzioni. L’idea di un paese ancorato, anche nelle scelte politiche internazionali, ai valori della propria identità “occidentale” di cui sono parte integrante e costitutiva quelle conquiste civili, eredità dell’umanesimo liberale e cristiano, che oggi marcano la distanza rispetto alle culture teocratiche e autoritarie.

Ci riconosciamo in un centrodestra che è liberale innanzitutto perché è antistatalista. Sulle questioni “eticamente sensibili”, concordiamo sulla necessità di una seria riflessione sui limiti della scienza applicata. Ma non pensiamo che, su questi temi, la politica liberale possa assegnare ogni potere allo Stato, senza riconoscere alcun diritto alla libertà dell’individuo.

Il centrodestra non può contrapporsi allo statalismo economico e civile, e costruire allo stesso tempo un fronte compatto a difesa dello “statalismo etico”. Questo sarebbe un errore di carattere culturale, storico, politico ed elettorale. Il rapporto fra tradizione e innovazione, anche nel campo delle convinzioni morali e dei comportamenti privati, può meglio svilupparsi sul piano del conflitto delle idee e del mercato delle soluzioni e non su quello della “conquista dello Stato”. Tutto ciò non pregiudica, anzi esalta, il ruolo pubblico e attivo della tradizione, anche religiosa, proprio perché non la priva di occasioni di verifica reale, e non ne affida una artificiosa immutabilità alla tutela della legge.

Scelgono Forza Italia e la Cdl milioni di antistatalisti, “cattolici” o “laici”, che sulle questioni etiche hanno idee e posizioni che incontrano sempre, salvo eccezioni, l’ostilità del centrodestra. Milioni di persone che, come noi, sono favorevoli, o non ostili a priori, alle unioni civili omosessuali, alla ricerca scientifica sugli embrioni soprannumerari destinati comunque alla distruzione, al testamento biologico o a una regolamentazione dell’eutanasia, a una legislazione sulla droga che non alimenti la mafia e la violenza. E che lo sono, come noi lo siamo, per ragioni quasi sempre diverse da quelle genericamente e scontatamente “di sinistra”.

A tutti loro una coalizione compattamente schierata su politiche d’ispirazione confessionale per i temi etici finirebbe per chiudere la porta in faccia. Un centrodestra, moderato ma liberale, senza un’anima libertaria finisce per essere zoppo politicamente ed elettoralmente. Diamo un’anima libertaria al centrodestra.

Vittorio Feltri, Giordano Bruno Guerri, Alessandro Cecchi Paone, Tiziana Maiolo, Luca Barbareschi, Roberta Tatafiore, Mauro Mellini, Sofia Ventura, Andrea Marcenaro, Francesca Scopelliti, Mauro Suttora, Emilia Rossi, Raimondo Cubeddu, Dario Fertilio, Filippo Facci, Arturo Gismondi, Maria Luisa Rossi Hawkins, Nicholas Farrel, Ivan Maravigna, Sandra Fei, Ernesto Caccavale, Arturo Diaconale

(Grazie all'Opinone e a Marco Taradash per il testo)

martedì, ottobre 10, 2006

La Corte dei Conti censurata.

Krillix commenta la sordina messa alle critiche che la Corte dei Conti ha rivolto al Governo, mentre ai tempi del Governo Berlusconi ogni riga critica (mai quelle di apprezzamento) scritta dai magistrati contabili veniva sbattuta in prima pagina.
Probabilmente il Garante della Privacy si sara' opposto al villipendio del Governo da parte della Corte dei Conti. Si puo' criticare il puzzone, guai anche solo a posare uno sguardo sull'operato di lorsignori equi e solidali.


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Gran Bretagna: una nuova TV online contro il politicamente corretto

 Conservative Home annuncia il lancio di  18 Doughty Street, la nuova TV via Internet che cerchera' di rompere il monopolio del "politicamente corretto" che domina, grazie alla BBC, il panorama televisivo inglese.  In bocca al lupo ragazzi, forse riusciremo a vedere qualcosa di realmente innovativo nella politica inglese. Altrimenti, dovremo rassegnarci a sperare che lui , una volta al Governo,  cominci a somigliare  a lei e riesca a trovare dei consiglieri di questa  levatura.


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lunedì, ottobre 09, 2006

Bersani and Visco in wonderland

Per la serie "ai confini della Realta' " : Chiamami Brontolo ha scovato anche di peggio all'interno del decreto Bersani-Visco.
Almeno Prodi vaneggia sull'Ansa, Bersani & Visco vaneggiano sulla
Gazzetta Ufficiale, stabilendo che le tasse non verranno pagate in base
al reddito, quanto in base a cio' che il Fisco ritiene che noi dovremmo
guadagnare. Benvenuti nel (loro) Paese delle meraviglie, invero liberale,ove noi si guadagna quel che si riesce, in autonomia, e lorsignori ci tassano come pare loro, in liberta' -  ed in libera uscita anche dalla decenza.


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Prodi 1984

Leggo e resto a bocca aperta. Per molto meno, un qualsiasi altro politico sarebbe stato trascinato alla gogna mediatica:
Prodi:governare non e' accontentare 'Il dovere di governare in questo momento non e' il dovere di accontentare. E' il dovere di dare un indirizzo al Paese'. Lo ha detto Prodi. Il premier ha aggiunto che 'i benefici che arrivano alle imprese dal cuneo fiscale sono di 20-30 volte superiori ai danni che hanno dal Tfr'. 'L'ambizione che ho - ha spiegato - non e' portare l'Italia in Coppa Uefa, ma a centro classifica'. Infine Prodi ha sottolineato che 'dalla criminalita' e dall'evasione fiscale deriva la diversita' dell'Italia'.
Punto primo: i benefici 20 volte maggiori dove li vede il compagno Prodi? L'ipotesi che si sta evidentemente facendo e' che le banche finanzieranno l'asportazione del TFR, con danni sulla capacita' di ottenere credito e quindi di finanziare lo sviluppo delle aziende. Altrimenti, la riduzione del cuneo servirebbe a malapena a compensare le uscite di cassa dovute ai versamenti del TFR all'Inps.
Punto secondo: "Il dovere di governare in questo momento non e' il dovere di accontentare. E' il dovere di dare un indirizzo al Paese". Peccato che ogni categoria protetta o meno che abbia alzato la voce ed abbassato il tono del confronto al livello di una gazzarra die Bassi di Napoli od alle minacce mafiose, si e' vista assegnare un "tavolo", ossia uno spazio di trattativa dove il Governo decidera' quanto calare le braghe, o fingere di poter fare la voce grossa, in funzione del potere di ricatto della controparte. E' forse questo l'indirizzo che si vuole dare al Paese: prepotenza ed inciviltà comandano?
Punto terzo: Centro classifica ? Qua forse non finiamo in serie B, se siamo fortunati .
Punto quarto: la diversita' italiana sarebbe dovuta all'incidenza della criminalita' e dell'evasione fiscale? Forse. Ricordiamo anche una cultura politica cattocomunista, visceralmente statalista e collettivista, che ha generato uno Stato criminogeno, talmente oppressivo da rendere di fatto inevitabile e moralmente difendibile l'evasione fiscale? Nell'URSS il socialismo significava "Io fingo di pagarti e tu fingi di lavorare", in Italia si declinava "io fingo di schiacciarti fiscalmente, tu fingi di pagare". Se si vuole far pagare, si cominci a non imporre un carico fiscale che spezzerebbe la schienza di troppi contribuenti, se volessero essere onesti.
Il compromesso prima, la resa culturale, politica e di politica economica dei moderati italiani al socialismo sono stati quasi totale, grazie anche al tradimento della sinistra Dc (di cui Prodi fu rampollo), nata collettivista e statalista, quindi pronta a negoziare la resa politica al Partito Comunista, la cui ascesa in una Italia socialista era vista come inevitabile dallo stesso Moro. L'Italia e' "diversa" anche grazie alle tare che si porta dietro dal Secondo Dopoguerra e che l'avvicinano ai paesi d'Oltre Cortina di Ferro, grazie al lavorio di certi ex-"corporativi" e di socialcomunisti; prima lo riconosciamo, prima ci potremo liberare dei vezzi di una classe politica che pretende di essere nel 1984, dove la menzogna e' verita'.

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Il Nobel per l'economia a Phelps, difensore della ragione.

Edmund Phelps ha vinto il Nobel per l'economia. Fra i numerosi contributi alla"scienza triste", ricordiamo l'introduzione delle aspettative individuali nella macroeconomia tramite i suoi studi sulla curva di Phillips e sul tasos naturale di disoccupazione (Marginal Revolution ha un ottimo post riassuntivo, che condivido in gran parte). In estrema sintesi, Phelps ricordo' a certi economisti keynesiani (lo stesso Keynes era molto piu' cuato al riguardo) che le persone non sono stupide: un continuo aumento dell'inflazione non porta ad alcun miglioramento delle condizioni economiche (al contrario di quanto postulato dalla scuola keynesiana fino agli anni '60) perche' gli individui arrivano ad attendersi un aumento dei prezzi e quindi non sono "ingannati" da aumenti semplicemente monetari. Impossibile che si possa pensare di basare una politica monetaria in questa maniera? Possibile, quando ci si definisce "keynesiani" , ma si ragiona come dei socialisti costruttivisti, convinti che il "popolo" sia bue fino in fondo. Phelps partiva dal presupposto che gli individui imparano e quindi i mercati funzionano: ebbe ragione.
In Italia, siamo rimasti alla versione obsoleta di Keynes, abbiamo soffocato il libero mercato e ogni comprensione economica al di fuori del contesto sociadlemocratico, cercando di riprodurre paradossalmente il beota "keynesiano".
Abbiamo ammirato i risultati nel passaggio all'Euro: l'ignoranza, soprattutto quella creata ad arte, si paga.

PS: Mar

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domenica, ottobre 08, 2006

Tavolo dei volenterosi: fucina della svolta riformista o miraggio consolatorio?

Lo spettacolo offerto dai cosiddetti moderati e riformisti di entrambe le coalizioni di fronte a questa Finanziaria delle beffe risulta estremamente deludente.
Emma Bonino si e' ridotta a difendere, in maniera contraddittoria e quasi imbarazzante, un documento che non e' ne' liberale,ne' liberista ne' libertario, come rimarca impietosamente e correttamente Phastidio.

E’ poi desolante osservare quanti esponenti della cosiddetta "opposizione" , della Casa delle Libertà, si lancino sull'osso del "tavolo dei volonterosi". Stanno offrendo, insieme a Capezzone, una ciambella di salvataggio ad un governo che meriterebbe una pietra al collo. Stanno offrendo, insieme a Capezzone, una foglia di fico ad un Presidente del Consiglio e ad un Ministro dell'economia che stanno già dando prova di tipica vigliaccheria politica, offrendosi di rimangiarsi i provvedimenti vessatori nei confronti delle categorie che reagiscono nella maniera peggiore.


Ora, posso comprendere il presidente della commissione Attività Produttive. Per l'aspirante Giacinto l'operazione é quasi a colpo sicuro, al di là della sua effettiva buona fede nella riuscita del progetto: da un lato, non può che guadagnar punti nei confronti di una parte politica con la quale potrebbe schierarsi in caso di totale decomposizione della maggioranza o almeno del proprio raggruppamento politico. D'altro canto, dal punto di vista della della maggioranza cui appartiene, sta svolgendo un utile compito da "pifferaio magico": quello portava i topi giù dalla rupe, il nostro potrebbe ammaliare parte della CdL verso il miraggio di una modifica concordata di parti della Finanziaria, ossia di un percorso di consociativismo "riformista" , magari coronato da inciucio finale sulla votazione. Uno scenario perfetto per ridurre notevolmente i rischi di una opposizione dura e piena in Parlamento e fuori da parte di una Casa delle Liberta' davvero convinta delle proprie ragioni e dei propri numeri, che potrebbe porre in seria difficoltà un Governo , appoggiato da una maggioranza fragile e divisa, firmatario di una legge di bilancio di cui sarebbe davvero facile dimostrare il carattere distruttivo per l’Italia.

Questa operazione "volenterosa" a parer mio conviene molto meno ai topolini riformisti della CdL; si illudono, se credono di avere una qualche voce autorevole in capitolo, salvo forse qualche crosta di pane per gli amici: spero di sbagliarmi, ma la mia opinione e' che le componenti socialiste, stataliste e pauperiste della maggioranza, che hanno plasmato questa Finanziaria, non permetteranno certo ad un Capezzone qualsiasi di alterare l'opera prima del ritorno all'ordine collettivista dopo cinque anni di "illusioni" liberali. Una opposizione serve a tenere sotto controllo e se possibile a far cadere un Governo, soprattutto quando commette errori e passi falsi come quesot Governo; non serve certo a pietirne favori sperando in una ammissione a corte. Quello lasciamolo fare ai Follini ed ai Casini di turno.
Nel frattempo, Prodi sorride e tira diritto, verso il baratro. Con noi attaccati dietro.

PS: Nel frattempo, in America si discute del caso Foley, nel quale il sacrosanto principio dei due pesi e delle due misure continua ad applicarsi, a favore dei sinistri, anche negli USA, a quanto racconta The Right Nation

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Illusioni finanziarie

Prodi: «Criticati perché decisioni forti» (dal Corriere). Non proprio: siete stati criticati perche' le decisioni che avete preso sono quelle sbagliate.
"Decisioni forti" e il nomignolo di Mortadella non vanno particolarmente d'accordo, tant'e' vero che si stanno gia' registrando le prime aperture (leggi: cedimenti e marce indietro) da parte del Governo, di fronte alla levata di scudi di sindaci ed imprenditori.
Siamo al solito pasticcio italiota: si emana una legge idiota, dopodiche' si concede una sospensione della pena a chi urla di piu', che abbia ragione o torto.


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sabato, ottobre 07, 2006

Obbligati a scioperare.

Una storia vissuta Dall'Altra Parte e' paradossale: in Italia il sindacato dei giornalisti, che ama dipingersi come il baluardo a difesa delle liberta' di espressione e di lavoro dei giornalisti, mette il bavaglio a chi giornalista non e'. Il praticante ancora in "stage", infatti, viene obbligato a scioperare: non lavora, non pubblica, deve tacere. Complimenti.

"[...]io non ho lavorato. Non per scelta, ma perchè lo stagista non può decidere se aderire o meno, sta a casa e morta lì. Dice: per forza, lo stagista [praticante], soggetto debole e perciò ricattabile, rischia di essere costretto a fare ciò che non vorrebbe, danneggiando gli scioperanti. Dico: perfetto, per evitare il rischio di esser coartati dall'editore si viene coartati preventivamente dalla Fnsi. Lunga vita al sindacato, insomma, e la libertà personale va come al solito a signorine di dubbia moralità."
PS: L'Eretico,essendo persona d'onore e ligia all'ordine, ha obbeddito alle leggi ed ai contratti fino al punto di non scrivere neppure sul poprio blog. Queste sono le mie opinioni, non le sue.


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Prodi, Fanfani e il fascio-statalismo.

"Un mercato governato dai precetti di una coalizione partitica somiglia pericolosamente allo stato fascista, più che a quello comunista sovietico". La somiglianza che PdL rileva in un suo post non e' certo casuale.
L'impianto giuridico del nostro stato e' tuttora quello fascista, di conseguenza l'attuale maggioranza e' dotata di ogni strumento necessario per imporre una visione di questo tipo.
Si tratta di una visione che buona parte dei "soci di riferimento" di questa coalizione porta nel proprio DNA: dei DS e della sinistra estrema sappiamo gia'; anche la sinistra DC, in cui e' cresciuto il premier, e' stata fondata da uomini che condividevano le idee collettiviste tipiche degli entusiasti dello Stato Corporativo e di molte correnti socialiste: sul piano dei mezzi non esiste differenza, cambia soltanto il fine. Gli unici senza troppi padri fondatori con le radici nella peggiore eredita' del Littorio o del Sol dell'Avvenire sembrerebbero essere i radicali. Peccato per Scalfari ed Ernesto Rossi: con le migliori intenzioni, per i peggiori risultati. Col senno di poi e' facile giudicare, ma in molti l'avevano compreso gia' allora. Fra quei pochi non vi erano certo Dossetti o Fanfani, prima entusiasti del Duce, poi a cavallo fra Chiesa e Corporazioni, pardon Soviet, pardon sindacati.


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venerdì, ottobre 06, 2006

Adieu Hong Kong?

Hong Kong non sta per affondare nell'Oceano; ha pero' appena buttato a mare una delle condizioni fondamentali della propria prosperita': la politica di laissez-faire liberale nota come "non interventismo attivo", ossia l'attivo rifiuto del governo di intervenire negli affari economici, se non in qualita' di "guardiano notturno", di impegno alla rimozione di ogni regolamentazione e di ogni impedimento normativo alla libera attivita' economica dei singoli.

Come ricorda Milton Friedman, il fondatore di tale politica fu John Cowperthwaite, tesoriere della colonia di Hong Kong dal 1961 al 1971 ed in precedenza vera "mente" economica del governo della colonia dal 1945; era talmente laissez-faire da rifiutarsi di raccogliere statistiche economiche, per il timore di fornire a burocrati e politici dei pretesti per l'intervento in economia; persino il termine che definisce la sua politica fu in realta' inventato dal proprio successore, Philip Haddon-Cave.


I risultati sono stati eccezionali: la citta' Stato ex-colonia di Sua Maesta' ed ora colonia - pardon, regione amministratva speciale- cinese e' stata un delle prime "Tigri Asiatiche" e fra di esse sicuramente la piu' stupefacente: all'indomani della seconda Guerra Mondiale Hong Kong era una enclave ricolma di profughi dal comunismo, priva di ogni risorsa naturale, colonia di una nazione, la Gran Bretagna, che aveva vinto la guerra soltanto nominalmente, avviata ed avvitata in una parabola socialista che ne avrebbe spezzato la traiettoria di crescita. Una generazione e mezzo dopo, Hong Kong vanta una economia i cui partecipanti hanno reddito pro-capite paragonabile a quello dell'Europa Occidentale ed una societa' civile vibrante e liberale, in pieno sviluppo anche dal punto di vista delle libert'a individuali e politiche, salvo nei punti dove l'influenza della Repubblica Poplare Cinese ne sta interrompendo il percorso evolutivo .

Purtroppo, si tratta di un esempio che e' stato seguito soltanto in maniera parziale nel resto delle nazioni asiatiche, molto piu' concentrate in una politica di promozione industriale tramite canalizzazione del credito; il risultato e' stato che ben poche di esse godono od hanno mai goduto della liberta' economica - o civile - di Hong Kong; non a caso, nessuna di esse e' mai cresciuta tanto in fretta ne' con tali risultati, sia dal punto di vista economico che da quello civile.

Dal passaggio di consegne del 1997,la Repubblica Popolare Cinese ha dimostrato in piu' occasioni di non comprendere le ragioni del miracolo di Hong Kong: il potere e' stato affidato ad un "chief executive", scelto di fatto dai burocrati comunisti fra una rosa di candidati proposti dalle corporazioni locali. Sotto i britannici i cittadini di Hong Kong non avevano diritto di voto: le liberta' individuali, tuttavia, erano meglio difese sia dal punto di vista economico che da quello civile. Al momento, la liberta' economica e' minacciata dal favoritismo cinese verso le proprie aziende di Stato o verso i propri favoriti e protetti ad Hong Kong. La magistratura e la burocrazia sono state gradualmente poste sotto pressione perche' si adeguassero allo stile di governo arbitrario tipico della Repubblica Popolare. Dulcis in fundo, Donald Tsang, attuale ras di Hong Kong per conto di Pechino, ha abbandonato lo Stato Minimo, l'unico pilastro della liberta' che Hong Kong aveva preservato anche quando la maggior parte d'Occidente commetteva il tragico errore di abbandonarlo.
Al momento del passaggio di Hong Kong alla Repubblica Popolare Cinese v'era chi sperava che la citta' stato potesse influenzare i nuovi padroni. E' ancora possibile, ma la corsa contro il tempo si fa sempre piu' serrata.


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giovedì, ottobre 05, 2006

Guantanamo, tortura nutrizionale

Nuovi rischi per la salute dei detenuti a Guantnamo: stanno ingrassando

SAN JUAN, Puerto Rico (AP) - Fueled by a high-calorie diet, detainees at Guantanamo Bay are becoming fat. Most of the prisoners arrived at the military prison in southeast Cuba slightly underweight but have since gained an average of 20 pounds (9 kilograms), and most are now "normal to mildly overweight or mildly obese," Navy Cmdr. Robert Durand, spokesman for the detention facilities, said Monday.

Immagino che se i detenuti ingrassano di 9kg in media a causa di una dieta ipercalorica diventi piu' difficile parlare di tortura e trattamento disumano.


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mercoledì, ottobre 04, 2006

Al-Jazeera libera? No, propaganda per un padrone differente

Al-Jazeera viene spesso definita come l'unica TV politicamente indipendente del Medio Oriente a causa dei numerosi contrasti con svariati Governi del mondo arabo, dovuti alle inchieste sui problemi interni degli Stati arabi, soprattutto quelli che vivono sotto Governi non fondamentalisti o sulla corruzione occidentale, ammantandosi cosi' di una patina di onesta' e indipendenza; non ricordo coraggiosi reportage di simile taglio che mettano in cattiva luce le confraternite fondamentaliste, ma potrei avere pessima memoria. Si puo' inoltre notare come sia prontissima a difendere un Islam moderato e non violento che sicuramente esiste, ma di cui molto raramente vediamo immagini ed ascoltiamo opinoni sulla stessa Al-Jazeera, che normalmente ospita Bin Laden e i suoi.
Tutti sospetti, indizi infondati? Forse. Ma come si spiega allora la censura di un sondaggio sulla estrema popolarita' di Bin Laden, che Al Jazeera nasconde soltanto all'Occidente? Consiglio la lettura di A Conservative Mind per i dettagli sull'episodio.
Ripeto la domanda:Al-Jazeera e' davvero una emittente politicamente indipendente? Oppure e' soltanto sensibile ad un padrone differente da quelli che normalmente impongono la propria volonta' ai giornalisti in Medio Oriente? Se cosi' non fosse, perche' commettere un atto disonesto, quale la mancata traduzione di una informazione tanto rilevante, esponendosi al sospetto di voler nascondere ai lettori non arabi l'estensione dell'appoggio di cui godono i fondamentalisti in Medio Oriente, con le inevitabili conseguenze in termini politici, anche in Occidente?

La memoria torna ai tanti giornali "d'inchiesta" e "sociali" pre-Muro: prontissimi ad azzannare l'Occidente per qualsiasi mancanza nelle condizioni di vita degli individui piu' sfavoriti, curiosamente sordi, ciechi e muti di fronte al rumore dei carri armati che schiacciavano i loro omologhi poche centinaia di chilometri piu' ad Est. Qui abbiamo una emittente teoricamente indipendente che si rifiuta di far conoscere quanto i propri asocltatori siano simpatizzanti di teroristi e non innocui devoti alla ricerca del dialogo ecumenico.


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martedì, ottobre 03, 2006

Visco fine umorista? Speratelo.

Vincenzo Visco sulla prima pagina di Repubblica: "Dal 2008 meno tasse per tutti"
Giuda Maccablog la considera una battuta.  Chiamami Brontolo, invece, spiega come mai dobbiamo temere che Visco possa davvero riuscirci


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Falcone in pasto al coccodrillo Violante

Luciano Violante e' sato invitato in RAI a commemorare GIovanni Falcone. Krillix ricorda come VIolante fu tra i detrattori ed i claunniatori di Falcone, quando questi era in vita, salvo impiegare il cadavere del proprio nemico come gradino per la propria carriera politica. 
D'altronde, non si trattadi una novita': Luciano Violante si era gia' costruito una carriera sulla persecuzione a sfondo politico, incarcerando ingiustamente Edgardo Sogno con l'accusa di preparare un golpe neofascista.  Sogno, medaglia d'oro al valor militare nella Resistenza antifascista, venne successivamente scarcerato ed assolto; la sua carriera politica venne tutavia stroncata, indebolendo il fronte antivcomunista e sviando l'attenzione dellì'opinoine pubblica dai veri rischi per la democrazia, provenienti da SInistra.
Questo episodio lancio' la carriera del magistrato Luciano Violante che, venne immediatamente premiato dai propri padroni nel PCI, per tutta questa lodevole attivita',  con un seggio in Parlamento a partire dal 1979. I media hanno creato l'immagine del rigoroso, giacobino Violante. Ricordiamoci che si tratta di una immagine; la realta' e' che Violante non ha difeso, da magistrato, la democrazia italiana, ma  ha cercato di impiegare la magistratura come arma per conseguire scopi totalitari.



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Greenwich!

Alle 15 di  martedi 3 Ottobre, su Radio Alzozero potrete seguire il numero pilota della trasmissione di politica e informazioni dall'estero Greenwich. Greenwich è una trasmissione del network Tocqueville, ideata e condotta da Paolo della Sala, in collaborazione con alcuni blogger.

Sarà disponibile anche una replica, e il podcast. Collaborate, e ascoltate numerosi!

lunedì, ottobre 02, 2006

Un paio di conti

Questa mattina in ufficio mi sono divertita a vedere di quanto sarebbe aumentata la tassazione per all’interno dei vari scaglioni per i quali cambiano le aliquote IRPEF ed il risultato, come del resto immaginavo, è inquietante:

Reddito Lordo regime fiscale precedente regime fiscale finanziaria 2007 delta* aumento dell’aliquota marginale
15.000 3.450 3.450 0 0%
20.000 4.600 4.800 200 1,00%
25.000 5.750 6.150 400 1,60%
30.000 7.300 7.720 420 1,40%
35.000 9.040 9.620 580 1,66%
40.000 10.990 11.520 530 1,32%
45.000 12.940 13.420 480 1,06%
50.000 14.890 15.320 430 0,86%
55.000 16.840 17.220 380 0,69%
60.000 18.790 19.270 480 0,80%
65.000 20.740 21.320 580 0,89%
70.000 22.690 23.370 680 0,97%
75.000 24.640 25.420 780 1,04%
%le del reddito lordo


*differenza tra regime fiscale finanziaria 2007 e regime fiscale precedente

Inquietante, perché guardando i numeri mi domando: ma chi è che dovrebbe beneficiare di questa novità della Finanziaria 2007, la Finanziaria dell’equità e della redistribuzione del reddito?

Dunque, due conti della serva sulla carta da formaggio (d’accordo ho usato excel, è più semplice!) mi dicono che chiunque con un reddito annuo lordo a partire da oltre 15 mila euro ci perde qualcosa. Il qualcosa più sostanzioso è quello per le fasce di reddito indicate nella tabella.

Il dibattito sulla stampa si è focalizzato sui redditi superiori a 75 mila euro per i quali l’aliquota arriverà al 43%, che è davvero un salasso; a quanto pare però, e credo interessi un poco a tutti, l’aumento non riguarda solo costoro, ma anche chi certo non si può annoverare tra il ceto medio, a meno di non avere un’idea di tale categoria decisamente ampia e non correlata alla realtà italiana.

Prodi e Padoa Schioppa si stracciano le vesti nel ripetere che le promesse sono state mantenute e la Finanziaria 2007 persegue l’equità sociale, ma a me non riesce ad essere chiaro chi beneficerà di tale presunta equità. Dimostrato, numeri alla mano, che non ne beneficia chi ha un reddito lordo superiore a 20 mila euro, so per certo che è stata aumentata la no tax area da 250 a 500 euro. Bene, ne sono davvero felice, ma siamo sicuri che cotanto sforzo (a mio parere senza dubbio utile e forse doveroso) non potessero essere raggiunto in altro modo? Tanto più che per tutti (e quindi non solo per il cosiddetto ceto medio estendibile come dimostrato a redditi a dir poco bassini) e quindi anche per i “poveri” vi sarà l’aumento del ticket, l’aggravio della tassazione sulle rendite finanziarie (e quindi, anche sui titoli di stato notoriamente acquistati non da chi ha un grosso patrimonio, il quale generalmente si affida alla gestione individuale da parte di investitori specializzati che non acquistano certo bot, ma da chi ha qualche risparmio in banca), i tagli ai trasferimenti dallo stato ai comuni e alle regioni i quali, per far fronte alla spesa faranno leva sulle imposte da loero controllate, l’aumento dell’imposta di registro per il trasferimento di una casa anche da padre a figlio, l’aumento dell’imposta sulle donazioni e, infine, ricordando l’elevata percentuale di possessori di casa in Italia, l’impatto di sicuro aumento dell’ICI a fronte del trasferimento del catasto ai comuni che aggiorneranno le stime.

Dove risiede la compensazione a tutto ciò? Solo sull’innalzamento della no tax area? Mi sembra davvero un po’ pochino.
Qualcuno dice che con la nuova Finanziaria, le deduzioni vengono sostituite dalle detrazioni, le quali, agendo direttamente sull’ammontare da pagare e non quindi sull’imponibile, decreterebbero un beneficio netto per chi ha familiari a carico. Ben venga la detrazione, ancora però ho forti dubbi sull’effetto netto di tutte queste imposte certe e benefici ipotetici, e già questo fatto mi pare degno di nota negativa.

L’incertezza non giova in economia, mai, e come ho già avuto modo di dire, non sapere a cosa si va incontro non permette di fare piani per il futuro né agli individui, determinando un livello crescente di consumi, né alle aziende che avranno difficoltà a programmare investimenti e quindi sviluppo (dell’incertezza creata dalla Finanziaria per le aziende ho già avuto modo di dire).

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