domenica, maggio 31, 2009

Chi di statalismo ferisc

Sul caso Opel-FIAT si concorda in buona parte con Phastidio: Chi di statalismo ferisce. Al contrario di lui, tuttavia, crediamo che il piano Fiat fosse un colpo di genio soprattutto per la famiglia Agnelli, che ha provato a fare su scala globale quello che combina in Italia da decenni: privatizzare i profitti e socializzare perdite, con l'aggiunta di far pagare gli investimenti ai governi e magari rifilargli il bubbone di casa.

Ma lamentarsi dell’assenza del mercato in questa congiuntura è da sprovveduti. Soprattutto se la lamentela viene dall’uomo che l’ha giurata al “mercatismo”, qualunque cosa questo termine possa significare.

"Le Brigate Rosse non sono di sinistra": la realtà non arriva

Alla manifestazione promossa dalla "Rete NO G8" , secondo l'ANSA, "Ci sono stati tafferugli quando un gruppetto ha tentato di infiltrarsi. La polizia ha identificato 5 persone di 'estrema sinistra'. Secondo i manifestanti sarebbero esponenti di destra. " Di chi dobbiamo fidarci? Manifestanti, osisa gli organizzatori, con tutta probabilità, o della polizia?
Non sono tornate di moda soltanto le zeppe ed i pantaloni a vita bassA: a sinistr,a è tornato di moda negare l'esistenza dell'estremismo di sinistra, anche da parte di chi partecipa a cortei che, "casualmente", finiscono sempre con tafferugli - ed almeno in un caso, a Roma, con la morte di un aspirante assassino e terrorista, Carlo Giuliani, a cui Fausto Bertinotti ebbe il coraggio di dedicare una stanza a Montecitorio. Di chi dobbiamo fidarci?
ANSA.it - Italia - G8: tensioni al corteo a Roma

L'ipocrisia e le bugie di Obama nel caso Sotomayor

Sinora, il Wall Street Journal è stato decisamente equilibrato nel suo trattamento della nomina di Sonia Sotomayor a Giudice della Corte Suprema Americana, nonostante i forti dubbi sulla sua imparzialità in caso di parti in causa di colore. Anche negli editoriali vi sono stati forti appelli
Eppure, lo stesos Wall Street Journal non ha potuto fare a meno di notare il flagrante contrasto fra le "regole" che il Presidente Obama vorrebbe imporre al Senato per il processo di conferma della giudice e il comportamento brutale, partigiano e cieco alla ragione che i maggiorenti del Partito Democratico hanno tenuto nei confronti dei candidati proposti da amministrazioni repubblicane negli ultimi vent'anni, oppure il fatot che queste stesse "regole" sono in contrasto con le "profonde convinzioni" dello stesso Presidente poche settimane fa. Tutti i politici mentono, talvolta, ma qualcuno qui pensa che nessuno abbia più memoria a breve termine.
Back Obama, da candidato e da neopresidente, aveva rinnegato almeno parzialmente le proprie posizioni precedenti, che ponevano spesso la "empatia" , ossia il pregiudizio a favore di poveri e minoranze, al di sopra della legge; aveva sostenuto invece che un candidato alla corte suprema avrebbe dovuto essere soprattutto un esperto di diritto.

Adesso, invece, Obama è tornato alle proprie radici socialdemocratiche e terzomondiste: il Senato non dovrebbe concentrarsi sulla storia giudiziaria della sua candidata, quantomeno controversa e aperta all'accusa di razzismo alla rovescia, ma sulla sua biografia e sulla forte "empatia" verso i deboli ed i poveri che ne deriva. Ed i Repubblicani non devono neppure azzardarsi a criticarla, in alcun modo, perché sarebbero razzisti e fascisti a farlo visto il loro fallimento ocn le minoranze etniche.
Tralasciamo il disprezzo con cui il Presidente parla del Senato, un altro organo costituzionale, in spregio al principio della separazione dei poteri. non possiamo stupirci che un avvocato abbia tanto disprezzo per la legge, quando lo abbiamo sentito sostenere che l'importante, per un giudice,sia la "empatia", ossia il pregiudizio nei confronti di una delle parti. Il fatto è che Obama si sbaglia, o mente, su ogni fronte e si dimentica che i Democratici, lui incluso, hanno fatto ricorso alla claunnia e all'insulto in ogni possibile occasione.

Se una vita disagiata e da minoranza etnica fosse un requisito superiore alla dottrina, ci piacerebbe sapere perché Clarence Thomas è staot massacrato dai democratici ai tempi della sua nomina: si tratta di un afroamericano nato orfano di padre in una capanna della Georgia , senza acqua corrente, costretto ad andare a scuola a piedi perché solo i bianchi avevnao diritto allo scuolabus e a lavorare di notte, per pagarsi l'università. E' uno dei maggiori oppositori di quella "empatia", che ha portato Sonia Sotomayor ad essere talmente di parte nei confronti delle minoranze da vedere due terzi dei suoi giudizi da giudice d'appello invalidati e annullati dalla Corte Suprema in cui andrà a sedere. La legge dovrebbe essere cieca alla razza, ma invece c'è chi la vuole razzista alla rovescia.
I democratici non si sono mai, oltretutto, fatti scrupolo di insultare e dare del fascista ai candidati repubblicani di razza ispanica ad alte cariche giudiziarie, come nel caso di Miguel Estrada.

I democratici, ai tempi di Thomas - o di Robert Bork prima di lui- hanno fatto ricorso a tattiche ben peggiori di ogni espediente repubblicano a memoria d'uomo, sino a dare per scontata un'accusa di molestie sessuali da cui il giudice venne completamente assolto in tribunale. Nella conferma di John Paul Roberts, Barack Obama votò contro ed appoggiò in pieno le stesse tattiche inquisitorie che adesso vorrebbe vietare nei confronti della Sotomayor.

I Repubblicani devono crescere e cercare di utilizzare queste audizioni in maniera intelligente. Il problema è che i democratici, questo, non lo hanno mai fatto.

sabato, maggio 30, 2009

Niente complotti, please

Non riesco a condividere A Conservative Mind sull'asse Berlusconi-Eni-Putin nel mirino di Obama.
Spero proprio che anche a destra non si cominci a delirare di complotti. SB è caduto preda della solita illusione degli ex-PSI, quella di poter fare una politica estera indipendente all'ombra dell'ombrello USA, facendosi i propri interessi molto sostenendo invece di fare i "mediatori", come si è visto nel caso degli imbarazzanti silenzi mentre la Russia aggrediva un alleato NATO. Mal ce ne può incorrere, ovviamente, come a chi vuol fare il furbo.

domenica, maggio 24, 2009

Falkestero

Il tenutario del blog è all'estero e sta trovando diffivile bloggare dal telefonino :) non garantisco nulla fino a mercoledì almeno, ma sono certo che nessuno si annoierà per questo!

giovedì, maggio 21, 2009

Il problema dell'establishment - dal GOP una lezione per il PdL

Scritto pensando al Partito repubblicano americano, ma vale anche per il PdL. La differenza è che il PdL è al potere, quindi speriamo che prenda la disgraziata parabola repubblicana come un monito: corteggiare i fondamentalisti anche a colpi di spesa pubblica ed abbandonare i principi "libertari conservatori" di Reagan è stato un disastro, che ha soltanto portato gli elettori a votare per i socialisti a sinistra, invece che per i socialisti "religiosi" che hanno conquistato il potere nel GOP e lo hanno devastato.

"Meanwhile, the leadership of the Republican Party keeps saying we need to get back to our principles and talks about how important it is to attract more young voters and Hispanic Americans. Then, we get a viable young conservative Hispanic candidate like Marco Rubio running for the Senate in Florida and they arrogantly try to shove him aside to make way for a better-connected, moderate pol who's more acceptable to the GOP Establishment.

Our party leadership goes on 'listening tours' where they don't talk about hot button issues, say the base needs to get over Reagan, and they don't seem do any real listening.

We get 'moderate' Republicans who provide the crucial votes for the Democrats on every key issue."Pajamas Media Column/- Right Wing News

mercoledì, maggio 20, 2009

Minzolini, da avanspettacolo? La sinistra taccia, perché la colpa è sua

Augusto Minzolini è il nuovo direttore di Rai1. C'è chi lo ritiene un professionista serio, anche se eterodosso e chi non lo ama. Chi dovrebbe in ogni caso tacere, per senso della decenza, è la sinistra e tutti gli indignati di professione accampati in RAI, a scrocco del contribuente, da una vita.

Mi piacerebbe sentire i commenti dei difensori della natura statale della RAI, adesso. A lorsignori capita come a certi cattolici o comunisti: costruita l'Inquisizione e le purghe, si ritrovano purgati e inquisiti a loro volta, eppure mai li sfiora il dubbio che il problema sia la macchina infernale che hanno creato.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso - e non berci di "svendita ai privati" la prossima volta che si cerca una soluzione al bubbone RAI.

Hat tip: Giornalettismo

martedì, maggio 19, 2009

Deliri da ghetto multiculturale a Roma

I rischi della disintegrazione dell'identità (Poliscor):
"[...] l'insigne direttrice, già nota per aver obbligato i suoi scolaretti a fare un presepe con personaggi vestiti con cristianissimi burqa, per dirigere la scuola a più elevato tasso di stranieri in Italia (solo 8 alunni sono italiani) il cui problema starebbe - secondo lei - nell'emarginazione dei bimbi stranieri da parte di quelli italiani (sic!) e per aver fatto confezionare ai bambini cappellini di carta fatti con manifesti antisionisti, ora fa bingo e pretende di cambiare direttamente il nome alla scuola, intitolandola a un 'famoso pedagogista giapponese'. Che sarà pure famoso a casa sua e per i suoi tanti e tali meriti magari sarà pure degno di avere scuole intitolate in giro per il mondo; ma che si cambi in questo modo l'intitolazione di una scuola che è già icona della disintegrazione dell'identità e della cultura italiane è semplicemente inaccettabile."

Il vero problema cinese

La qualità viene intenzionalmente distrutta dopo i primi tempi. E' la tesi, estremamente ben documentato, "Poorly Made in China: An Inside Account of the Tactics Behind China’s Production Game" di Paul Midler, consulente per l'outsourcing che ha vissuto a lungo in Cina e parla fluentemente il cinese.
clipped from www.economist.com
Factories will do anything to please. Prices are famously low and production cycles short. His clients returned from their initial trips to China stunned by how quickly factories became proficient and puzzled by how much could be done so well, so fast, so cheaply. They were right to wonder.

Most of Mr Midler’s work is coping with what he calls “quality fade” as the Chinese factories transform what were, in fact, profitless contracts into lucrative relationships. The production cycle he sees is the opposite of the theoretical model of continuous improvement. After resolving teething problems and making products that match specifications, innovation inside the factory turns to cutting costs, often in ways that range from unsavoury to dangerous. Packaging is cheapened, chemical formulations altered, sanitary standards curtailed, and on and on, in a series of continual product debasements.

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Sproloqui su laicità e Fini

Nel verso giusto sosterrebbe che il Presidente della Camera Gianfranco Fini si sarebbe comportato in maniera illiberale, sostenendo uno dei principi fondamentali della prassi liberale.

In realtà, Fini non ha negato l'utilità dell'istituzione religiosa, né ha proclamato la necessità di eliminarla. Ha soltanto omesso una sola parola dalla propria frase: "esclusivamente". Perché, siamo onesti, di leggi dettate esclusivamente dalla fede, prive di altri sostegni, ne abbiamo viste a bizzeffe, nonostante le ingenuità di certi commentatori papalini: vogliamo ricordare le pressioni e le argomentazioni puramente fideistiche, marxiste o cattoliche, legate alla legislazione di famiglia o medica e prive di una qualsiasi giustificazione razionale?

L'ha omessa perché, ingenuamente, pensava id avere a che fare con interlocutori avvezzi al liberalismo, non a convertiti dell'ultim'ora con letture liberali superficiali, ma molto avvezzi al pensiero totalitario, crociato, islamico o rosso che sia.

Il credente può avanzare proposte generate da credenze religiose, ma le deve poter argomentare in maniera razionale. Non può giustificarle urlando "Dio lo vuole", come fanno certi fondamentalisti islamici e cattolici; questo è un tipo di imposizione che un governo liberale deve avere la forza di ignorare. Perché è totalmente illiberale e qualunque liberale lo dovrebbe sapere.

Una speranza per il ritorno del capitalismo nel settore bancario

Il capitalismo è stato espulso dal sistema bancario molto tempo fa, sostituito da un sistema corporativo di "socialismo per gli amici" che ha prodotto la crisi che stiamo subendo.
L'entrata di azionisti forti e determinati potrebbe essere il primo passo per l'eliminazione del vecchio patto diabolico fra dirigenti bancari, burocrati delle banche centrali e politici
clipped from online.wsj.com

NEW YORK -- For the private-equity industry, the future of BankUnited Financial Corp. might be the most closely watched deal of the year.

Among the bidders expected to make a pitch by Tuesday's deadline is a consortium of private-equity shops led by billionaire investor Wilbur L. Ross. If successful, it would be one of the largest acquisitions in the financial-services sector made by private equity, and could signal a shift in the government's attitude toward private-equity buyers of banks.

"Everyone is watching this deal," said Harvard Business School professor Josh Lerner, who tracks the private-equity industry. "This could be a template that will open the floodgates in terms of transactions."


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lunedì, maggio 18, 2009

FIni e la laicità: se ci è arrivato lui, potete farcela anche voi.

Il Presidente della Camera Fini ribadisce che "Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso". Carissimi trinariciuti di osservanza vaticana, ripetetelo cento volte sulla lavagna. Se lo capisce un ex-missino, potete arrivarci anche voi: fare leggi basate sui precetti della religione dominante, e non leggi che garantiscano la massima autonomia per tutti, vi pone a rischio di essere perseguitati, quando cambia detta religione. LA fine dei vostri correligionari nella ex-Terrasanta o in Libano, da maggioranza prepotente a minoranza perseguitata, dovrebbe esservi di monito.

I guru di Obama a Franceschini: copiate il PCI. Loro lo hanno fatto.

I consigliori di Obama elogiano i cari vecchi sistemi. Che sono poi i loro, aggiustati con tanti soldi, molta propaganda e un'enorme dose di ipocrisia

Qualche migliaio di euro per sentirsi dire (testuale) che “con Facebook non si va da nessuna parte” e per assistere ad un autentico elogio delle campagne elettorali stile vecchio Partito Comunista Italiano (con Internet al posto del telefono in bachelite). Questo in estrema sintesi è quello che gli esperti americani sono andati a raccontare – a porte chiuse – ai dirigenti del Partito Democratico. (Knut Wicksell via Cormorano)


La vittoria di Obama è dovuta, oltre al marketing e ad un avversario autolesionista, ai soldi dei sindacati, al lavoro di gambe dei "volontari" assoldati dai sindacalisti ed allo sfruttamento intelligente da parte di questi ultimi dei dati raccolti su Internet.
Il problema di Franceschini è che i sindacati italiani non pagano, ma pretendono e basta.

sabato, maggio 16, 2009

Essere "di mente aperta" , il travestimento preferito dai bigotti 2.0

Chi vi accusa di non "essere di mente aperta " non è sempre un sostenitore del pensiero razionale. Spesso è qualcuno che vuole "aprirvi" alla propria versione di fanatismo.
Impariamo a rispondergli.

Perderanno il tocco magico ?

Hat tipCormorano:

"Il Partito Democratico ha assoldato Blue State Digital, la web agency che ha costruito la campagna di comunicazione online di Barack Obama. In questi giorni, Ben Self (fondatore dell’azienda) è a Roma per consigliare i vertici del Pd e oggi ha parlato pubblicamente in un tavola rotonda cui hanno partecipato Paolo Gentiloni (coordinatore della comunicazione) e Francesco Verducci (responsabile della comunicazione online)."


Ok, anche il PD ha nelle sue fila razzisti, antisemiti, amici dei terroristi, difensori e complici dei genocidi in nome del marxismo e "cattolici" pronti a prostrarsi di fronte a chiunque prometta loro catene e schiavitù , prima rossa ed ora islamica.

Ok, anche il PD ha come azionista di maggioranza occulto la vecchia oligarchia sindacale, gran fornitrice di denaro e di uomini.


Purtroppo, il PD non ha il New York Times,la CNN e i grandi network TV a fargli da grancassa mediatica, ha Repubblica che gioca alla mosca cocchiera e il culturame rosso che non riesce a sembrare finto, pur controllando il novanta percento delle frequenze.

Purtroppo, il PD non ha Obama, il grande Pifferaio magico, ma solo una pletora di Nancy Pelosi, impegnati a diventare in otto mesi più corrotti di quello che i repubblicani sono diventati dopo otto anni.

venerdì, maggio 15, 2009

Debito in Gran Bretagna

Il grafico sottostante mostra la percentuale di indebitamento delle famiglie inglesi in rapporto al reddito disponibile. Sarà un caso, ma il cambio di regime politico è esattamente coincidente con il cambio di regime debitorio. Il mix fra inflazione monetaria , che ha gonfiato la bolla del credito, e tasse in aumento, che hanno ridotto il reddito disponibile, hanno creato il mostro?
clipped from ftalphaville.ft.com
UK public indebtedness/disposable income - Diapason Securities
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ObamaCHange



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giovedì, maggio 14, 2009

Obama non troppo pacifinto

L'amministrazione Obama sta cercando un modo per salvare capra e cavoli: chiudere Guantanamo, senza però porre fine alla detenzione a tempo indeterminato dei prigionieri.
clipped from online.wsj.com

WASHINGTON -- The Obama administration is weighing plans to detain some terror suspects on U.S. soil -- indefinitely and without trial -- as part of a plan to retool military commission trials that were conducted for prisoners held in Guantanamo Bay, Cuba.

The proposal being floated with members of Congress is another indication of President Barack Obama's struggles to establish his counter-terrorism policies, balancing security concerns against attempts to alter Bush-administration practices he has harshly criticized.

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Una crociata disarmata, di solito.

Smettiamola, per favore, di dire che il Vaticano è un alleato nella battaglia per l'Occidente. E', nel migliore dei casi, un compagno di viaggio sempre in attesa di poterci gettare in pasto al primo brigante, pur di salvarsi.

"“La Terra Santa e i suoi luoghi santi appartengono al Cristianesimo, il Vero Israele“. È il 14 maggio 1948 e da quel momento in poi, la parola Israele diventa un tabù e perfino Paolo VI, primo papa in Terra Santa, riesce a non pronunciarla mai, né prima, né durante, né dopo il suo viaggio nello Stato - appunto - di Israele. La ferita è ancora fresca, diciamo."
[...]
il gesuita Samir Khalil Samir, che oggi è il più ascoltato consigliere vaticano per il Medioriente, può tranquillamente dire, nel preparare il viaggio di Benedetto XVI, che “il problema [israelo-palestinese] risale alla creazione dello stato d’Israele e alla spartizione della Palestina nel 1948, decisa dalle grandi potenze senza tener conto delle popolazioni presenti in Terra Santa. È questa la causa reale di tutte le guerre che ne sono seguite. Per porre rimedio a una grave ingiustizia commessa in Europa contro un terzo della popolazione ebrea mondiale, la stessa Europa, appoggiata dalle altre nazioni più potenti, ha deciso e ha commesso una nuova ingiustizia contro la popolazione palestinese, innocente rispetto al martirio degli ebrei“.Da Una crociata disarmata : Giornalettismo


PS: la crociata vaticana contro Israele non è sempre disarmata. Vedasi la storia di Hilarion Capucci, vescovo difensore del terrorismo arabo e mercante d'armi per conto dei palestinesi, per credere.

mercoledì, maggio 13, 2009

Quanto è importante la Cina?

Fate scorrere la barra in fondo a questa animazione, che descrive la classifica delle venti maggiori banche mondiali dal 1999 al 2009. Lasciamo le considerazioni filosofiche e geopolitiche al lettore, con l'avvertenza che i valori di Borsa possono essere gonfiati o depressi da fattori esogeni al mercato ed alla razionalità. Molto esogeni.

Crossposted from Macromonitor

Moonbattery on Guns



Moonbattery: Countermoonbat Yard Sign

Due parole sul terrorismo, Santità?

Il Papa saluta Gaza e si augura che finisca embargo. Nemmeno una parola sulle responsabilità di Hamas e sulla necessità dell'embargo per impedirgli di trasformare Israele in una distesa di macerie fumanti e l'intera Palestina in una teocrazia islamica, ovviamente.

Fonte: ANSA.it

Citazione del giorno

"L'unico vero potere di ogni governo è quello di reprimere i criminali. Quando non ci sono abbastanza criminali, uno li crea o li inventa" - Ayn Rand

"The only power any government has is the power to crack down on criminals...when there aren't enough criminals, one makes them-AynRand "

Hat tip: StephenGordon

martedì, maggio 12, 2009

David Cameron ne fa una (altra) buona

Si dice che David Cameron sarebbe pronto a lasciare il Ppe. A parer mio, dovrebbero farlo anche PdL ed UMP e In fondo, sia Forza Italia che Alleanza Nazionale, anche se per motivi diversi a quelli inglesi, legati all'europscetticismo. Sarebbe l'occasione di ricostituire un partito liberale conservatore su basi non democristiane e quindi ambigue verso il socialismo, quale purtroppo è il PPE .

Secondo Camelot, la vicenda dovrebbe essere una fonte d'imbarazzo per Fini ed Alessandro Campi, suo consigliere e sostenitore del "modello Cameron" per Fini. Al contrario: l'imbarazzo dovrebbe riguardare ben altre uscite del leader conservatore inglese, che rischia talvolta di trasformare i Tories in una sorta di DC inglese aggiornata ai tempi .La DC era una parodia clericale del PCI, i Tories di Cameron talvolta scivolano in un abbraccio veltroniano di tutti gli stereotipi buonisti egiovanilisti che capitano loro a tiro, dimenticandosi di essere il partito di Winston Churchill e di Lady Thatcher, di coloro che avevano ragione alla faccia della marmaglia radical-chic.
Di questo si dovrebbe preoccupare Campi, non certo dei mal di pancia inglesi nei confronti delle burocrazie europee.




Hat tip: Camelotdestraideale.it

The United Hates of America: dopo il cattocomunismo, l'islamosinistrismo

Su Pajamas Media una recensione del nuovo libro di Jamie Glazov, The United Hates of America, che affronta un tema di cui noi europei sappiamo anche troppo: l'alleanza organica fra sinistra estrema o comunista e fondamentalismo islamico.
Il libro è una documentata e convincente argomentazione della tesi per cui questa alleanza nasce dall'odio del totalitario per la società aperta, un odio ben descritto da Popper ed Hayek.
Un po' come accade fra religioni, dove il Pontefice è più portato a dare ragione agli imam, che pure perseguitano i cristiani quando possono, piuttosto che ai suoi correligionari che si permettono di ironizzare sull'Islam e di rischiare la pelle per difendere la libertà.

La sinistra, come la Chiesa Cattolica, rischia grosso: non vogliono comprendere , che il loro ruolo sarà quello degli utili idioti, eliminabili quando il jihad sarà vittorioso. La lor relazione è quella dei dhimmi, gli infedeli asserviti all'Islam, e potrebbe essere comparata alla condizione femminili in alcune società islamiche: repressa, asservita, umiliata, infibulata e se serve, accoppata per raigoni d'onore.
Ovvio, rispetto a questo paradiso, cosa pososno offrire i liberali e i "capitalisti selvaggi"?

"clarifies the bizarre and singular marriage between the Left and Islamism. Glazov writes that the “common denominator” between two such improbable bedfellows — the one ostensibly promoting gender equality, freedom of speech, and a pluralistic society, and the other predicated on gender apartheid, theocratic coercion, and conformity to Sharia law — is a belief in redemptive violence. As Glazov points out, “Ground Zero must be engendered everywhere so that the earthly paradise can be built on its ashes.” For the Left, the goal is the socialist Arcadia; for Islam, the universal caliphate. What exists must therefore be annihilated so that something presumably better can be erected on the debris."
[..]
For what the Left has failed to realize is that, from the perspective of their new confederates, it is a wholly expendable commodity that will be mercilessly eliminated or dhimmified once “victory” is achieved. In the political nuptials it has eagerly contracted and continues to consecrate with its Islamic spouse, the Left has assumed the role of the female partner in a traditional phallocratic relationship in which it will be brutally suppressed, infibulated, confined, burka’d, and, should it prove wayward, duly honor-killed. The Left consists, in the witty formulation of National Post columnist Barbara Kay, of “useful jihidiots” who serve a cause which, when the time is right, will turn and devour it to the very bone and marrow of its living substance.

Multietnici o Illiberali : definire per comprendere.

Si lanciano allarmi di illiberalismo del PdL, a causa delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi riguardo alla "società multietnica. L'allarme per la deriva antiliberale è giustificato, ma non per questi motivi.

Credo che Berlusconi intendesse "multietnico" nella sua accezione più negativa, quella del mosaico di sette e gruppi tribali che condividono lo stesso territorio, ma ognuno rinchiudendo l'individuo nella propria ristretta visione del mondo: una balcanizzazione simile a quella subita dalle banlieue.

Si possono avere etnie, o meglio ancora origini genetiche differenti, se esiste accordo sulla cultura e la civiltà prevalente, se gli immigrati accettano di entrare nel crogiuolo e conformarsi almeno ai costumi pubblici della nazione che li ospita. Altrimenti, la Bosnia non è lontana - e non mi è mai parsa un luogo particolarmente liberale.

lunedì, maggio 11, 2009

Pirati SpA: GPS, Bloomberg e tattiche di marineria. Altro che poveracci costretti dalla miseria.

Alla faccia di chi li descrive come dei poveracci intenti soltanto a sbarcare il lunario: I Pirati somali ormai si sono muniti di GPS, armano vere e proprie flotte e sono sbarcati a Londra, assumendo "consulenti" che identificano e segnalano la partenza dei cargo potenzialmente più lucrosi.
Per quanto tempo la nostra stampa pseudo-progressista continuerà a fare propaganda pauperista e a crogiolarsi nel senso di colpa, continuando a a descriverli come "vittime del capitalismo" e non per quello che sono: dei protagonisti tecnologicamente avanzati dell'economia di rapina, la stessa delle civiltà pre-moderne e di quelle socialiste?

E volevo pure vedere, Signora Pinelli.

La vedova Pinelli dice di non serbare “Nessun rancore verso la famiglia Calabresi”. Che coraggio, Signora Pinelli. Con tutto il rispetto per il suo dolore, ci chiediamo se la propaganda e la controinformazione siano volute o inconsce, frutto del lavaggio del cervello mediatico.

Lo "Stato", infatti, non accusa Pinelli di nulla da decenni; persino un magistrato di estrema sinistra come Gerardo D'Ambrosio fu costretto a scagionare Calabresi da ogni accusa nella morte dell'anarchico milanese.

Il rancore, qui, ce l'hanno soltanto gli sciacalli di Indymedia, che continuano a distorcere la storia a proprio vantaggio. Il tentativo di riconciliazione attuato da Napolitano ha svelato chi siano i veri intolleranti, coloro che vorrebbero farci rimanere ciechi e sordi. E ci dispiace vedere la vedova di Giuseppe Pinellli fare da sponda ai fiancheggiatori dei terroristi di oggi.

Bullsh*tting selvaggio a Torino

Quello di Fiat . Crossposted from Giornalettismo:


Da parte di Fiat si continua con il balletto intorno alle inevitabili conseguenze dell'internazionalizzazione e dell'uscita della famiglia Agnelli. L'ultima perla, una "indiscrezione" sulla costruzione della nuova ammiraglia Fiat a Pomigliano:



"il rafforzamento del gruppo Chrysler in Europa. Sembra essere esclusa la produzione di modelli della casa di Auburn Hills nelle fabbriche di Fiat. Si parlerebbe, invece, di utilizzare la piattaforma Usa che ha originato l’ammiraglia 300C per realizzare a Pomigliano d’Arco (Napoli) un modello italiano di classe superiore (il progetto Alfa 169)"

L'ultima volta che abbiamo controllato, Pomigliano aveva lo stesso rendimento industriale di una fabbrica di sole scarpe sinistre in Siberia.


Quanti giorni pensate che sopravviverà la versione alla pummarola dei peggiori deliri industriali stalinisti, se e quando Fiat acquisirà gli impianti Opel, che ha promesso di non chiudere, per i quali il governo tedesco garantirà il nuovo debito, e che molto, molto più efficienti di Pomigliano e dove il costo del lavoro riesce persino ad essere inferiore a quello sindacal-campano?

Chavez ed Obama, la via nazionalizzatrice alla povertà

Chavéz nazionalizza per coprire i suoi precedenti errori, in una spirale discendente; Obama comincia sulla stessa strada.

Se volete vedere il nostro futuro socialista, non serve neppure che leggiate dei crimini del comunismo, dei genocidi di Pol Pot, della repressione dietro la Cortina di Ferro o dei macellai nei gulag. Basta leggere i giornali: Chavez ha mandato l'esercito a prendere il controllo dellae aziende che forniscono servizi alle aziende petrolifere.

Il dittatore pardon presidente perpetuo venezuelano ha già di fatto nazionalizzato quel poco d'industria petrolifera privata che esisteva in Venezuela ed ha militarizzato la compagnia statale, riuscendo a diventare il primo leader socialista che si ritrova i sindacati all'opposizione. Adesso, visto il crollo verticale della produttività nelle capaci mani statiste, vuole controllare l'intera filiera produttiva, illudendosi che questo ridurrà i costi e riporterà efficienza. Ovviamente il risultato sarà simile a quello ottenuto nelle altre aziende nazionalizzate: fine degli investimenti, fine dell'innovazione, caduta della redditività e quindi delle risorse indispensabili a pagare stipendi ed investimenti.

Chavéz proclama di essere soltanto l'inizio di una rivoluzione socialista e, guardando quello che Barack Obama sta facendo in America, non so come gli si possa dar torto: il presidente americano ne sta seguendo le orme.

La Casa Bianca ha calpestato le norme di una società liberale, pur di garantire un presente di predominio ai propri alleati, FIAT e soprattutto i sindacati, suoi grandi elettori, a costo del futuro degli USA come patria della libertà: per risolvere il contenzioso Chrysler - e fra poco quello di GM - ha imposto d'arbitrio, a colpi di minacce degne di Vito Corleone, una riorganizzazione aziendale che ha letteralmente calpestato ogni regola ed ogni contratto in essere, salvo quelli sindacali.
Il corollario è che ben poche banche e nessun investitore vorrà più prestare denaro ad aziende in difficoltà con un qualche aggancio politico, per timore che un intervento governativo cambi le carte in tavola: un conto è fare una scommessa ad alto rischio, un altro è farla senza conoscere neppure la posta in palio o le regole del gioco. Ma questo non è un problema: significa soltanto che il governo "dovrà" intervenire in ogni altro fallimento di grandi dimensioni, fingendosene costretto, aumentando il proprio potere e la propria influeznza sul settore aziendale, creando così nuove leve per controllare l'economia e nuovi spazi per la burocrazia, per concedere posti e prebende agli amici fedeli. Lo Stato, come al solito, finge di intervenire per risovlere problemi che esso stesso ha creato.

Come Chavéz, Obama non comprende il risultato delle proprie azioni? Oppure il motivo è più sinistro: dal punto di vista del team presidenziale, come del caudillo che tanto apprezzano, la distruzione dell'assetto liberale e della base delle prosperità è un piccolo prezzo da pagare, se in cambio si possono sia compiere passi verso il socialismo, che trovare nuovo bottino da spartire con i propri complici.

venerdì, maggio 08, 2009

Negli USA come in Italia, attenzione ai finti imprenditori

Il corporativismo è sempre in agguato.
La Camera di commercio USA non ha mai assegnato un premio a Ron Paul, il più duro difensore della libertà d'impresa in America. In cambio, lo ha fatto con Hillary Clinton ed Obama , che cercano da sempre di asservirli al potere. Non si tratta, per un italiano, di una gran sorpresa: gli industriali che si dilettano a far politica all'interno della Confindustria sono troppo spesso, anche se per fortuna non sempre, il tipo di padrone che ha ben poco dell'imprenditore, ma che invece si riconosce volentieri nel modello "corporativo" d'epoca fascista o sovietica, nel ruolo di subappaltatore dei voleri del governo, un ruolo in voga anche negli stati premoderni.
In un sistema capitalista, chi rischia rischia in proprio, tenendosi le ricompense della propria creatività o i dividendi del proprio capitale di rischio, ma sopportando le perdite in prima persona, in caso di fallimento.
Qui invece abbondano capi-azienda e "proprietari" che si connotano come affaristi, aristocratici mancati che in realtà campano volentieri delle briciole lanciate dalla tavola di un onnipotente Principe, pur di non dover nulla rischiare. Sempre meglio che lavorare, si direbbe.

Sarebbe ora che in Italia e negli USA i partiti di centrodestra riscoprissero questa differenza, una volta estremamente chiara nella mente dei liberali, capaci di scagliarsi contro le élites intente alla rendita per difendere i produttori, i veri imprenditori ed i veri capitalisti.

Hat tip: NetRightNation

giovedì, maggio 07, 2009

Soocialismo in America, website version

Il Presidente Barack Hussein Obama ha più volte ribadito che i contribuenti americani avrebbero potuto controllare "ogni centesimo" speso nel controverso pacchetto di stimolo da 787 miliardi di dollari attraverso un sito web appositamente istituito.
Ebbene, il sito in questione sarà online come minimo ad Ottobre e non sarà pienamente completo fino alla primavera - ossia circa a metà del programma, quando buona parte del denaro sarà già sparito, ehm speso.

Hit & Run: Putting the "Spare" in Transparency - Reason Magazine

Although President Obama has vowed that citizens will be able to track "every dime" of the $787 billion stimulus bill, a government website dedicated to the spending won't have details on contracts and grants until October and may not be complete until next spring — halfway through the program, administration officials said. (USA Today)

La fine del federalismo americano è la fine della libertà?

Un altro segnale del rischio di declino della libertà e della prosperità americane: Per la prima volta nella storia, gli stati ricevono più fondi dal governo federale che dalle tasse che raccolgono in proprio . La fine dell'autosufficienza fiscale significa anche la fine del federalismo?
La struttura federale del governo è un tassello importante del policentrismo istituzionale che ha sinora impedito al governo USA di espandersi e fagocitare la società civile, minando le libertà fondamentali dell'individuo come è avvenuto invece in Europa.
Il partito democratico è un partito statalista e potenzialmente collettivista, che controlla il parlamento, la presidenza e che adesso è in grado di ricattare gli stati dell'Unione per ottenere ciò che vuole.

Chi dubitasse dei metodi spicci dell'amministrazione democratica, deve soltanto ricordarsi di cosa sta accadendo con Chrysler, dove Obama, godendo dell'appoggio di un giudice compiacente e pronto a passare sopra ai dubbi di legalità del procedimento, non ha avuto remore ad impiegare una retorica populista e vere e proprie minacce per ottenere l'acquiescenza dei creditori, costringendoli a violare gli obblighi di legge verso i propri clienti.

Hat tip:Reason Magazine - States Become Welfare Queens

martedì, maggio 05, 2009

L'ottima proposta di Ron Paul sui pirati somali

Spesso si dice che i libertari hanno ragione in politica esterna, ma che debba esistere uno Stato per poter fronteggiare i problemi di politica estera. In molti casi sono d'accordo ed ammetto che la questione della pirateria in Somalia sembra il caso perfetto per giustificare interventi armati all'estero. Eppure, ecco che Ron Paul argomenta intelligentemente per una soluzione privata contro i pirati somali che tutela i diritti fondamentali dell'individuo:

: lasciare che assicuratori e ocmpagnie di navigazioni possano armare le proprie navi in modo da poter colpire i pirati. Come sulla terraferma, disarmare gli innocenti è il modo perfetto per lasciar fare ai colpevoli ciò che vogliono - e giustificare un governo impiccione.

"L'autodifesa è la più ovvia, la più efficace e la meno costosa soluzione, ma quando un governo è abituato a scialaquare soldi non c'è modo di non farglielo fare.

In primo luogo, le persone e le società che si trovano in queste situazioni devono essere in grado di difendere loro stessi. Nel caso di società di navigazione privata, i proprietari e gli operatori devono essere autorizzati a portare armi per scoraggiare e difendersi dagli attacchi. Ma poiché molti governi, compreso il nostro, vietano il porto d'armi nei porti e nelle acque territoriali, per ironia della sorte, è quasi impossibile portare legalmente armi in mare a fine di difesa e per scoraggiare la pirateria.

Tali leggi contribuiscono alla prevedibile situazione che solo i criminali e le navi militari siano armati, rendendo ogni nave facile preda dei cirminali. Sono fermamente convinto che il diritto umano fondamentale di auto-difesa sia il miglior deterrente sia contro la pirateria che contro il terrorismo, ed è per questo che ho sostenuto dopo l'9/11 che bisognerebbe consentire ai piloti di essere armati. Un governo che bandisce le armi è un governo che incoraggia la criminalità.

La seconda linea di difesa dovrebbe essere invitare Congresso ad agire all'interno della Costituzione, abbandonando il ricorso a rappresaglie, lasciando campo libero ad organizzazioni private che possano agire, difendendo gli equipaggi e catturarando i pirati. Ciò potrebbe garantire una maggior sicurezza in mare, non peserebbe sulle nostre relazioni internazionali , e non aumenterebbe i costi della Marina Militare.

Questi criminali non dovrebbero avere la possibilità di rubare, terrorizzare e uccidere a loro piacimento in tutto il mondo. Ma dobbiamo essere saggi nelle nostre reazioni a questi eventi, e non peggiorare la situazione con aumenti di spesa pubblica e campagne militari"."

Hat tip: Bloggers for Ron Paul 2008

Storie di ordinaria idiozia del fanatismo

Esplode il caso delle Arance da Israele, scandalo in Iran :

"Le autorità iraniane sono furiose: i media locali hanno infatti scoperto che nei mercati della periferia di Teheran sono in vendita arance israeliane, spacciate per cinesi. Immediatamente è stato chiesto l'intervento della magistratura per capire in che modo gli agrumi abbiano violato il boicottaggio dei prodotti dell'odiato nemico. Per ora è solo stato accertato che la merce è arrivata via Dubai."


Ovviamente, il problema in Iran, per la teocrazia che lo governa, è costituito dalle arance israeliane e da chi non condivide il loro fanatismo; non dalla situazione economica e sociale devastata dalla loro chiusura mentale ed incompetenza, che ha portato una nazione esportatrice di petrolio a dover importare benzina, perché non è in grado di raffinare abbastanza oro nero.


Hat Tip: LiberaliPerIsraele

fiat - Adesso stiamo esagerando.

Crossposted from giornalettismo

Pare che La Fiat sia interessata anche alle attività di Gm in America Latina. Qualcuno ricordi a Marchionne che FIAT non produce cassa da anni, che il proprio debito si è triplicato invece di scendere, che l'azienda deve trovare un miliardo e mezzo di euro entro marzo 2010.

Parmalat, le giuste critiche dei giudici ai pm

Finalmente un tribunale che si comporta come una corte di giustizia e non un plotone d'esecuzione agli ordini dei commissari del popolo. Le critiche dei giudici ai pm «Gravi errori su Parmalat». In sintesi, i pm blaterano sui massimi sistemi e sulle colpe intrinseche del capitalismo, i giudici mettono il dito nella piaga: le prime a non vedere furono proprio le autorità di vigilanza e gli organi dello Stato.
Anche il processo è stato ostacolato dalla trascuratezza nel proprio lavoro , nei fatti, da parte di quegli stessi PM che spendono300 pagine per indignarsi, producendo ben poche prove.
Un applauso ai giudici - della corte d'Assise.

Fonte: Corriere della Sera

lunedì, maggio 04, 2009

Marcello, come il Mascellone, dimentica d'esserea destra.

Marcello dell'Utri su Benito Mussolini : "Mussolini e i fascisti: 'Non è colpa di Mussolini se il fascismo diventò un orrendo regime. Ci sono testimonianze autografe del duce in cui critica i suoi uomini che hanno falsato il fascismo, costruendosene uno a proprio modo, basato sul ricatto e sulla violenza. Il suo fascismo era di natura socialista"

Bello schifo, appunto. A me sembra che i suoi uomini abbiano seguito le indicazioni del capo: uno dei difetti del fascismo era proprio quello di essere un regime di natura socialista, che inevitabilmente degenera nel ricatto e nella violenza.
Spero proprio che Dell'Utri non sia soltanto l'ultimo dei transfughi socialisti che non ce la fanno più a trattenersi e mostrano il loro vero volto, dopo 15 anni passati a fingersi convertiti liberali, rovinando la reputazione del termine e meaginalizzando ogni autentico liberale.
Ho sempre stimato dell'Utri uomo troppo intelligente per abbassarsi a certe cose, ma gli errori sono sempre dietro l'angolo.

Hat tip: TALKIN' WORLD WAR III

Comprereste un’azienda usata dal signor Fiat?

Se Marchionne e gli Agnelli vendono, siamo sicuri che sia il momento giusto per comprare?
Si sta finalmente delineando il piano Fiat - e include, di fatto, l’inizio dell’uscita del settore auto , tramite uno spin-off della divisione auto che nascerebbe dalla fusione tra Fiat e General Motors Europe. Al di là dei termini tecnici e della nebbia mediatica, il significato è chiaro: la FIAT e la famiglia Agnelli vogliono tenersi il 100% dei gioielli di famiglia e scaricare sul mercato la parte malata, ossia il settore auto.

La sempre servizievole stampa italiana sostiene che lo spin-off avvenga soltanto per unirsi con General Motors Europe, ma per la dinastia industriale di Torino serve ben altro obbiettivo: la famiglia non ha nessuna intenzione d’investire un euro nel settore auto e la nascita del “colosso” darebbe loro una elegante via d’uscita ad una situazione che cominciava ad apparire senza speranza. L’analisi dell’ AD di Fiat sul settore auto è assolutamente ragionevole: nel mondo non vi è spazio per produttori sotto una certa soglia dimensionale, che FIAT al momento non possiede; va quindi fusa o venduta per garantirne la sopravvivenza, data la mancanza di risorse per acquisizioni e il trend del settore. E’ grazie all’abilità di Marchionne ed all’abile sfruttamento del momento di panico fra i politici che il gruppo si è trasformato da cacciatore a preda. Negli ultimi anni, l’obiettivo prioritario era quello di risanare Fiat Auto quanto bastava per disfarsene, vendendola ad un concorrente o entrando in una joint-venture; il mercato in salita garantiva la presenza di compratori di un’azienda anche solo marginalmente profittevole. Marchionne, preparando l’azienda per l’aggregazione o la vendita, è stato estremamente abile nel risanamento, senza modificare l’obiettivo finale, tenuto sempre quanto più possibile in sordina: rinnovando la gamma e semplificando la struttura manageriale ha ottenuto risultati economici e gestionali ben al di sopra delle aspettative. La crisi ha però sparigliato le carte e fatto piombare il settore auto nella crisi più nera, facendo scomparire i potenziali acquirenti e moltiplicando marchi e impianti in vendita.

IL CONIGLIO DAL CILINDRO - Un dirigente meno audace e con meno faccia tosta avrebbe rinunciato e si sarebbe accontentato di succhiare alla tetta degli aiuti di Stato in attesa di tempi migliori; Marchionne ha estratto il coniglio dal cilindro: diventare compratore di aziende decotte, ma possibili percettrici di aiuti pubblici. In questa maniera la scala produttiva e la ristrutturazione vengono pagate dai governi, solitamente disponibili a pagare profumatamente pur di evitare l’imbarazzo politico della perdita di occupazione in un settore prestigioso quale l’automobile. A spese della politica e dei creditori, si crea un nuovo gruppo che sarebbe “troppo grande per fallire” e godrebbe quindi di una garanzia implicita di breve termine a spese dei contribuenti europei ed italiani, lasciando a Marchionne il tempo per inseguire il suo sogno. Fra un paio d’anni, si vedrà se i frutti dello scippo ai danni di creditori e contribuenti sarà stato investito saggiamente o avrà generato il primo carrozzone di Stato in salsa multilaterale, ma gli Agnelli non hanno intenzione di aspettare tanto: anche in assenza di un compratore, la quota sarebbe comunque diluita e più facilmente alienabile tramite derivati, soprattutto se l’ondata di entusiasmo mediatico permettesse di quotare in Borsa proprio il pezzo di gran lunga più problematico del gruppo Fiat, tenendosi in pancia e sotto controllo altre attività, come i camion di Iveco e le macchine agricole di CNH, al momento meno brillanti, ma dalla redditività più solida nel lungo periodo. In questo modo, la holding della famiglia Agnelli non dovrebbe investire capitali freschi nel gruppo, capitali che verrebbero forniti dai piccoli risparmiatori.

CAVEAT EMPTOR - A chi volesse acquistare, pensando che il gruppo FIAT voglia fare un favore agli investitori dopo questo rimbalzo del gruppo, consiglio di riflettere sulla storia della smania di quotazione dei gruppi di Private Equity: fedeli alla propria reputazione di abili investitori, si sono venduti sul mercato al picco della bolla . FIAT SpA e Exor sembrano scommesse migliori, perché più allineate agli interessi degli azionisti di comando, almeno per il momento.


Crossposted from Giornalettismo

Hail to the Queen

La vera Regina degli anni'80 , a cui la BBC dedica oggi uno speciale per ricordare i 30 anni dall'inizio di un'esperienza di governo che salvò la Gran Bretagna dal socialismo e rallentò l'Europa nelal corsa verso la miseria. Parliamo, ovviamente, di Margaret Thatcher.

Una che aveva più palle di tutti i finti "liberali" e "conservatori" che ci ritroviamo al governo, gente che invece di Friederich Von Hayek ed Arthur Seldon, non hanno mai discusso altro che di ballerine e di socialismo.

Lei, data sempre per sconfitta da ogni sondaggio, non ebbe timore di sfidare tutti, dai sindacati al suo stesso partito, facendosi beffe dell' "impopolarità" - e di vincere, ogni volta, le elezioni, votata anche da quelli che la odiavano.
Che tristezza confrontarla con il nostro governo di "liberali" socialisti, che tremano di fronte alla propria ombra e che, pur avendo un "approval rating" stratosferico, on osano alzare un sopracciglio per il timore di perdere uno zerovirgola.

Bravo Alberto

Per fortuna non tutti i liberali hanno il silenziatore. Bella idea, quella dell'Istituto Bruno Leoni.

A volte, provocare funziona. Deve pensarla così Alberto Mingardi, direttore dell'istituto Bruno Leoni che edita opere di saggistica che Mingardi stesso definisce «liberisti selvaggi», visto che ha scelto di promuoversi dalle pagine del Manifesto.

L'Istituto ha infatti acquistato l'ultima pagina del quotidiano per una pubblicità che dice: «Il gusto del dibattito non è patrimonio di un'unica parte. Cercaci in libreria, potremmo essere una sorpresa».

Così, a sorpresa, il lettore del quotidiano di sinistra si è trovato davanti una piccola collezione di libri-superliberisti: da La crisi ha ucciso il libero mercato? a La sanità in bancarotta.

Da Il Mondo, 30 aprile 2009


IBL - Liberisti per spot. Sul Manifesto

buone notizie centroamericane

finalmente Panama torna ai conservatori. Sconfitti i seguaci di Chavez. Leggere Le Guerre Civili per credere

Adesso non esageriamo eh

COmprendiamo che la nomina obamiana di Sergio Marchionne ad Unto del Signore in cmpo automobilistico porti con sé la più abbietta sottomissione da parte dei media globali. Però adesso stiamo esagerando.

Un titolo così non me lo sarei aspettato da Repubblica, figuriamoci dalal conservatrice Fox Networs:

Fiat Aims for Global Domination, ossia "Fiat punta al dominio globale"

Marchionne è sicuramente un genio, visto il risanamento FIAT e soprattutto il modo in si sta prendendo Chrysler (comportamenti mafiosi dei suoi nuovi soci a parte) e l'acquisizione di Opel lo confermerebbe: confermerebbe soprattutto l'abilità di FIAT nell'abbindolare governi e risparmiatori di due continenti - come potete leggere anche qui. FIAT dovrebbe essere felice di essere sopravvissuta; il dominio globale si realizzerà, nella strada che ha preso FIAT, soltanto se l'azienda diventerà il gestore globale dell'assistenzialismo ai produttori d'auto decotti.

Le meravigliosi sorti dell'auto italiota



Hat tip: Giornalettismo

Scherzi alla brasiliana

domenica, maggio 03, 2009

Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.

Potete odiare Bush per quello che pensate abbia fatto al mondo. Liberi di farlo. Ma, per favore, smettetela di baciare la terra su cui Obama cammina: i media sono bravissimi a nascondere un passato oscuro, le influenti amicizie razziste, antiamericane e terroriste , i cento giorni ambigui, ma ormai siamo arrivati alla minaccia paramafiosa ai dissidenti.
Il disastro del riluttante socialismo democristiano di Bush Jr. - spesa pubblica fuori controllo, croci, burro e cannoni - non ci ha regalato un "liberale", ma un socialista apparentemente ignaro a cosa servano le libertà garantite dalla costituzioni liberali.
Ogni volta in cui, nella storia, la libertà di usare il proprio lavoro ed i suoi frutti è stato contestato, la soppressone delle libertà individuali era molto, molto vicino.

Non sono allarmista: La Casa Bianca non si è fatta scrupoli di minacciare esplicitamente la società Perella Weinberg, colpevole di non obbedire agli ordini di scuderia nel caso Chrysler e di osare protestare all'esproprio integrale. L'accusa non arriva dal partito repubblicano, ma da Tom Lauria, portavoce dei creditori dissidenti nel caso Chrysler .

Il suo commento è semplice, efficace e diretto: "Il Presidente cerca di abolire la libertà di contratto ed i diritti derivanti da essa; se ci riesce, cosa attaccherà la prossima volta?"

Quante altre volte abbiamo dovuto assistere alla discesa all'inferno di politici convinti di stare violando "solo un po' " le regole, per il "bene comune" - e non riuscire a fermarsi, oppure essere sostituiti da briganti ancora peggiori e privi di scrupoli, nello spalancare la porta appena socchiusa e precipitarci nella barbarie?
Signori progressisti, che ora sogghignate perché v'illudete essere immuni, che siano soltanto i "ricchi" a soffrire , senza ricordarvi che ne soffriranno tutti, nell'occupazione e nei risparmi; ricordati di Martin Niemoller, quando vi chiederete perché non sarà rimasto nesusno a difendervi, quando verranno a prendervi.
Ed arriveranno; per un qulasiasi motivo, per nessun motivo, solo perché possono. E' successo in ogni Rivoluzione che vi piaceva, signori accecati dal Sol dell'Avvenire: dopo il 1917, nel 1933 ed oltre, successe nel 1945 e nel 1956.

(il titolo è ovviamente una citaizone dell'ultimo verso della poesia di Martin Niemoller .

I "liberatori" sovietici pardon putiniani si annettono le loro conquiste pardon stati fratelli ex-georgiani

Il primo di maggio la Russia si è di fatto annessa Abkhazia e Ossetia meridionale, ossia le due province georgiane strappate al governo di Tblisi prima tramite il foraggiamento di due signori della guerra e poi impiegate come pretesot per l'invasione. La Russia sta violando la lettera e lo spirito del trattato di pace, dove aveva confermato quello che la propaganda filomoscovita ha urlato per settimane : "non è una guerra di conquista".
Cos'avranno adesso da dire i politici europei, che invece di difendere un alleato NATO lo hanno gettato in pasto all'orso e si sono vantati del proprio acume?

Dovrebbe far riflettere i socialisti di destra e sinistra che continuano a non preoccuparsi, a illudersi che ci sia stata una "guerra difensiva" contro i georgiani - un'affermazione dubbia nel migliore dei casi, adesso completamente smentita dalla mossa russa.

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sabato, maggio 02, 2009

Rieccolo, + in forma che mai

Ri-Eccolo, + in forma che mai : un caloroso benvenuto ala nuova versione di DAW.

All'ecomunist fumano pesante: la Fed ripete gli errori delle banche e loro applaudono

L'Economist pubblica un articolo sul bilancio annuale della Federal Reserve. Non è tanto l'articolo in sé che è di parte, ma la sua presentazione e l'occhiello che sembrano scritti dal Dipartimento Propaganda di un paese socialista. Il che è sempre possibile.
l'articolo fa notare che i profitti della banca centrale sono abbastanza buoni, ma che sono ottenuti grazie al fatto che mentre i profitti derivanti dall'acquisto di titoli ad elevato rischio e quindi elevato rendimento vengono contabilizzati immediatamente, non vengono mostrati i maggiori rischi di fallimento e di svalutazione, che andrebbero ripianati con parte di quegli utili.
La Fed sta insomma replicando - suo malgrado, forse - le stesse strategie che hanno affondato le banche che adesso sta proteggendo. Rispetto a loro ha il vantaggio di potersi letteralmente stampare le banconote con cui pagare ed indebitarsi, ma il vantaggio non sarà eterno.

Cosa scrivono, invece, al reparto titolazione dell'Economist? Da un lato, nell'occhiello, si dice che "La Fed fa soldi per i contribuenti" ; fortunatamente, il sottotiolo e il corpo dell'articolo chiariscono i gravi rischi che vengono corsi in questa strategia. Questo, d'altronde, è da sempre il lavoro delle Banche Centrali, anche se la Fed lo ha interpretato in maniera quantomai estensiva e distorta.

Dall'altro, ed è molto peggio, si compara la Fed ad uno hedge fund. Non sia mai, per carità, che qualcuno sveli la molto scomoda verità in prima pagina: che gli hedge fund ,l non regolamentati e non supervisionati, non hanno chiesto una lira ai governi, mentre i veri danni sono stati fatti proprio dalle istituzioni in teoria più sorvegliate e regolate. Dire che il Re è nudo, evidentemente è un tabù, soprattutto quando si sta richiedendo che gli hedge fund si sottopongano alla una magigore, regolamentazione e supervisione,le stesse cose, insomma che hanno trasformato i banchieri in gatti castrati e le banche in bombe atomiche ambulanti.

Per fortuna ci sono i portoghesi. Nelson eJefferson si rivoltano nella tomba

OBAMA-CHAVEZ 2Image by vaXzine via Flickr

Una nave da guerra portoghese cattura 19 pirati. Non sembra così tremendamente difficile, allora.
Diventa più facile,probabilmente, quando non si è occupati a fraternizzare con certi pirati di terraferma e non ci si s'illude che sorridere a un rapinatore possa impedirgli di rapinarci o ucciderci.

Una bella differenza, rispetto ai tempi di Thomas Jefferson. MA dobbiamo avere l'audacia della speranza, la fiducia nel Change e nel Sol dell'Avvenire, ci dice il Compagno in Capo.



*=Image by Turner's Images via Flickr
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venerdì, maggio 01, 2009

Fiat's moment / links and crosspost

La reazione piu' compassata alle notizie su Fiat e Chrysler l-ha avuta lakeside capital

Fiat, un nome lungimirante /

Funded (by)

Italian (and)

American

Taxpayers.


La piu' allegorica e' del Socio:

Trionfalismo italico su Fiat-Chrysler. Attenzione, però: a volte la bankruptcy "chirurgica" termina con la morte del paziente.
Quella piu' sintetica e' del Sindaco: La mia Chrysler Grand Voyager si è trasformata in una Fiat Duna.


La mia, al solito, e' stata decisamente prolissa:

Obama a Chrysler: muori, adesso!

Il Presidente Obama potrebbe annunciare domani la bancarotta di Chrysler, secondo Bloomberg (via ZeroHedge).

Tralasciando l’inquietante segnale di un Presidente ansioso d’annunciare ogni cosa, in stile sovietico più che americano, sarà interessante vedere come reagirà FIAT , il cui Presidente Marchionne desiderava ardentemente diventare il partner tecnico e il socio di minoranza forte in un’azienda non traumatizzata dal fallimento.

Non sappiamo quanto elevata sia la probabilità di un fallimento a questo stadio, anche perché l’amministrazione presidenziale sdembrerebbe aver sistemato le cose nella maniera più favorevole per se stessa e per i propri alleati, anche se non del contribuente e del pubblico americano: con i sindacati, che sono stati maggiore finanziatore dellla campagna presidenziale, diverrebbero proprietari dell’azienda che hannno contribuito a fare fallire, invece di rischiare la cancellazione dei contratti capestro imposti a Chrysler, come a GM.

A pagare, ovviamente, i creditori, che per tre quarti sono tuttavia banche - che non possono dir di no a Barack, dopo essere state salvate oppure come minimo lautamente sussidiate, a spese del contribuente. Le banche avranno qualcosa in cambio, gli altri si arrangino - non ci sono prove che abbiano votato per “quello giusto”, in fondo.

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