giovedì, dicembre 30, 2010

Finally!


Per gli amanti dell'iPad

Finally! a pocket that can take the iPad : Shiny Shiny


lunedì, dicembre 27, 2010

bombe alle ambasciate, ovviamente non a quella Venazuelana

Pacco bomba recapitato all'ambasciata greca a Roma. Allarme rientrato per quella venezuelana. Elementare, Watson. E rivelatore delle psicosi della sinistra. Nessuno metterebbe una bomba nell'ambasciata del Venezuela, governato da un dittatore socialista, ossia violento e squadrista. Troppo simile ai bombaroli, gente che vuole la pace a colpi di violenza codarda e la felicità del popolo tramite repressione economica che Lo ha sempre affamato e abbrutito.
Amici sinistri, smettetela d'infangare il buon nome dell'anarchia ed abbiate il coraggio di definirvi correttamente: terroristi bolscevichi, stalinisti o trotzkisti che dir si voglia.

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Come la "stabilizzazione" statalista genera instabilità

A pragCap si chiedono se contino ancora Lyr valutazioni basate sul valore: utili, flussi di cassa, redditività. I dati sintetici che distinguono nel medio periodo le aziende sane dall scommesse, insomma. La tesi di pragCap è che la "Greenspan put" abbia definitivamente alterato il mercato. In peggio, a mio parere.

Gli interventi continui delle banche centrali e dei governi vorrebbero stabilizzare il mercato, ma sembra che ottengano l'effetto opposto.
Invece di scelte che forniscono fondi ad aziende che crescono aumentando innovazione ed occupazione, veniamo premiati per anticipare il prossimo salvataggio o il prossimo stimolo.
Grazie alla Fed ed agli interventisti, non abbiamo più indicatori affidabili per l'allocazione delle risorse? se è così, siamo fregati: non esiste sviluppo senza investimento e se qualcuno trucca le carte, dagli investimenti passiamo al gioco d'azzardo. gli statalisti otterranno l'oppostodi quanto desiderano, almeno a parole. Se invece sognano di generare un fallimento di Stato da attribuire al mercato, così da giustificare ulteriore socialismo, allora sono sulla strada giusta.
EQUITY VALUATIONS ARE STRETCHED, BUT DOES IT MATTER?

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martedì, dicembre 21, 2010

I furbi bevono, gli stupidi si lasciano governare

Una ricerca pubblicata sulla Review of General Psychology smebra smentire il cliché per cui bere e fumare sarebbe segno di stupidità. I ragazzi con i migliori punteggi nei test di rilevazione del quoziente intellettivo consumano in età adulta quantità maggiori di alcool e sigarette. Non prendetelo come un invito a bere e fumare smodatamente: molte persone "intelligenti" diventano socialiste, un'abitudine con effetti ben più letali del fumo, ma che i nostri rapinatori politici non sembrano voler certo scoraggiare.

La prossima volta che qualcuno vi dice che è stupido fumare, ricordategli che non esiste alcuna correlazione. Legittimare il fasciosocialismo per cui il governo può dirvi cosa fare per il proprio bene, d'altro canto, ha dimostrabili effetti negativi sulla salute e sulla vita altrui.

Smarter people drink


Hat tip: Reason

domenica, dicembre 19, 2010

la lezione inascoltata di Dearborn: governo superfluo

Ford era a metà anni 2000 il grande malato dell'auto americana, messo peggio di GM e Chrysler. La società è rimasta privata ed ha superato la crisi senza il governo, al contrario delle due concorrenti. L'Economist ne parla oggi , in Epiphany in Dearborn. Una domanda che dovremmo porci: vista l'esperienza di Ford, era davvero necessario l'intervento del governo? Le due aziende sono comunque finite in bancarotta.

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mercoledì, dicembre 15, 2010

Moody's minaccia il declassamento della Spagna

L'agenzia di rating Moody's ha posto il rating del Regno di Spagna in lizza per il declassamento. Nulla di sconvolgente, visto che al momento i rendimenti spagnoli segnalano già un merito di credito percepito come decisamente peggiore di quello italiano, che ha un rating "ufficiale" inferiore: i BtP a 5 anni rendono in media l' 1.27% in meno dei Bonos madrileni.

Come ogni oligopolio di origine statale, le agenzie di rating sono spesso in ritardo. Per chi non lo sapesse, non esiste infatti un libero mercato per i rating: le autorità americane ed europee limitano il proprio riconoscimento dei giudizi di credito a fini di vigilanza solo ad alcune agenzie.


martedì, dicembre 14, 2010

Polidori, davvero tanto male per FLI?

Il voto della Polidori potrebbe essere un'àncora per FLI? Siamo certi che ai finiani convengano crisi e voto?

Il partito di Fini ha sempre cercato, correttamente, di proiettare l'immagine di un partito di destra leale al proprio elettorato, ma contrario alla gestione berlusconiana.
Andare alle elezioni con il marchio dei traditori non di Berlusconi, ma del centrodestra sarebbe letale. Purtroppo, il passaggio alla mozione comune con UDC ed API ha inficiato questa immagine e servirà del tempo prima di potersi riaccreditare come un partito autenticamente moderato, liberale e conservatore, alieno a inciuci centristi o peggio ancora sinistri.

A questo punto, qualsiasi evento che ritardi il voto potrebbe permettere di ricucire, riducendo le perdite e riprendendo le trattative per ricomporre lo scisma interno al centrodestra. Se FLI non riesce a riaccreditarsi come partito autenticamente a destra, rischia di essere l'ennesimo partitello centrista.

lunedì, dicembre 13, 2010

Dibble al Porro

Fa giustamente notare Nicola Porro come esistano anche vilene di Wikileaks molto positive verso il Cav, ma sono molto opportunamente scomparse dai giornali :

“Berlusconi è uno dei politici che dura da più tempo in Europa e la sua popolarità in Italia garantisce la sua influenza nel panorama politico italiano nei prossimi anni- Ha fatto terminare il periodo di governi italiani inefficienti e deboli che hanno afflitto questo paese dalla fine della seconda guerra mondiale” . E ancora: ” La nostra relazione con il Cavaliere è complessa, ci ha aiutato a sviluppare i nostri interessi su molti piani in un modo e in una dimensione che il governo precedente non era intenzionato o capace di perseguire”.


Cari Commensali, tra le centinaia di note che Miss Dibble faceva alla sua amministrazione ci sono anche quelle che ho appena citato. Ovviamente ha anche scritto della “inefficacia” del Cav e della sua vicinanza a Putin. Ma mi chiedo, senza entrare nel merito delle confidenze da canellleria, come si possa far finta che la pars construens della Dibble non sia stata praticamente riportata da nessuno? Un’ideuzza ce l’avrei.

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lunedì, dicembre 06, 2010

dacci oggi il nostro Gary Johnson quotidiano

Il Partito Repubblicano americano dovrebbe felicitarsi ogni singolo giorno per avere una persona come l'ex governatore del New Mexico Johnson fra le sue fila. E non perché abbia fumato marijuana, come dice il titolo della sia intervista al Weekly Standard, ma per le sue posizioni Libertarian eppure pragmatiche riguardo Israele ed aborto. E, sì, perché crede che Ayn Rand abbia ancora molto da dire.
Leggete l'intervista a Gov. Gary Johnson Su The Weekly Standard

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sabato, dicembre 04, 2010

Perché una banca centrale?

Se lo chiede Gerald P. O'Driscoll Jr. sul Wall Street Journal: le banche centrali non si sono dimostrate necessarie né sufficienti per lo sviluppo di un moderno sistema finanziario. Gli USA ne hanno fatto a meno sino al 1913 ed il Canada, ad esempio, ha retto la Grande Depressione anche meglio degli USA pur non avendone una sino al 1935, quando gli venne praticamente imposta dall'esterno. Come fa notare O'Driscoll, vi sono molte proposte di riforma della Fed, ma non esiste un consenso sulle ragioni per cui essa debba esistere.
Questo non è un caso: non esiste un tale accordo, perché non è necessario avere una banca centrale. A meno, ovviamente, di essere politici alla ricerca di facili vie per drogare l'economia a fini elettorali o monetizzare il debito incorso sinora. Una banca centrale indipendente è un male minore di una asservita ai desideri politici, ma è un equilibrio instabile: la tentazione di abusare del proprio potere, dietro lo schermo di autorità "indipendenti" è eccessiva, in momenti di crisi. Esattamente come per i fondi pensione gestiti dallo stato, che vengono svaligiati appena se ne sent eil bisogno (vedi USA; Irlanda ed Argentina, in vari momenti). O si privatizza, o si abbandona.

venerdì, dicembre 03, 2010

OGM: In Vaticano qualcuno ragione

Sugli Ogm l’Accademia Pontificia delle Scienze riesce ad essere più razionale di buona parte dei nostri cosiddetti esperti. I figuri sempre pubblicati su giornali e TV ed esperti soprattutto negli stessi metodi impiegati dai venditori di metodi per vincere al Lotto fanno apparire il Vaticano un faro di progresso ed apertura al nuovo. Complimenti.


Gli Ogm sono un bene pubblico. Parola dell'Accademia Pontificia delle Scienze: "


Dopo quindici anni di strumentalizzazioni ideologiche e corporative volte a confondere consumatori e opinione pubblica sulla pericolosità del cosiddetto “frankenstein food”, il Vaticano fa luce sul delicato e controverso argomento degli Ogm. Con il documento “Transgenic Plants for Food Security in the Context of Development” l’Accademia Pontificia delle Scienze prende una posizione netta sulla questione degli organismi geneticamente modificati definendoli un “bene pubblico comune”.
"

WIkileaks e il miracolo antiamericano

WIkileaks ha compiuto il miracolo: per la sinistra italiana, da sempre antiamericana, i dispacci del governo americano sono diventati improvvisamente la fonte inoppugnabile della della verità, anche quando riportano semplici opinioni e non dati di fatto suffragati da qualsivoglia prova. Sino a pochissimi mesi fa, ogni frase scritta da uno statunitense che non avesse mai bruciato la propria bandiera era considerata inaffidabile e atto di pura propaganda interessata.
Gli ex-comunisti sono cresciuti a pane e storie di complotti CIA, pensando che gli USA manipolassero la realtà esattamente come insegnavano e praticavano i loro padroni sovietici. GLI ex-cattolici avevano la medesima attitudine scettica, nutrita dal terzomondismo ACLI. siamo felici che, anche solo per pochi istanti, ritengono l'odiato americano attendibile.
Purtroppo sappiamo perfettamente che non è la verità oggettiva a contare: il giorno in cui saranno in disaccordo, la fonte sarà di nuovo maligna, non soltanto inattendibile. E' lo stesso meccanismo per cui anche gli avversari ideologici vengono occasionalmente cooptati, se esprimono una opinione che può essere interpretata in modo da andare a supporto delle tesi in voga al momento. Sarà, ovviamente, l'unica ricordata e l'unica che avrà mai diritto di cittadinanza; il liberale che s'illudesse di poter aprire un dialogo si ritroverà sfruttato e, quando non serve più, rapidamente abbandonato prima e dileggiato poi.

giovedì, dicembre 02, 2010

Insolventi? Grecia, Irlanda, Portogallo, forse la Spagna.

Pensate che io sia eccessivamente pessimista? WIlem Buiter, ex blogger del FInancial Times appena assunto a Citigroup, è persino peggio.
Secondo Buiter, Irlanda e Portogallo sono già andati. La Grecia è in forse soltanto perché non è certo che il FMI e lA ue staccheranno la spina, faranno pagare il conto al resto dell'Eurozona (e qui concordo pienamente). La Spagna è in bilico sull0orlo del precipizio.
Le buone notizie? L'Italia dovrebbe essere al sicuro. Dovrebbe.

Personalmente, ritengo che l'intera Grecia e il sistema bancario irlandese siano ormai andati. Ogni euro prestato al governo ateniese e alle banche irlandesi serve a comprare tempo, ma non verrà quasi certamente restituito, a meno di trovare un altro pollo che presti denaro a banche e governi che hanno sprecato denaro e non hanno, n possono avere, i flussi di cassa per farcela. Accettare l'inevitabile e staccare la spina sarebbe più utile.
Al contrario, il governo irlandese ha dalla sua una nazione con una forza lavoro educata ed un'economia ancora flessibile e con del potenziale, nonostante i guasti causati dalla bolla immobiliare: la Tigre celtica, fino al 2002, era reale.
La Spagna potrebbe sopravvivere - a patto di buttare a mare la zavorra ed accettare la realtà: riforme e liberalizzazioni per aumentare le risorse in mano ai produttori di ricchezza e ristrutturazione del settore bancario delle Cajas.
Del Portogallo so troppo poco e quel poco mi preoccupa: poco flessibile, con poche industrie esportatrici, un'economia ancora rigida ed un settore finanziario opaco, una società orientata ad un corporativismo che offre pochi sbocchi.
Un'Italia in peggio, temo, anche se spero di sbagliarmi.

Hat tip:FT Alphaville

mercoledì, dicembre 01, 2010

Nuovi piani europei per il debito: un salvagente americano per l'Europa e una pietra al collo per i produttori di entrambe le sponde dell'Atlantico

Giornata di ottimismo e recuperi per il debito dei paesi periferici europei. La scintilla è arrivata dalle voci di vari interventi e da un'ondata di acquisti da parte della BCE. Questi interventi rischiano di essere deleteri nel lungo periodo, ma nel breve hanno spezzato (a caro prezzo, se attuati) il circolo vizioso e hanno ala fine ottenuto un forte rialzo dell'euro, oltre a un rimbalzo feroce dei mercati.


Le prime voci sono state quelle di un maggiore impegno della BCE, con un nuovo programma di acquisto di titoli di Stato fino a 2 triliardi di euro. Insieme sono arrivate altre dichiarazioni riguardo ad un consolidamento e rafforzamento del ruolo del fondo EFSF, che emetterebbe bond garantiti da tutti gli stati - e quindi da quelli più forti - per raccogliere risorse da distribuire agli stati meno virtuosi, evitando loro di emettere separatamente.
Questo ha scatenato le ricoperture sui mercati, scatenando gli acquisti su buona parte del mercato.

A fine giornata, sono arrivate voci anonime secondo le quali il Tesoro USA sarebbe disponibile a finanziare gli aiuti del FMI con una nuova infusione di dollari verso il fondo. Gli effetti sul cambio sono stati immediati, come si può vedere da questo grafico




Se davvero gli USA vogliono aumentare le risorse del FMI internazionale, si otterrebbe un risultato paradossale: la classe media americana, già sofferente, dovrebbe pagare non soltanto per il salvataggio di chi ha speculato e sbagliato negli USA, ma anche per chi lo ha fatto in Europa. Nessuno dei colpevoli paga, tutti gli altri soffrono.



Per quanto riguarda le altre due linee d'intervento, i rischi di medio periodo sarebbero elevati. UN piano di acquisti della dimensione prevista sarebbe una droga per il mercaot, ma aumenterebbe i rischi d'inflazione ed esporrebbe la BCE ad enormi perdite, nel caso più che probabile che banche e nazioni inefficienti od imprudenti dovessero ristrutturare il proprio debito. La Grecia è già di fatto insolvente, come il sistema bancario irlandese; comprare miliardi di obbligazioni di queste entità ne ridurrebbe gli incentivi a ristrutturare e creerebbe degli zombie, divoratori di risorse altrimenti produttive, senza alcuna garanzia di successo. Come già detto in altre occasioni, economie ed imprese malate andrebbero ristrutturate, anche dolorosamente, per farle ripartire e lasciare spazio a coloro che si sono comportati prudentemente, innescando un circolo virtuoso. Così facendo, si rischia di buttare denaro in una causa persa.

Il piano di centralizzazione dell'emissione di debito nasconderebbe le debolezze dei paesi problematici dietro al copertura delle nazioni più forti, facendo pagare ai contribuenti francesi, olandesi e soprattutto tedeschi i vizi mediterranei e le intemperanze dei banchieri tedeschi in Irlanda e Grecia, ma risolleverebbe il mercato almeno nel breve periodo. E' uno schema analogo a quello che ha dato vita a Fannie Mae e Freddie Mac, garantite dal governo e in grado di sussidiare il mercato immobiliare americano senza pesare ufficialmente sui conti pubblici, salvo implodere in maniera spettacolare con perdite per centinaia di miliardi di dollari. Analogamente, pensiamo a quanto accade nelle Regioni italiane: il governo centrale s'indebita, poi gira le risorse raccolte alle regioni in deficit, coprendone i problemi e pagando interessi e capitale con il denaro prelevato nelle aree virtuose.
In teoria, il controllo centrale dovrebbe disciplinare gli enti viziosi. In pratica, vediamo quanto male questo funzioni in Italia: pensiamo davvero che funzionerebbe meglio questo sistema, se venisse gestito dall'euroburocrazia di Bruxelles?

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