"In tempo di crisi salgono in cattedra i professori in miniatura. Un’occhiata alla platea di «rimandati», un’altra alle casse della scuola, ed ecco l’idea del preside di un istituto di Vicenza: corsi di recupero tenuti da studenti con pagelle invidiabili"Mi sembra un'idea encomiabile, non soltanto in tempi di crisi. Quante altre ottime idee potrebbero nascere ed essere sperimentate, se vi fosse una vera autonomia scolastica?
Se "scuola pubblica" e "scuola privata" non fossero soltanto una presa in giro, un artificio propagandistico per mascherare il fatto che si parla solo di "scuola del Ministero" e "scuola dei preti" ,non staremmo meglio?
Il buono-scuola servirebbe anche a questo, signori statalisti. Se avete a cuore l'educazione, smettetela di nascondervi dietro ad acrobazie verbali ed accettate la sfida di una scuola pubblica, ma non statale. In cambio, se volete, vietate le scuole confessionali: anche da miscredente lo ritengo illiberale, ma per dirla con Guccini, "no so come, siete in tanti" e tutto quel che ne segue.
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