Il cavallo no beve: Dalla cucina agli elettrodomestici per i bonus c'è ancora posto: secondo il Sole24Ore viene utilizzato solo il 58% dei fondi messi a disposizione dal ministero... Per fortuna, ci verrebbe da dire: gli incentivi sono semplicemente uno stratagemma per modificare il profilo di spesa, incentivando il consumatore ad anticipare spese già programmate. Il costo per il bilancio pubblico è occulto e nel futuro, come molte altre manovre a debito ed i benefici sono molto ridotti: gli incentivi avrebbero un senso solo se si credesse che la crisi della domanda sia un fenomeno destinato a finire in pochi mesi e ad essere seguito da una fase di domanda elevata e superiore alle capacità produttive italiane; una traslazione della domanda aiuterebbe a bilanciare il carico produttivo ed anche in questo caso, le spese per questo bilanciamento sarebbero a carico del contribuente, mentre i vantaggi andrebbero alle imprese domestiche, anche se il 24Ore, organo confindustriale, dimentica di farlo notare.
La condizione attuale non ha nessuno di questi prerequisiti: la crisi è strutturale, non temporanea, non si vedono vie d'uscita veloci né rischi di carenza di capacità produttiva nell'immediato futuro; l'unico rischio, semmai, è per un ulteriore aumento dell'indebitamento delle famiglie. D'altronde, si tratta dello stesso errore che porta le banche centrale a riproporre la stessa medicina nonostante la mancanza d'efficacia. Non si vedono quindi le condizioni per cui gli incentivi siano utili a qualcuno di differente da un ristretto numero d'industriali troppo pigri o troppo indebitati per reagire innovando, oppure ad ad una classe politica schiava di palliativi e di dichiarazioni magniloquenti, incapace d' intraprendere serie, dolorose riforme volte a ridurre la mano morta governativa e dei finti capitalisti che protegge.