La regione di Valencia, in Spagna, è prospera e relativamente avanzata, anche se provata dallo scoppio della bolla immobiliare in maniera più dura che altrove. Eppure, mercoledì ha mancato un pagamento di 130 milioni di euro ad una banca e pare si sarebbe salvata dal default solo grazie all'intervento di una banca spagnola, che dietro "sollecitazione" (leggi: pedata nel didietro) del governo centrale si sarebbe accollata il debito.
Perché il governo ha dovuto intervenire in maniera tanto indiretta? La Spagna è d fatto uno stato federale e, al contrario ad esempio della Germania, il governo centrale non garantisce il debito degli enti locali. La conseguenza è che il debito delle regioni non viene consolidato con quello nazionale, riducendo così il dato "ufficiale" impiegato nelle comparazioni a livello internazionale. Per ridurre il deficit e i dati sul debito, presentato all'Unione Europea, il governo centrale ha tagliato i trasferimenti agli enti locali, che invece di ridurre la spesa, hanno colmato il deficit ricorrendo al debito.
Il problema è che la spesa pubblica ed il debito a livello locale sono di dimensioni molto rilevanti: a seconda delle misure impiegate, le regioni controllano da un terzo alla metà della spesa totale. Inoltre, sono poco responsabilizzate, dato che il federalismo fiscale si applica alle spese, ma meno alle entrate: i politici preferiscono che sia il distante governo centrale a prendersi le colpe delle tasse, mentre essi godono dei benefici politici derivanti dalla parte assistenziale e clientelare della spesa pubblica; si tratta di un problema che noi italiani conosciamo bene e che avremmo conosciuto anche con il cosiddetto "federalismo fiscale" promosso dalla Lega Nord dopo la sua trasformazione nel campione del voto di scambio.
Il debito nascosto sta cominciando ad emergere, anche perché la spesa è ormai fuori controllo: lo sforamento di quasi 2 punti percentuali del PIL è dovuto quasi interamente alla riottosità regionale al taglio della spesa assistenziale.
Il governo si trova di fronte ad una scelta difficile: tagliare sul serio, o pretendere che il "modello spagnolo" stia continuando a funzionare davvero e che non sia un Mezzogiorno più abile a spendere il bottino derivante dalla spartizione dei fondi strutturali. L'episodio valenciano non fa ben sperare: il governo centrale è intervenuto per mantenere la finzione, sfruttando banche amiche ma rifiutandosi di garantire il debito, per non aprire il vaso di Pandora; vedremo per quanto a lungo questo rimarrà possibile.
E' vero che le due grandi banche spagnole sono molto solide, ma ci si deve chiedere quanto potranno ancora donare alla causa se, oltre a garantire il successo delle aste governative a colpi d'acquisti "strategici", dovranno anche finanziare a pié di lista i Bassolino iberici.