Paul Krugman sul NYT di oggi si delizia ad immaginare il Partito Repubblicano pronto a trasformarsi nel "partito dell'intolleranza" , formato da razzisti, xenofobi e fondamentalisti religosi. Significherebbe la trasformazione in realtà dei pregiudizi sinistrorsi sul GOP. Ma quanto è probabile che questo avvenga? Poco, data la natura tendenziosa ed incompleta dell'immagine che Krugman e i media liberal hanno dellla galassia "conservatrice".
Il fdifetto fondamentale dell'argomento di Paul Krugman è il frutto di uno stereotipo che lo acceca : quello repubblicnao sarebbe un partito il cui nucleo è costituito dal puro tradizionalismo morale ed etnico, dalla destra religiosa e da un ceto politico pronto a rappresentare l'elettorato razzista. I liberal non riescono ad accettare che la destra non abbia una sola anima, ma perlomeno due: quella tradizionalista e quella "libertaria", o meglio "Old right", intimamente liberale, individualista e che ha la propria ragoine d'essere nella riduzione dell'ingerenza statale sia in cmapo eocnomico che in quello dei rapporti individuali.
Quest'ultima componente costituisce anche la radice della differenza sostanziale fra la destra americana e quella europea, una componente il cui peso è talmente rilevante da essere l'elemento determinante per la vittoria repubblicana negli ultimi vent'anni, per la rinascita del conservatorismo americano e per la radicale differenza dagli altri partiti conservatori occidentali, molti dei quali sono spesso partiti socialisti pronti a limitare le libertà in ogni campo e non soltanto quello economico.
L'amministrazione Bush e l'ultimo Congresso Repubblicano hanno fatto di tutto per confermare il pregiudizio e per alienarsi le simpatie dei libertarian Old Right, lasciando che la pregiudiziale religiosa ed antiabortista offuscasse le scelte dle perosnale di governo, mentre la copertura ideologico-religiosa macherava l'imponente aumento della spesa ed il parallelo aumento della corruzione di coloro che spartivano il bottino, ossiai i parlamentari. E' questa, più che qualsiasi altra, la causa del crollo di popolarità del partito Repubblicano: hanno giocato secondo le regole dei democratici e ne sono divenuti la pallida e reazionaria copia, regalando loro la vittoria. Perché votare peruna copia, infatti, quando l'originale ha un nuovo look?
Ma non tutto è perduto : insieme ai repubblicani che vorrebbero rimodellare il partito sulle linee descritte da Krugman r dal New York Times, , trasformandolo nella copia dei partiti socialclericali che tanto poco hanno difeso il Vechio Continente dalla melma socialista, ci sono ancora coloro che, ocme Mark Sloan, ancora comprendono come la chiave della vittoria sia il mantenimento delle libertà individuali in tutta la loro interezza.
Dobbiamo sperare in una preminenza di tali spinte, altrimenti nullarimane fra noi ed ilsocialismo, ossia fra l'Occidente e l'involuzione decadente verso uno stadio premoderno.
Purtroppo soffrono dei pregiudizi dei media, che si ostinano a definirli "moderati", come se gli unici interpreti duri e puri dell'anima conservatrice fossero gli epigoni nordamericani della Binetti e di Forza Nuova; un esempio di come il pregiudizio non si limita a certi opinionisti, ma è patrimonio comune di certo giornalismo.
Hat tip: Economist's View: Paul Krugman: The Republican Rump; Phastidio, da cui per una volta devo arzialmente dissentire (a me Theodore Roosevelt e Lincoln non piacciono molto, come esempi di Repubblicani) ; riguardo alla lotta intestina fra le varie anime repubblicane, l'International Herald Tribune .
Update: anche Jinz0 spera nella riscossa della Old Right , in una catarsi successiva alla sconfitta. Ho detto la mia e la ribadisco: magari. SOprattutto, spero che prima o poi la Old Right ritorni in Europa
lunedì, novembre 03, 2008
Paul Krugman ha torto, al solito
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