SI continua a definire "tesoretto" quello che governo, sindacati e cosche varie insediate nell'attuale Parlamento si sono spartiti dopo una gazzarra degna di una sceneggiata napoletana (le mie scuse a Mario Merola ed ai napoletani per essere stati paragonati ai notir parlamentari).
L'oggetto del contendere andrebbe chiamato bottino o refurtiva. Ci si spartisce, infatti, il bottino di una rapina o di uno scippo e questo è, in effetti il frutto di una doppia rapina: quella dello Stato verso i contribuenti, triste certezza della vita italica; quella dell'attuale maggioranza verso il governo precedente, villipeso per quei condoni che hanno allargato la base imponibile e per il presunto "buco" che si è rivelato un piccolo pozzo di petrolio, prontamente dilapidato.
L'oggetto del contendere andrebbe chiamato bottino o refurtiva. Ci si spartisce, infatti, il bottino di una rapina o di uno scippo e questo è, in effetti il frutto di una doppia rapina: quella dello Stato verso i contribuenti, triste certezza della vita italica; quella dell'attuale maggioranza verso il governo precedente, villipeso per quei condoni che hanno allargato la base imponibile e per il presunto "buco" che si è rivelato un piccolo pozzo di petrolio, prontamente dilapidato.