E bravo Mthrandir:
"Dio e il partito lo vogliono e tanto basta alle anime belle e miopi che chiacchierano a vanvera di meravigliose teorie e pretendono che debba essere la realtà ad uniformarsi ai loro deliri onirici. Invece succede che la gente italica, notissima nell’universo per avere una pazienza stoica e un livello di sopportazione da far pensare al fatto che abbia raggiunto la pace dei sensi, queste due caratteristiche non le possieda nelle dosi che vorrebbero le categorie di cui sopra, cioè infinita. E si rompe il cazzo, prima o poi, di dover subire violenze e indulti. Dopo di che succede che, fatti due conti e stabilito che chi delinque continua tranquillamente a farlo anche perché, quando lo beccano, rimedia al massimo una lavata di capo, qualcuno cominci a pensare che sia giunto il momento di ricorrere ad un sistema giudiziario un tantino più spiccio del normale e anche un filo più severo." Continua
Personalmente, credo che l'immigrazione sia una risorsa positiva per ogni nazione e che nessuno dovrebbe aver,e a priori, l'arbitrario privilegio di negare ad altri libertà di movimento. Questo non implica, tuttavia, che non si possa negare tale diritto nel caso l'individuo in questione non sia disposto a seguire un comportamento altrettanto rispettoso dei principi liberali, o perlomeno dei diritti di proprietà, di quanto lo dovrebbe essere l'ospite, o nel caso non fosse disposto ad accettare un qualche grado di assimilazione. Il melting pot è un crogiuolo, nel quale le culture, almeno in parte, si fondono, sotto la pressione ed il calore. Rifiutarsi di ammettere che il nomadismo possa creare difficoltà di gestione, quando il nomade rifiuta persino di ammettere la necessità di doversi adattare, significa che l'immagine che si vuole dare è quella dell'abbandono del campo.
Troppi, in Italia, si illudono che sia sufficiente ignorare il problema, rinunciare ad ogni sforzo: gli "antropologicamente superiori" sono oramai aspiranti suicidi culturali, pronti ad accettare la barbarie piuttosto che difendere e far progredire la civiltà che permette loro di esistere.
Troppi, in Italia, si illudono che sia sufficiente ignorare il problema, rinunciare ad ogni sforzo: gli "antropologicamente superiori" sono oramai aspiranti suicidi culturali, pronti ad accettare la barbarie piuttosto che difendere e far progredire la civiltà che permette loro di esistere.
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