Può una bancarotta essere positiva, può il salvataggio di un azienda essere dannoso? Certamente, soprattutto quando il governo e la casta politica sono all'origine del salvataggio.
Il fine settimana ha visto arrivare dagli USA due notizie di segno opposto: la banca fallita Indymac è falllita ed è stata commissariata dalal FDIC, l'ente di tutela dei depositi.
D'altro canto, il Tesoro e la Federal Reserve hanno lanciato una notevole ciambella di salvataggio a Freddie Mac e Fannie Mae, proponendo che il Congresso fornisca per un periodo "temporaneo" al governo ed alla banca centrale il potere di partecipare ad un aumento di capitale delle due società, di fornire loro linee di credito o di ammetterle alle operazioni di finanziamento riservate alle banche commerciali.
Il fatto positivo, fra i due, è il fallimento, non il salvataggio.
Il fallimento di Indymac è stato in parte causato dalla rinnovata attenzione dei depositanti alla qualità delle banche ove depositano il proprio denaro: un comportamento virtuoso, che premia i prudenti e condanna i mediocri alla chiusura. Se questo atteggiamento fosse stato maggiormente diffuso, avremmo avuto qualche piccola banca fallita in più, ma un sistema più sano in generale e quindi un minor bisogno di intervento statale per salvare grandi istituzioni. Il discorso vale anche per l'Europa, dove l'abitudine alla "banca di Stato" ha spesso illuso il cittadino che potesse depositare ovunque senza considerare i normali rischi d'impresa.
Il mezzo-salvataggio di Freddie Mae e Freddie Mac va invece nella direzione opposta: in quella della prosecuzione del sistema per cui due entità non proprio pubbliche, ma non proprio private vengono di fatto garantite dal governo perchè "troppo grandi per fallire", dopo che tali entità sono diventate giganteschi bubboni infetti proprio grazie allla protezione ed alla connivenza accordata dalla classe
politica.
Freddie Mac e Fannie Mae hanno goduto di un duopolio legalmente sanzionato dal Parlamento; di una regolamentazione protettiva più che prudenziale, grazie a controlli resi elastici e talvolta inesistenti dalla presenza di politici nei consigli di amministrazione, di ingenti finanziamenti soprattutto al partito Democratico.
Soprattutto, abbiamo assistito a decenni di strizzatine d'occhio e frasi ambigue rispetto all'esistenza di una qualsiasi garanzia statale del debito emesso dalle GSE, nonostante su tutti i prospetti degli strumenti finanziari emessi da queste compagnie sia scritto a chiarissime lettere che il governo federale americano *non* garantisce un bel nulla. I veri padroni di Fannie e Freddie sono gli obbligazionisti ed i politici: a questo punto, sarebbe staot opportuno che perlomeno gli azionisti avessero ricevuto lo stesso trattamento toccato a quelli di Bear Stearns - azzerati.
Hat tip: (WSJ) Wall Street Journal