Su Chicago Blog, una bella disamina delle promesse elettorali regionali, dal punto di vista del mercato. La miglior definizione dei programmi leghisti viene parlando di quello di Zaia: roba da Carta di Verona, il manifesto economico della Repubblica di Salò, vetrina del fascismo di sinistra, che coniugava collettivismo e manganello.
I programmi dei candidati, quando presenti, danno insomma ragione a Bossi quando parla di Lega "del popolo" . Nel senso di partito degno del Fronte Popolare: la Lega è ormai più statalista ed assistenzialista del PD e le sue politiche di spesa implicano una spirale del debito oppure una ripetuta rapina fiscale ai danni dei ceti produttivi. Se la cosa va bene a Maroni e Bossi, ex-sinistri, stupisce che qualcuno ancora s'illuda che il partito padano sia antitasse ed antistatalista. Quando li sentite urlare "basta tasse ", non significa che ne pagherete di meno: significa che le pagherete alla Casta Lumbard, dalla Trota Renzo Bossi in giù, invece che a Montecitorio. Non ci pare un gran cambiamento.
I programmi dei candidati, quando presenti, danno insomma ragione a Bossi quando parla di Lega "del popolo" . Nel senso di partito degno del Fronte Popolare: la Lega è ormai più statalista ed assistenzialista del PD e le sue politiche di spesa implicano una spirale del debito oppure una ripetuta rapina fiscale ai danni dei ceti produttivi. Se la cosa va bene a Maroni e Bossi, ex-sinistri, stupisce che qualcuno ancora s'illuda che il partito padano sia antitasse ed antistatalista. Quando li sentite urlare "basta tasse ", non significa che ne pagherete di meno: significa che le pagherete alla Casta Lumbard, dalla Trota Renzo Bossi in giù, invece che a Montecitorio. Non ci pare un gran cambiamento.