Quando a un debitore in difficoltà si allunga la scadenza del debito di solito lo si ritiene un sintomo di cattiva salute finanziaria. Il Fondo Monetario Internazionale, invecem, ha imbracciato le armi della propaganda e sostiene di posticipare la scadenza del rimborso dei prestiti alla Grecia in quanto il piano di rientro sarebbe "incoraggiante".
Purtroppo per tutti noi, la situazione greca è esattamente la stessa di sei mesi fa, nonostante il gigantesco tampone messovi da UE e FMI : una ristrutturazione non è una scelta, ma è un risultato inevitabile, data la situazione. L'unica speranza risiede pare un miraggio: il superamento, tramite riforme eroiche, del proprio retaggio di nazione rinchiusa in un socialismo medievale e assistenziale. Questo sembra essere il piano del FMI, il cui presidente vorrebbe estendere la linea di credito fornita durante la crisi: da biennale , diventerà perlomeno quinquennale. Il mercato chiede tassi da emergenza nazionale anche per emissioni che in teoria sono coperte dai denari del FMI, chiarendo che la Grecia non potrebbe mai finanziarsi da sola.
Il FMI preferisce farci credere che tutto vada bene, madama la marchesa e che per questo ha deciso di non rivedere i propri (nostri) denari per almeno cinque anni. Alla fine dei quali, se tutto va come previsto, saremo di fronte alla stessa scelta di inizio 2010: far pagare gli obbligazionisti , oppure lgi altri stati membri della UE. La differenza saranno le decine di miliardi di dollari che, nel frattempo, saranno stati gettati al vento , nell'indifferenza di un mercato troppo drogato dalla liquidità pomata ( e fra poco aumentata) dalle banche centrali.