martedì, agosto 29, 2006

Oltre Guantanamo, essere di sinistra monda da ogni peccato

Orpheus giustamente si chiede perche' certi media occidentali siano incapaci di non applicare un doppiopesismo ormai forse congenito , nei confronti dell'Occidente e dei suoi avversari. Si discute di Guantanamo, ma non si pensa mai alle condizioni degli "altri"prigionieri, i prigionieri politici cubani, in galera per comportamenti da uomini liberi e costretit a vivere in condizioni molto piu' disumane dei prigionieri delig americani. Quasi si compatisce Saddam, si discetta delle garanzie costituzionali che gli sarebbero dovute, ma non si apre bocca, non si pubblicano immagini delle carneficine scatenate dal suo governo.

Indubbiamente, da sinistra la risposta sarebbe che questo deve avvenire, proprio perche' saremmo portatori di una civilta' giuridica e di una sensibilita' umanitaria molto superiore, pardon piu' evoluta; il corollario, implicito ma evidente, sarebbe che a certi paesi in via di sviluppo non potremmo certo chiedere il rispetto dei nostri standard.

Curiosa interpretazione; immaginate che venga impiegata in qualsiasi occasione da un non-socialista. Scatenerebbe immediatamente accuse di razzismo e di eurocentrismo sciovinista; la nostra cultura, per il buon relativista, non e' e non puo' dirsi superiore in nulla a quella di altri popoli, in una riedizione del mito del buon selvaggio. Quando invece e' impiegata in chiave antiooccdientale e dalle persone "giuste" , allora invece e' corretta.

Si rivela esplicitamente come il "relativismo" di lorsignori in realta' mascheri un mal digerito desiderio di predominio: non e' l'Occidente ad essere superiore, ma soltanto la meta' sinistra del cielo
ad essere "piu' eguale" di tutto il resto. L'appartenenza alla cerchia
di eletti, anche soltanto per essere parte del retaggio culturale dei
suoi adepti, dei riti e dei tic di una generazione perduta, garantisce l'assoluzione da ogni peccato, anche se si tratta di tiranni capaci di atti imperdonabili.

Ancora, sempre, due pesi e due misure, come avviene anche per la guerra in Iraq ed il voltafaccia dei pacifinti appena si e' trattato dell'intervento in Libano (come ben argomenta Freedom-land), anche se in questo caso contano i retaggi storici,il principio classico della mentalita' totalitaria , immortalato nel motto "fedeli alla linea": quale che sia, basta che sia quella che decide
il Capo. Fa nulla che cambi dal giorno alla notte, il principio di
legittimita’ non e’ basato sulla coerenza delle scelte o sulla loro
razionalita’, ma sulla fedelta’ canina al branco.






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