Ogni Primo Maggio si osserva la preponderanza dei rappresentanti di partiti e tradizioni intellettuali che si rifanno al marxismo ed al comunismo, in forma più o meno confusa. Il lupo non solo divora l'agnello, ma si permette anche di dargli lezioni di vita.
Mi torna alla mente un film di Paolo Villaggio, nel quale Fantozzi "scopre" il marxismo e si alza trionfante dalla sedia, urlando "ma allora mi hanno sempre preso per il culo!". Serviva essere marxisti, per vedere i problemi del capitalismo di Stato o dei "soliti noti"? Come era possibile credere che la soluzione marxista, ossia ancora più irreggimentazione ed ancora più Stato, fossero la soluzione?
L'atteggiamento del culturame italiano sembra essere rimasto profondamente "fantozziano": i problemi esistono, ma la soluzione adottata è esattamente l'opposto di quella necessaria per cominciare a risolverli.
Che sia passato troppo poco tempo dalla caduta del Muro, dalla definitiva e schiacciante dimostrazione pratica e totale delle sofferenze inflitte ai lavoratori, come ad ogni individuo, da quei regimi "amici del popolo"?
Immagino sia difficile cambiare la propria mitologia, anche quando finisce spazzata via; è comprensibile quanto sia più dolce cullarsi nell'illusione e nella nostalgia, nell'Italia della censura linguistica, dove ciò che non è approvato dagli orfani dell'egemonia culturale rosso-bianca non viene ristampato, nemmeno se va esaurito in pochi giorni e all'estero vende da generazioni; ma davvero gli artisti italiani e gli intellettuali italiani pensano che i crimini storici del comunismo ed i continui fallimenti del socialismo siano dovuti soltanto ad un errore di applicazione pratica del sistema, quando la confutazione teorica del marxismo sul terreno scelto da Marx, l'economia, è vecchia di quasi un secolo?
Quando cominceranno a smetterla di comportarsi come tanti Fantozzi e capiranno che pretendere l'intervento dello Stato, magari con soldi estorti a qualcun altro, non fa altro che perpetuare le ingiustizie e le tragedie di cui tanto si sdegnano?
Nel frattempo, mentre si cantano le lodi di gente che, se avesse potuto, avrebbe trasformato il Primo Maggio in qualcosa di simile a questo, il sindacato mette i bastoni fra le ruote all'applicazione delle leggi per la sicurezza sul lavoro.
Mi torna alla mente un film di Paolo Villaggio, nel quale Fantozzi "scopre" il marxismo e si alza trionfante dalla sedia, urlando "ma allora mi hanno sempre preso per il culo!". Serviva essere marxisti, per vedere i problemi del capitalismo di Stato o dei "soliti noti"? Come era possibile credere che la soluzione marxista, ossia ancora più irreggimentazione ed ancora più Stato, fossero la soluzione?
L'atteggiamento del culturame italiano sembra essere rimasto profondamente "fantozziano": i problemi esistono, ma la soluzione adottata è esattamente l'opposto di quella necessaria per cominciare a risolverli.
Che sia passato troppo poco tempo dalla caduta del Muro, dalla definitiva e schiacciante dimostrazione pratica e totale delle sofferenze inflitte ai lavoratori, come ad ogni individuo, da quei regimi "amici del popolo"?
Immagino sia difficile cambiare la propria mitologia, anche quando finisce spazzata via; è comprensibile quanto sia più dolce cullarsi nell'illusione e nella nostalgia, nell'Italia della censura linguistica, dove ciò che non è approvato dagli orfani dell'egemonia culturale rosso-bianca non viene ristampato, nemmeno se va esaurito in pochi giorni e all'estero vende da generazioni; ma davvero gli artisti italiani e gli intellettuali italiani pensano che i crimini storici del comunismo ed i continui fallimenti del socialismo siano dovuti soltanto ad un errore di applicazione pratica del sistema, quando la confutazione teorica del marxismo sul terreno scelto da Marx, l'economia, è vecchia di quasi un secolo?
Quando cominceranno a smetterla di comportarsi come tanti Fantozzi e capiranno che pretendere l'intervento dello Stato, magari con soldi estorti a qualcun altro, non fa altro che perpetuare le ingiustizie e le tragedie di cui tanto si sdegnano?
Nel frattempo, mentre si cantano le lodi di gente che, se avesse potuto, avrebbe trasformato il Primo Maggio in qualcosa di simile a questo, il sindacato mette i bastoni fra le ruote all'applicazione delle leggi per la sicurezza sul lavoro.