Dopo la manovra concertata delle banche centrali, il percorso scelto sembra ormai chiaro: le SIV e gli altri veicoli fuori bilancio verranno smantellati ed il loro patrimonio riportato sul bilancio delle banche che li avevano istituiti; le banche finanzieranno tali "nuove" posizioni non più tramite prestiti a breve da parte degli investitori, spesso fondi speculativi a loro volta finanziati generosamente dalle stesse banche, ma attraverso prestiti delle autorità monetarie, ossia statali.
La maggiore liquidità dovrebbe permettere una ordinata ripresa del mercato per il rishcio di credito, generando prezzi realistici e permettendo la "selezione naturale" fra gestori competenti e partecipanti gofniati dal puro carry trade, senza capacità di selezione. Ricordiamo, come sempre, che la "crisi dei subprime" non è stata una crisi data da eventi inattesi: le statistiche sull'andamento dei mutui di quella categoria sono abbondanti e pubbliche. E' stata una crisi generata dall'incrocio perverso fra avidità d'incompetenti e una regolamentazione del sistema bancario insieme ottusa e protezionista.
Adesso, si cerca di guadagnare tempo tramite la creazione di nuova moneta, che si spera rimanga "congelata" a supporto di attività finanziarie più o meno redditizie e non vada a scatenare spirali inflazionistiche, né vada a gonfiare un'altra bolla in un'altra parte del sistema finanziario (le commodities sono un buon candidato). Se il tempo guadagnato servisse per liberare finalmente il settore finanziario dalla protezione dello Stato, sia in termini di indebito sostegno che in quelli d'indebita ingerenza, allora potremmo davvero applaudire. Speriamo invece che le autorità monetarie non stiano semplicemente cercando di arginare i danni e continuare con un sistema dove banche protette dallo stato in cambio della libertà di fare i propri comodi ed essere salvate nel momento del bisogno, sono costrette a fare i comodi del governo.
Al lettore il compito di immaginare quali siano, purtroppo, le probabilità dei due scenari.
Adesso, si cerca di guadagnare tempo tramite la creazione di nuova moneta, che si spera rimanga "congelata" a supporto di attività finanziarie più o meno redditizie e non vada a scatenare spirali inflazionistiche, né vada a gonfiare un'altra bolla in un'altra parte del sistema finanziario (le commodities sono un buon candidato). Se il tempo guadagnato servisse per liberare finalmente il settore finanziario dalla protezione dello Stato, sia in termini di indebito sostegno che in quelli d'indebita ingerenza, allora potremmo davvero applaudire. Speriamo invece che le autorità monetarie non stiano semplicemente cercando di arginare i danni e continuare con un sistema dove banche protette dallo stato in cambio della libertà di fare i propri comodi ed essere salvate nel momento del bisogno, sono costrette a fare i comodi del governo.
Al lettore il compito di immaginare quali siano, purtroppo, le probabilità dei due scenari.
tag: Banche, BCE, ECB, Fed, Finanza, liquidità, Moneta