L'emirato -stato di Dubai avrebbe presentato ai creditori una proposta di ristrutturaiozne del debito che si avvicina pericolosamente ad un fallimento di fatto, se non di diritto. Le banche creditrici si vedrebbero restituire soltanto il 60% dei prestiti in scadenza nelle prossime settimane erogati a Dubai World, holding di partecipazione della famiglia regnante. In alternativa, riceverebbero altre obbligazioni a scadenza settennale, non più garantite dallo stato del Golfo, ma soltanto dalal proprietà delle isole artificiali costruite da Nakheel, l'immobiliare all'epicentro del disastro di Dubai. Il mercato azionario di Dubai è prontamente collassato. Si tratta di un'altra doccia fredda per chi crede che basti prendere tempo, mettere censura e mordacchia a stampa e mercati ed inveire contro gli "speculatori"per risolvere gli errori di una gestione finanziaria imprudente. Purtroppo, contro le illusini di Paul Krugman e dei politici europei servirà ben altro di una semplice doccia fredda; tanto, pagherà sempre qualcun altro.
lunedì, febbraio 15, 2010
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