E’ giusto che un uomo aspiri a trovare un lavoro? Certamente. E’ altrettanto giusto che qualcun altro gli fornisca il lavoro che richiede? No, esattamente come non sarebbe giusto imporre a un potenziale cliente di comprare il pane da un determinato panettiere. Ma il secondo esempio (sul panettiere) si coglie al volo, il primo (sul datore di lavoro) no. Eppure l’unica differenza fra i due è numerica. I lavoratori che reclamano un posto e uno stipendio sono una massa considerevole di individui. Se si aggiungono le loro famiglie, la massa diventa ancora più grande. Da qui nasce il discorso di “classe”: la “classe” proletaria è percepita come numericamente maggioritaria ed economicamente più svantaggiata. Per evitare il conflitto, la posizione più “ragionevole”, per un politico, consiste nell’accontentare questo potenziale esercito di insoddisfatti per evitare un futuro conflitto civile. Ayn Rand, per descrivere lo Stato Sociale, usa giustamente la metafora di “guerra civile fredda”: lo Stato distribuisce soldi e benefici a una classe a scapito di altre per evitare che la guerra fredda diventi calda. Come in guerra, però, non vince il più giusto, ma il più forte e il più organizzato. Lo sa il Papa che sta legittimando la legge della giungla? Ma il conflitto, viene da chiedersi, è inevitabile? Se un uomo ottiene un posto di lavoro e l’altro no, i loro due interessi sono in conflitto? Non necessariamente.Come Ayn Rand risponderebbe al Papa su Termini Imerese
martedì, febbraio 02, 2010
A good point
Posted by J.C. Falkenberg at 4:46 PM
Labels: Ayn Rand , oggettivismo
Comments for this post
All comments